La Biennale Venezia è il miglior posto dove veleggiano arte, teatro, musica, architettura e cinema …tutte insieme, formano un grande patrimonio artistico culturale che permette a livello internazionale di dialogare con luoghi lontani e vicino e condividere le sue bellezza tra ricerca e innovazione. Ogni anno la Biennale ci stupisce creando quel train d’union per il suo fascino e la sua unicità.
Venezia è universalmente considerata una delle più belle città del mondo, tant’è che ogni anno è seguita da milioni di persone, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, a seguito del covid sta rinascendo più con pazienza con se stessi, abituarsi ad altre velocità.
Per la Biennale Architettura 2021:

Hashim Sarkis

Curata dall’architetto, docente e ricercatore Hashim Sarkis: “In un contesto di divisioni politiche acutizzate e disuguaglianze economiche crescenti, chiediamo agli architetti di immaginare spazi in cui possiamo vivere generosamente insieme”. Quest’anno ci sono state 112 Partecipanti, 60 Partecipazioni Nazionali, Paesi espongono nei Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Tre i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq e Repubblica dell’Uzbekistan​. 17 Eventi Collaterali e molto altro. Premiati con il Leone d’Oro Speciale alla Memoria a Lina Bo Bardi e il Leone d’Oro alla Carriera a Rafael Moneo. Da non perdere in questo ultimo mese: -il padiglione degli Emirati Arabi Uniti: premio Leone d’Oro per migliore partecipazione Nazionale: Un esperimento che ci incoraggia a pensare alla delicata relazione tra spreco e produzione, proponendo un modello costruttivo capace di legare artigianalità e tecnologie; -il collettivo Raumlaborberlin premio Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale “How will we live together?: Un approccio progettuale collaborativo di grande ispirazione che chiama alla partecipazione e alla responsabilità collettiva; – ed infinte il Padiglione Spagnolo che ha suscitato molta curiosità e interesse, soprattutto per la composizione tra Arte e Architettura. Menzioni speciali sono arrivate al Padiglione di Filippine, Russia e CaveBureau. Molto interessante il progetto Educational con un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio. La #BiennaleArchitettura2021 #HowWillWeLiveTogether a Venezia fino al 21 novembre.

Roberto Cicutto e Cecilia Alemani

Il Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, con la Curatrice della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, Cecilia Alemani – nominata Direttrice del Settore Arti Visive (Prima donna italiana a rivestire questa posizione) hanno presentato il titolo e il tema della Biennale Arte 2022, che si svolgerà dal 23 aprile al 27 novembre 2022 (pre-apertura 20, 21, 22 aprile) ai Giardini, all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia.
La 59. Esposizione Internazionale d’Arte si intitolerà Il latte dei sogni/The Milk of Dreams. La Mostra prende il nome da un libro di Leonora Carrington in cui, come spiega Cecilia Alemani: l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita è costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. La Mostra propone un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano. La Mostra si concentra in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. Cecilia Alemanni spiega così la sua scelta: «La Mostra prende il nome da un libro dell’artista surrealista Leonora Carrington (1917-2011), che negli anni Cinquanta in Messico immagina e illustra favole misteriose dapprima direttamente sui muri della sua casa, per poi raccoglierle in un libricino chiamato appunto Il latte dei sogni. Raccontate in uno stile onirico che pare terrorizzasse adulti e bambini, le storie di Carrington immaginano un mondo libero e pieno di infinite possibilità, ma anche l’allegoria di un secolo che impone sull’identità una pressione intollerabile, forzando Carrington a vivere come un’esiliata, rinchiusa in ospedali psichiatrici, perenne oggetto di fascinazione e desiderio ma anche figura di rara forza e mistero, sempre in fuga dalle costrizioni di un’identità fissa e coerente. La Mostra nasce dalle numerose conversazioni intercorse con molte artiste e artisti in questi ultimi mesi. Da questi dialoghi sono emerse con insistenza una serie di domande che non solo evocano questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità è minacciata, ma che riassumono molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Come si definisce la vita e quali sono le differenze che separano l’animale, il vegetale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, di altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi?»
Durante ItalyExpo2020 a Dubai, Il Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto ha inoltre annunciato la nascita del Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia con l’avvio del primo progetto di ricerca in collaborazione con Università di alta formazione. Il progetto ricerca nasce dal potenziamento delle attività di Biennale Archivio impegnato nella ristrutturazione di una nuova sede all’Arsenale

7 domande a Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia:

