Il vociare del pubblico in sala dietro le spesse tende di velluto, che proteggono e avvolgono… Buio, le luci si spengono… Silenzio in sala… il palco diventa un grembo materno. Per un attimo sento soltanto il battere del mio cuore, che pulsa sempre più, sembra volere scappare dal petto, poi il sipario si apre, una luce squarcia l’oscurità avvolgente e…
Il viaggio ha inizio. Il rito, che cambierà per sempre chi lo officia, chi vi assiste e prende parte, perché anche il pubblico è parte attiva, in questa jam session di energie, cuori pulsanti, silenzi e… quel qualcosa di indefinito e caldo che si trova sul confine tra l’ombra e l’anima, tra il sogno e la veglia, che rende Magico il bel Teatro. Quello vero. Quello che ami con rabbia e che ti fa piangere di gioia, che quando lo fai e torni a casa senti ancora le assi di legno sotto ai piedi ed il caldo dei riflettori fin dentro il petto. Quello che se sei pubblico torni a casa che sei più di prima. Di più.
Il Teatro che puzza di muffa e umidità anche se c’è l’aria condizionata, perché sta là da sempre, da prima dei nonni, da prima che l’uomo parlasse.
Basta, ho detto troppo, è impossibile descrivere cosa è il Teatro.
E’ meglio assaggiarlo, berlo, amarlo ed infine lasciarlo a decantare nell’animo come un buon vino rosso in una botte di rovere, per poi condividerlo, soltanto dopo, con una bella donna o con un amico, seduti sopra un muretto sabbioso in una calda notte d’estate.
Ciò che racconterò in questo spazio saranno soltanto i discorsi franchi, rotti da una risata, di un amico. Di un fratello di teatro. Perché non importa se hai calcato le assi di legno del palcoscenico oppure no, credimi: se ti è successo, anche soltanto una volta, di sederti a sentire e guardare una bella storia ed hai provato quel momento dove senti il cuore battere e ti accorgi che stai sognando ad occhi aperti come sarebbe se fossi tu a viverla, quella storia, allora, fratello, ci sei dentro anche tu.
Fino al collo, e chi ti scrive è uno che, un poco per scelta, molto per urgenza, come può esserlo la fame o la sete, c’è rimasto secco, marchiato a vita, e vuole cantarlo.
Oggi ho voglia di cantarti una bella storia, di generosità, testardaggine e sete di Teatro, che nasce in periferia, tra l’asfalto e la polvere, in Scozia.
La storia del Fringe è una parabola importante del grande libro del Teatro: cambiare, adattarsi, donarsi ed imporsi, indipendentemente dall’accettazione o meno delle istituzioni, è infatti una costante che ha accompagnato per secoli i fratelli attori, spesso messi al bando con divieti e cacciati dalla porta da governanti che ne temevano l’influenza sul popolo. I fratelli attori hanno sempre saputo trovare , grazie al loro ingegno, linguaggi e modi alternativi per esibirsi e vivere della propria passione. A volte ciò che viene cacciato dalla porta rientra dalla finestra più forte di prima.
1947, Edimburgo, otto compagnie teatrali scartate dal Festival Internazionale di Edimburgo, decidono di andare comunque in scena e di dar vita ad un festival di spettacoli autoprodotti e autofinanziati del tutto indipendenti, che viene chiamato “Fringe”, ossia “Frangia”, “Periferia.
Dagli anni settanta in poi, in tutto il mondo ed in modo autonomo sorgono altri Fringe Festival sul modello di quello di Edimburgo, con un solo punto di riferimento comune: l’indipendenza artistica delle compagnie.
2014, Roma, nella calda estate romana dal 7 giugno al 12 luglio, 9 spettacoli differenti ogni sera per un mese di Teatro con incontri, workshop e presentazioni, in un vero e proprio parco del Teatro con stand, artigianato italiano ed etnico, mercatino vintage, eco e bio, e infine tre aree palco. E’ il Roma Fringe Festival, a Villa Mercede, Via Tiburtina 113 – 115 (Zona San Lorenzo) tutti i giorni a partire dalle 19.00.
E udite udite, molte serate saranno gratuite, nell’ordine:
7 giugno, ore 21.30: Festa di inaugurazione.
4 luglio, a partire dalle ore 20.30: I più bei film di Pier Paolo Pasolini
5 luglio,
ore 20.30: Giulia Fossà in “Rosa Tramontana” di P. P. Pasolini
ore 22.30: Ulderico Pesce in “Vendesi appartamenti”, omaggio a P. P. Pasolini per raccontare Roma attraverso le parole di uno dei più grandi uomini di teatro italiano .
10 luglio, ore 22.30: “Satira al vetriolo, ferocissima e politicamente scorretta” con Giorgio Montanini
12 luglio, ore 22.00: Festa di chiusura e Serata-Evento con concerto anteprima nazionale del nuovo album dei “Presi per caso” chiamato “Fuori (ma solo per un breve permesso-premio)”.
C’è di che divertirsi fratello, come era al Globe di Shakespeare: il cielo sopra la testa, belle storie, birra e bella gente. Ah, come in tutte le famiglie che si rispettino, se anche tu, fratello, hai qualcosa sulla tua vita con l’Arte che desideri raccontare, scrivimi pure. Le cose belle vanno condivise, sempre.
Actor, Engineer, culture enthusiast, editor of Neapolitan origin. Luca is a very eclectic person