Attilio Bertolucci, l’Assenza che diventa poesia

 

Attilio Bertolucci in compagnia del figlio Bernardo, nel 1975, durante le riprese del film Novecento

Attilio Bertolucci nasce il 18 novembre del 1911 in provincia di Parma, ben presto si colloca tra gli esponenti più singolari della letteratura italiana del Novecento. A otto anni inizia a scrivere poesie, affida ai versi la tristezza di chi, ancora bisognoso degli abbracci materni, ha dovuto lasciare troppo presto il rassicurante nido famigliare per stabilirsi presso il convitto Maria Luigia di Parma. Dopo la maturità liceale, Bertolucci si iscrive a Giurisprudenza, studi che ben presto abbandona per Lettere, antepone così la sua immensa passione per la scrittura. Il poeta riesce a farsi notare grazie all’intervento di Zavattini, il quale promuove nel 1929 la pubblicazione della prima raccolta di versi firmati Attilio Bertolucci e titolata “Sirio”, poesie che presentano come sfondo il paesaggio campestre e il vivere quotidiano.

“Assenza”, il componimento che vi propongo, è tratto proprio dalla raccolta Sirio. Assenza è una poesia breve e intensa, di una liricità estremamente coinvolgente.

Assenza

Assenza,
più acuta presenza.

Vago pensiero di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.

Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.

A chi si rivolge Bertolucci? A un te intimo, noto allo scrivente e sconosciuto ai lettori. Nei versi il poeta rivela una sorta di sofferenza (dolente il petto) tuttavia da lui tollerata perché tale assenza è come una pietra leggera, e il vago pensiero di te e i vaghi ricordi riesce a trasformarli in più acuta presenza.

In questo componimento si può osservare la padronanza del linguaggio poetico posseduta da Bertolucci, la sua maestria nel concentrare in pochi versi un insieme di figure retoriche, che vengono incastrate come un in puzzle per arricchire la forma, e a rivelare le sfumature più intime, si parte dall’intenso ed efficace ossimoro assenza/presenza, per poi trovare la suggestiva metafora sul dolore sopportabile perché sul petto dolente come pietra leggera, e nell’ultima strofa vengono usate le figure di suono, la ripetizione della lettera p in petto, porta, pietra, strutture foniche perfettamente in relazione con il senso del messaggio lirico. Quello di Bertolucci è uno stile unico e inconfondibile, che abbraccia il simbolismo; una scrittura poetica intellegibile, limpida, per nulla ermetica, e fortemente profonda.

Bibliografia

Attilio Bertolucci, Assenza poesia tratta dalla raccolta Sirio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.