-Presidente da febbraio 2020, quale responsabilità e gestione del peso della cultura in Italia?
Sono arrivato in Biennale poco prima il primo lockdown e sono stato investito dalla responsabilità di prendere decisioni importanti: rinviare all’anno successivo o tentare di spostare a fine estate la Mostra di Architettura, cominciare ad organizzare la Mostra del Cinema di settembre o aspettare l’evolversi della pandemia, trovare nuove date per i festival di Danza Musica e Teatro. Allora del Covid si sapeva molto poco e tanto meno quanto sarebbe durato. La Biennale è ovviamente un forte attrattore per la città di Venezia e conseguentemente un importante fattore anche economico. Le decisioni avrebbero coinvolto molti settori produttivi della città. Si è posto quindi subito il tema della assunzione di responsabilità delle grandi istituzioni culturali verso un intero mondo che le circonda. Per questo abbiamo cominciato a costruire un progetto di centro internazionale per la ricerca sulle arti contemporanee che vada oltre le mostre e i festival e crei residenzialità e impieghi professionalità ricercatori e studenti 365 giorni l’anno

– Roberto Cicutto, c’è ancora spazio per la bellezza in quest’era travagliata, tutto di corsa e di molti gusti in cui viviamo?- e quale è il gusto della nostra epoca?
La pandemia ci ha insegnato a porci delle domande che prima sembravano retoriche e scontate. Ora non abbiamo più paura di dire quanto il mondo abbia bisogno di bellezza e di cultura. Il problema è come rendere tutto ciò accessibile al più largo numero di persone possibile. I tempi che ci sono stati imposti nell’ultimo anno e mezzo vanno in parte conservati. Un uso ottimale dello smart working dovrebbe permettere di ritagliarci più spazio per la lettura, lo spettacolo, la cultura in generale. Tutti noi che ci occupiamo di produrre queste cose, così come le amministrazioni locali, i teatri pubblici e privati, l’opera e i concerti dovranno sapere rimodulare la loro attività con l’obiettivo di non costruire solo eventi di massa una tantum ma lavorare per fidelizzare pubblici diversi con proposte diversificate. Anche il cinema in sala ritroverà così pubblici diversi.
– Che cambiamenti si devono realizzare in Biennale, che tipo di crescita prevede e cosa si può fare di più?
Biennale è uno straordinario costruttore di eventi e ha un DNA internazionale fin dalla sua costituzione 126 anni fa. Quello che vorremmo sviluppare maggiormente, come dicevo prima, è l’offerta di un luogo dove i contenuti degli eventi possano essere approfonditi, oggetto di ricerca, laboratorio per gli studenti di tutti i livelli scolastici e universitari
– Ci sono ancora spazi per l’Architettura? – e per l’Arte?
Tutto quello che succede ogni volta che si aprono “finestre di libertà” dalla pandemia dimostra che non c’è solo spazio, ma desiderio e necessità di arte e Architettura come dimostra il successo della Mostra in corso ai Giardini e all’Arsenale di Venezia
– La Biennale avvicina le nuove tecnologie, in questa Biennale di Architettura è evidente parte integrante, come sarà immagino quella di Arte…quanto peso avranno le tecnologie anche nel nostro futuro e come pensa che influenzerà la cultura?
Tecnologia e discipline artistiche sono cugine e potranno diventare sorelle. Lo dimostrano infinite creazioni digitali che si impongono all’attenzione dei collezionisti e anche nel mercato. Ma la tecnologia sarà sempre di più uno strumento a supporto della diffusione delle arti, mai sostituendo la fruizione di persona, ma arricchendola di nuove possibilità di indagine
– Quali sono le cose interessanti che ha visto recentemente?
Parlando di Venezia ho visto straordinarie riconferme di artisti contemporanei, come la Mostra di Nauman a Punta della Dogana, o di maestri moderni come Campigli a Palazzo Franchetti, assieme a proposte molto coinvolgenti presentate alla Biennale Teatro
– Per terminare, Qual è la personalità di Roberto Cicutto?
Svolgo un ruolo pubblico che mi permette di rendere possibili molti progetti di artisti affermati o all’inizio della loro storia. Professionalmente parlando è la mia terza vita dopo quella di produttore cinematografico, di Presidente di un luogo simbolo di industria culturale quale Istituto Luce Cinecittà, e ora al vertice della forse più importante istituzione cultuale del paese che mette in dialogo discipline e curatori di Arte, Architettura, Cinema, Teatro Musica e Danza. Cerco di mantenere sempre un forte spirito di servizio. Quindi lascio agli altri giudicare, se vorranno, a quale personalità tutto ciò appartiene.

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Di Sveva Manfredi Zavaglia

E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all'arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un'approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.

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