La misura del mondo è il tema di Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria giunta alla 23ma edizione, che ogni anno si conferma evento editoriale e culturale di punta. Misurare il mondo con parole, numeri, passi, sorrisi, distanze, colori, nuvole, sogni. Misurarlo con i libri. I numeri della manifestazione fanno impressione e sono sempre in crescita. Quest’anno 597 espositori, provenienti da tutto il Paese, presenteranno al pubblico le novità e il proprio catalogo. Cinque giorni e più di 700 appuntamenti in cui ascoltare autori, assistere a letture, confronti, dibattiti e incontrare gli operatori professionali.

Nella moltitudine di novità ho scelto alcune notizie rilevanti, alcune positive ed altre che fanno riflettere. Aboliamo il termine “preoccupanti”, perché sappiamo, che ad ogni fenomeno, ne corrisponde un altro altrettanto significativo. Meglio perciò capire le tendenze per potenziare gli strumenti culturali a disposizione di giovani e meno giovani, di lettori e non ancora lettori.

Iniziamo con una notizia che fa pensare: il numero dei lettori in Italia diminuisce rispetto allo scorso anno, così come la qualità della lettura, che diventa più ridotta e frammentaria. Di contro avanzano due fenomeni noti, ma ancora sconosciuti per le loro potenzialità, quello dei gruppi di lettura e dei programmi in formato poscast.

I GRUPPI DI LETTURA SONO COMUNITA’
Si registrano più eventi dedicati ai gruppi di lettura. Il primo I gruppi di lettura in Italia, una ricognizione quantitativa e qualitativa, presentazione della ricerca in collaborazione con ADEI (Associazione degli Editori Indipendenti) e Università La Sapienza di Roma, il Cepell, con l’intervento di Chiara Faggiolani, Luciano Lanna, Andrea Palombi e Della Passarelli.

“Una ricerca strutturata sui gruppi di lettura non era ancora stata fatta, il fenomeno dei gruppi di lettura è in continuo divenire e racconta la lettura che sta arrivando. Saranno attivate due ricerche: una quantitativa e una qualitativa che andrà in profondità sul fenomeno grazie a un questionario che indagherà moltissimi dati tra cui l’identità e gli obiettivi dei gruppi, i criteri di scelta delle letture, l’impatto della partecipazione sulla qualità della vita dei lettori”
Chiara Faggiolani

Il secondo appuntamento presso l’Arena Repubblica – Robinson ha ospitato lo scrittore Paolo di Paolo e Emilio Portelli di PDE (Promozione Distribuzione Editoriale) per l’incontro Arcipelago Gruppi di Lettura dove si è dibattuto sul censimento in corso a cura di PDE sui Gruppi di lettura in Italia. Il fenomeno, per quanto antico, è ancora tutto da studiare, soprattutto in risposta al calo dei lettori. Dalle prime riflessioni a riguardo, risulta chiaro che è una pratica trasversale per età e per tematiche. Da questo punto di vista i piccoli centri sono più ricchi per offerta delle grandi città, un 70% contro il 23%. Tutti i gruppi sono animati, in presenza o a distanza, da un forte spirito di comunità. Forse la pandemia con il suo isolamento coatto ha potenziato l’esigenza di condividere pensieri, emozioni e riflessioni. Tutto fa pensare che i gruppi soddisfino il bisogno di incontrarsi, di fare comunità. È una pratica democratica, che apre le porte a qualsiasi tipo di lettore, persino ai non lettori. Per i più piccoli, invece, rimane centrale il ruolo della scuola, dove si alimenta sia la cultura della lettura individuale che condivisa.
Anche per sabato 7 è stato programmato un incontro dedicato ai gruppi: Uniti si legge. I gruppi di lettura presso l’Arena Robinson.

PIU’ PODCAST PER TUTTI
Se consideriamo l’intera storia dell’uomo, il libro è un mezzo relativamente giovane. Fino a qualche centinaio di anni fa la trasmissione orale era l’unico strumento di trasmissione culturale. Oggi le “radici orali” tornano protagoniste con gli audiolibri, i podcast, la lettura ad alta voce e i gruppi di lettura, che ne sono la maggiore espressione. Una buona notizia è che gli under 24 sono i capo fila dei lettori forti, coloro che apprezzano la lettura sotto varie forme. Oltre a leggere seguono anche chi parla di libri sui social, come i Booktoker, e sperimentano volentieri i podcast.

