Ogni libro si prende cura di noi a suo modo. La lettura o ri-lettura de L’Isola di Arturo, romanzo adatto sia ad adolescenti che adulti, offre un intimo e passionale affresco sul diritto di amare ed essere amati. Il giovane protagonista Arturo grida al mondo il senso d’impotenza e d’ingiustizia di fronte al grande dolore dell’abbandono e della solitudine. Un libro “necessario”, un capolavoro che illumina molteplici temi come illusioni, ignoranza, ingiustizia, mistero, dolore, amore, ricerca, coscienza e crescita, che rappresentano le tappe cruciali di un intenso cammino interiore.
IMMENSA ELSA MORANTE
Il romanzo di Elsa Morante, prima donna nella storia a vincere il premio Strega nel 1957 proprio con questa opera dalla prosa magistralmente commovente, persino struggente, è descrittivo e introspettivo. I tratti psicologici dei personaggi vengono descritti con abilità attraverso immagini e sensazioni tra favola e mitologia, a partire dal nome del protagonista. Arturo suscita empatia, perché la penna dell’autrice compie un grande miracolo: la narrazione dettagliata e limpida dallo stile pulito ed elegante avvolge il lettore fra le pieghe di questa storia ammaliante.
“Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell’antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli…Ma un altro motivo, tuttavia, bastava lo stesso a dare, per me, un valore araldico al nome Arturo: e cioè che a destinarmi questo nome (pur ignorandone, credo, i simboli titolati) era stata, così seppi, mia madre. La quale in sé stessa non era altro che una femminella analfabeta; ma più che una sovrana per me.”
IL ROBINSON CRUSOE ITALIANO
Le vicissitudini quotidiane sono descritte attraverso la grande forza evocativa degli stati d’animo dei vari personaggi. In primis quelli dell’inquieto adolescente protagonista/eroe di questo romanzo di formazione. Nulla accomuna Arturo, il Robinson Crusoe italiano, agli altri personaggi. Orfano di madre e sostanzialmente abbandonato dal padre è un bambino vivace e curioso, in lui prevale la passione e l’entusiasmo per la vita e le persone, nonostante il dolore profondo che lo opprime. Scorrazzando sull’isola, idealizza il padre, si gode a pieno la libertà assoluta insieme alla solitudine totale alla scoperta della vita. Con il passare di pochi anni, quelli che vanno dall’infanzia all’adolescenza del protagonista, Arturo compie alcune maldestre esperienze d’amore e si assiste al suo grande cambiamento interiore. Da un limbo primordiale si arriva alla fase di consapevolezza e disillusione.
Il lettore finisce per comprendere i gesti di ribellione di Arturo. Anche quando prova nostalgia per l’idea di passato che si era costruito nonostante le deludenti evidenze.
“E immediatamente mi rendevo conto che in realtà non c’era stato nulla, né frastuoni né terremoti; era il dolore, che usava quegli artifici maligni per tenermi sveglio e non lasciarmi mai. Esso non mi lasciò mai, difatti, per tutta la giornata! Era la prima volta, da quando vivevo, che conoscevo veramente il dolore.“
GLI ADULTI: UNO SU MILLE CE LA FA
Anche gli stati d’animo degli adulti intorno ad Arturo, personaggi a tratti discutibili, sono descritti con efficacia e precisione.
Le figure maschili hanno per lo più una connotazione negativa a partire dal padre, Wilhelm Gerace, distaccato e misogino, dalla sessualità e dai sentimenti ambigui. Suscita rabbia leggere del suo carattere anaffettivo e delle costanti assenze, della sua implacabile indifferenza di fronte al figlio e alla nuova giovane moglie, entrambi abbandonati a loro stessi.
“Mio padre non scriveva mai lettere, non faceva mai sapere sue notizie, né mandava nessun saluto. Ed era favolosa per me la certezza che pure egli esisteva, e che ogni istante da me vissuto a Procida, lo viveva lui pure in chi sa quale paesaggio, in chi sa quale stanza, fra compagni stranieri che io consideravo gloriosi e beati solo perché stavano con lui (non dubitavo, difatti, che la frequentazione di mio padre fosse il titolo di aristocrazia più ambito per tutte le società umane).“
L’Amalfitano, proprietario della Casa dei Guaglioni, con la sua misoginia getta le radici della famiglia Gerace, sembra dare un imprinting definitivo alla storia, una condanna perpetua. Persino Carmine, il fratellastro nato dalla nuova unione del padre con Nunzia, ha rubato ad Arturo, almeno così pensa il protagonista, quell’elemosina di attenzioni e amore che gli era rimasto. Solo il balio Salvatore ha la capacità di accudire e conservare nel suo cuore preziosi sentimenti salvifici.
