“Il ballo”, racconto di scena ideato e interpretato da Sonia Bergamasco, al teatro Vascello fino al 31 gennaio, è ispirato dall’omonimo romanzo breve del 1928 di Irène Némirovsky, uno spietato spaccato di vita famigliare dei Kampf, piccolo borghesi arricchiti, affamati di riconoscimento sociale nell’alta società parigina.
I protagonisti sono i coniugi Alfred, uomo d’affari che ha dovuto lavorare sodo per emergere dal nulla, e Rosine, donna frivola dal passato discutibile e madre anaffettiva dell’adolescente Antoinette.
Tutta la vicenda ruota intorno ad un evento mondano che darà, però, l’occasione per far esplodere ambizioni e frustrazioni represse, ma soprattutto consentirà una resa dei conti tra una madre insensibile ed una figlia ferita: la mancanza di amore che attanaglia l’adolescente Antoinette si esacerba al punto da condurla ad una lucida e crudele vendetta che colpirà a morte la futile vanità materna.
Tuttavia paradossalmente il conflitto si ricomporrà, ribadendo l’indissolubilità del rapporto madre-figlia e rivelando che in fondo le due donne non sono così differenti l’una dall’altra.
All’epoca questa crudele novella, basata sulla reale esperienza autobiografica dell’autrice, fece scalpore e riscosse molto successo.
Sonia Bergamasco,volto noto del cinema italiano (di recente ha interpretato la perfida “tagliatrice di teste” antagonista di Checco Zalone in “Quo vado”), ma soprattutto raffinata attrice di teatro con un notevole background (tra i suoi maestri ricordiamo Glauco Mauri, Giorgio Strehler e Carmelo Bene) si è innamorata dell’opera della Nemirovsky, conosciuta per caso: l’attrice infatti ha dichiarato che ha letto il romanzo, perché le era stato regalato. Subito, però, ha percepito la forza della scrittura della Nèmirovsky e la profondità delle relazioni tra i personaggi rappresentate dall’autrice.
E così, nel tempo e con un lungo studio, ci ha costruito sopra uno spettacolo suggestivo, un monologo a più voci in cui l’attrice, pur da sola sul palco, dà vita a ben cinque personaggi: Alfred Kampf, Rosine, Antoinette, Miss Betty la bambinaia e l’invidiosa cugina di Alfred, nonché insegnante di pianoforte di Antoinette, Miss Isabel.
La Bergamasco è di un’intensità straordinaria nel presentare allo spettatore tutti i personaggi, accordando di volta in volta la voce e il corpo alla personalità e ai sentimenti di ognuno di loro. E così una voce roca e bassa e il gesto iterato, quasi un tic, di annodare la cravatta davanti allo specchio fanno rivivere davanti a noi Alfred, il capo famiglia; i toni pomposi e affettati, la camminata a lunghe falcate, i giochi civettuoli con i veli ritraggono la vanitosa e cinica Rosine; l’accento inglese e il tono ossequioso e cerimonioso, a volte un po’ stridulo, tratteggiano la bambinaia Miss Betty, accondiscendente ed intrigante, ed infine una fastidiosa voce nasale rende subito odiosa l’invadente e impicciona Isabel. Ma la Bergamasco riesce soprattutto a rendere visibile e tangibile, quasi fino a far male, il mondo interiore dell’adolescente Antoinette, alternando un timbro di voce chiaro e dolce, per sottolineare l’ingenuità e la giovane età, con una voce strozzata e sincopata, per esprimere quei sentimenti e quelle frustrazioni che Antoinette non può urlare al mondo intero, come vorrebbe, ma che le rimangono soffocate in gola.
Guardando lo spettacolo si ha l’impressione che l’attrice, una e molteplice sulla scena, ricrei da sola la scenografia e l’ambiente in cui si consumano gli eventi e si muovono i personaggi, usando il linguaggio del corpo e mezzi scenici suggestivi, ma essenziali (specchi di ogni forma, coperti da teli bianchi trasparenti, tappeti e una dormeuse). Come un’étoile solitaria, la Bergamasco danza a ritmo di valzer, mimando i moti dell’anima, con i loro volteggi a volte leggeri e a volte bruschi e repentini, rivelando di volta in volta, i sentimenti più profondi e gli inconfessabili pensieri dei protagonisti, in un gioco di specchi non solo visibile sulla scena, ma anche percepito nei più profondi recessi dell’io.
Ancora una volta sostenuta dal Teatro Franco Parenti, dopo il successo riscosso qualche tempo fa dallo spettacolo “Karenina- prove aperte di infelicità”, Sonia Bergamasco torna ad esplorare le controverse emozioni umane, incantando con un’interpretazione nel contempo raffinata e potente.
DOVE L’ABBIAMO VISTO:
TEATRO IL VASCELLO
Via Giacinto Carini, 78
00153 Roma
QUANDO:
DAL 22 GENNAIO AL 31 GENNAIO 2016
[codepeople-post-map]

Insegnante di lettere, autrice e regista teatrale, appassionata da sempre del palcoscenico, ama anche essere spettatrice a volte e scrivere di teatro, per far conoscere a tutti gli spettacoli più belli e i talenti emergenti che calcano le scene romane.
Nata il 15 giugno del 1972 in provincia di Bari , dopo gli studi classici si laurea in lettere classiche. Dopo la laurea consegue un master in comunicazione e mass media presso l’Università “Cesare Alfieri” di Firenze ed in seguito segue un corso presso Mediaset in sceneggiatura. A partire dal 1999 Lavora a Roma presso alcune società di produzione di fiction tv come la Lux Vide e per Rai due come consulente editoriale free-lance story editor assistant e Ufficio Stampa.
Nel 2005 sceglie di intraprendere un’altra strada. Dopo un corso di specializzazione diventa insegnante di lettere e attualmente lavora nella scuola pubblica come tale. In questi anni tuttavia non abbandona la sua vera grande passione: il teatro. Dal 2005 al 2014 recita, dirige e scrive spettacoli con un piccolo gruppo teatrale romano amatoriale I Ricercati o come solista, ma sempre in veri teatri romani, tra i quali il teatro Agorà, il teatro dell’Orologio e il Piccolo Eliseo.
RT @TeatroVascello: SONIA BERGAMASCO, ANIMA UNA E MOLTEPLICE, IN IL BALLO prossimo spettacolo UBU ROI dal 4al 7 febbraio info 065881021 htt…
SONIA BERGAMASCO, ANIMA UNA E MOLTEPLICE, IN IL BALLO prossimo spettacolo UBU ROI dal 4al 7 febbraio info 065881021 https://t.co/fph6ZMxPLh