Ecco la seconda buona notizia. Se siete amanti dell’ascolto, cercate fra la ricca offerta di podcast che la rete offre. Uno su tutti Taccuini su Internazionale, podcast in quattro puntate su Tiziano Terzani, specchio delle sue fasi umane e professionali, a cura di Annalisa Camilli e Manuela Iannetti. Un lavoro scrupoloso e ricco di approfondimenti del Terzani giornalista, scrittore e uomo, grazie allo studio dell’archivio creato da Terzani stesso con 6.200 volumi, un patrimonio unico nel suo genere.

Una piccola scoperta è stata invece Pink Freud, psicanalisi di musica e canzoni, a cura di Betti Cianchini e dello psicanalista e raffinato musicologo Angelo Villa su Rai Radio 2. Sei puntate dedicate a sei grandi artisti (fra cui The Police, Amy Winehouse e Capo Plaza). Prende vita la triangolazione fra la canzone, il cantante e l’ascoltatore, che trovate su Rai Play Sound e Spotify.
Pink Freud è una seduta terapeutica in chiave podcast, in cui per la prima volta sdraiata sul divano non c’è una paziente ma una canzone. Il collegamento fra canzoni di alcuni ben noti autori o band contemporanei e i grandi temi della psicoanalisi creano un’inedita chiave di lettura e di ascolto.

IL GIUSTO VALORE DELLE PAROLE
Con piacere in fiera si trova anche il tempo della riflessione. Finalmente ci si può fermare e pesare letteralmente le parole. Vera Gheno e Francesca Mannocchi hanno dedicato un incontro alle parole della guerra. Illuminante soppesare la differenza fra, “guerra” e “operazione militare speciale”, “lager” e “devastazione”, “migranti” e “persone migranti”. Le sfumature fanno la differenza e aiutano a combattere l’indifferenza e l’assuefazione. Invece, quando si può usare il termine genocidio? È un tribunale a definirlo o parlano i fatti? Dipende dal numero dei morti o delle case devastate? Il dibattito non ha esaurito le riflessioni, ma ha sicuramente offerto spunti interessanti di riflessione. Questa tematica era cara a Michela Murgia, che invitava a prestate attenzione ai termini con cui si rivolgono a voi le persone, per evitare un giudizio sott’inteso non richiesto e spesso discriminatorio.
In un altro incontro Stefania Auci, Vanessa Roghi, e Raimo attraverso un messaggio a distanza, hanno dibattuto sulle parole della scuola. I temi sono stati caldi. Le parole chiave pensiero critico, spersonalizzazione, comunità scolastiche e territoriali, infine morale e noia sono state al centro del dibattito. Il quesito finale ha lasciato aperte le menti e i cuori di chi da valore alla scuola e al suo ruolo sociale, oltre che culturale. Che educazione dare ai bambini e ragazzi di oggi per affrontare un presente complesso? Tutti hanno sentito il desiderio di una scuola più aperta ai tanti linguaggi attuali, ma relatori e platea hanno convenuto che ciò si può realizzare sono con investimenti e progetti a medio e lungo termine nell’istituzione scolastica, altrimenti rimane un gioco impari.

Questa edizione di Più libri più liberi ha dimostrato con i fatti che la parola è la chiave per misurare il mondo. La parola scritta, detta e ascoltata. Paradossalmente anche la parola taciuta, che genera omissione e lascia il posto alla parola urlata, per la quale a volte si è costretti a pagare un prezzo molto alto.

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Di Elena Cattaneo

Elena Cattaneo, cremonese di nascita e romana di adozione, è appassionata di arte e comunicazione. Come insegnante, editor e web reporter vive la sua città anche dopo diversi anni con la curiosità e la sorpresa di una turista. A seguito della Laurea in lingue e il perfezionamento in Scienze della Comunicazione si è dedicata in maniera trasversale alla comunicazione d’impresa. Ha coltivato nel tempo svariati interessi culturali con il gusto della scoperta artistica e del confronto umano.

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