Le donne del romanzo sono un affresco pieno di nostalgia e inquietudine. La madre è morta di parto e per lei il protagonista nutrirà nostalgia e idealizzazione. Nunzia, la nuova sposa del padre, si fa portatrice di un femminile inconsapevole, fragile e sottomesso, ma anche della passione amorosa non espressa, che nasce per la prima volta in Arturo. Le altre donne dell’isola, per lo più marginali, hanno una funzione specifica come Assunta, l’amante di Arturo, e l’ostetrica portatrice nel cuore del protagonista di vita e morte.
“Dalle altre femmine, un o può salvarsi, può scoraggiare il loro “amore”; ma dalla madre chi ti salva? Essa ha il vizio della santità… non si sazia mai di espiare la colpa di averti fatto, e, finché è viva, non ti lascia vivere, col suo amore.”
“Nessun affetto nella vita uguaglia quello della madre.”
L’ISOLA E IL MARE
L’isola di Arturo, Procida, è un arcipelago di vite. È il luogo fisico, per molto tempo l’unico luogo possibile, ma anche la culla della sua ingenuità, la madre mai conosciuta e quella acquisita, e il padre, immeritatamente mitizzato. È l’Eden, che porta dall’adolescenza all’età adulta, quando si sente finalmente pronto per andare a conquistare il suo futuro. È luogo di limite come le colonne d’Ercole, ma il mare intorno all’isola è anche luogo di conquista, che lo spingerà altrove, alla ricerca del vero.
“Spesso certi nostri affetti, che presumiamo magnifici, addirittura sovrumani, sono, in realtà, insipidi; solo un’amarezza terrestre, magari atroce, può, come il sale, suscitare il sapore misterioso della loro profonda mescolanza! Per tutta la mia infanzia e fanciullezza, io avevo creduto di amare W. G.; e forse m’ingannavo. Soltanto adesso, forse, incominciavo ad amarlo. Mi accadeva qualcosa di sorprendente, che certo in passato non avrei potuto credere, se me l’avessero predetta: W. G. mi faceva compassione.“
Leggendo questo romanzo, non si può fare a meno di confrontarsi con le illusioni e i voli pindarici del protagonista, attraverso i quali si assapora la libertà come salvagente temporaneo. Questo atteggiamento è molto comune, soprattutto in tenera età, salvo scoprire che il passaggio attraverso il dolore, la nostalgia e la disillusione, invece, è l’unico modo per superare le difficoltà, evolvere e crescere. Il mare, simbolo per antonomasia dell’elemento acqua, emblema del principio femminile e della rinascita vitale, è il mezzo che porta altrove. Ci vuole coraggio e onestà con sé stessi e con l’altro per andare incontro al nuovo mondo che attende.
“Presto, ormai, per me, incomincerebbe finalmente l’età desiderata in cui non sarei più un ragazzino, ma un uomo; e lui il mare, simile ad un compagno che finora aveva sempre giocato assieme a me, mi porterebbe via con lui, a conoscere gli oceani, e tutte le terre, e tutta la vita!”
Grazie al fascino che mi aveva investito la prima lettura, ho nutrito il desiderio di rileggerlo. L’ascolto di questo romanzo su Audible, attraverso la suadente voce di Iaia Forte è stata un’esperienza sensoriale ed emotiva doppiamente immersiva. Da questo meraviglioso romanzo è stato tratto anche un film nel 19662 per la regia di Damiano Damiani. Buona lettura e buon ascolto.
Elena Cattaneo, cremonese di nascita e romana di adozione, è appassionata di arte e comunicazione. Come insegnante, editor e web reporter vive la sua città anche dopo diversi anni con la curiosità e la sorpresa di una turista. A seguito della Laurea in lingue e il perfezionamento in Scienze della Comunicazione si è dedicata in maniera trasversale alla comunicazione d’impresa.
Ha coltivato nel tempo svariati interessi culturali con il gusto della scoperta artistica e del confronto umano.