
Torna in scena dopo 24 anni “Otello – di precise parole si vive”, con Lella Costa e per la regia di Gabriele Vacis, da martedì 11 a domenica 16 marzo al Teatro Vittoria.
È il racconto di una delle tragedie più potenti di Shakespeare, che viene riletta in chiave contemporanea, spingendo lo spettatore a riflettere sul mondo che ci circonda con ironia e qualche punta di cinismo. Un faro sulle emozioni e sulle relazioni attraverso uno sguardo acuto e attuale, a conferma del fatto che abbiamo bisogno oggi più che mai di indagare sull’animo umano per comprenderne le ombre e, si spera, illuminarle.
“Di precise parole si vive, e di grande teatro”
-Ivano Fossati, Discanto
“Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.
E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
È quello che è successo a Gabriele Vacis e a me, e non una volta sola.
È quello che ci ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Quelle parti in cui lo stesso Bardo si divertiva a inserire allusioni e citazioni per noi incomprensibili (chi mai sarà quel “Signor Angelo” che condiziona perfino il Doge?), ma che sicuramente per gli spettatori dell’epoca erano chiarissime, e probabilmente molto divertenti.
Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare questa storia. Precisamente questa.” (Lella Costa)
Sul palcoscenico viene approfondito il concetto del tempo così come trattato da Shakespeare. Tutta la differenza del mondo affiora fra un’azione malvagia, ma tempestiva e per questo efficace e un’azione lodevole, ma agita in ritardo e per questo sterile. Insomma, “Otello” è un’opera da non perdere, ha 400 anni, ma se li porta proprio bene.
con Lella Costa
drammaturgia di Lella Costa e Gabriele Vacis
regia di Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
scene Lucio Diana
produzione Teatro Carcano
distribuzione Mismaonda
Per ulteriori informazioni visitare il sito del Teatro Vittoria

Elena Cattaneo, cremonese di nascita e romana di adozione, è appassionata di arte e comunicazione. Come insegnante, editor e web reporter vive la sua città anche dopo diversi anni con la curiosità e la sorpresa di una turista. A seguito della Laurea in lingue e il perfezionamento in Scienze della Comunicazione si è dedicata in maniera trasversale alla comunicazione d’impresa.
Ha coltivato nel tempo svariati interessi culturali con il gusto della scoperta artistica e del confronto umano.
Elena Cattaneo, cremonese di nascita e romana di adozione, è appassionata di arte e comunicazione. Come insegnante, editor e web reporter vive la sua città anche dopo diversi anni con la curiosità e la sorpresa di una turista. A seguito della Laurea in lingue e il perfezionamento in Scienze della Comunicazione si è dedicata in maniera trasversale alla comunicazione d’impresa.
Ha coltivato nel tempo svariati interessi culturali con il gusto della scoperta artistica e del confronto umano.
