DOPPELGÄNGER. Chi cammina al tuo fianco.

Doppelgänger_foto-Valeria-Tomasulo (6)con Chiara Condrò, Katiuscia Magliarisi, Francesco Polizzi
consulente cinematografico Leopoldo Santovincenzo
enigmistica Ilaria Pulcini
video Gaetano Polizzi
scenotecnica e luci Giacomo Cursi
ideazione scenica Christian Angeli
regia Gruppo Number9
una produzione Nutrimenti Terrestri
in collaborazione con Rialto Santambrogio
ufficio stampa Sabrina Ramacci
foto Andrea Littera
grafica Francesco Croce

In scena a Roma al Teatro Cometa Off di Testaccio dal 21 al 26 Aprile, Doppelgänger è letteralmente il doppio viandante, un duplicato spettrale o reale che cammina al nostro fianco. È un sosia e un gemello, quell’altro da sé indistinguibile, uno specchio che non sa riflettere.
Chi l’ha detto che è l’odio a ispirare un assassinio? L’amore fa più male. Perché può essere più forte ed ostinato dell’odio stesso, il suo adorato e inseparabile fratello.
Questo spettacolo ha in sé il fascino intramontabile del vecchio cinema anni ‘50, il testo è infatti un “pastiche” di film noir statunitensi di quegli anni, frutto di una scrittura collettiva guidata da Christian Mario Angeli che ha anche firmato l’ideazione scenica. Sua è l’idea di trasporre nella messa in scena dal vivo quegli effetti di montaggio incrociato tipici del registro cinematografico.
Nel ruolo del narratore interno, Francesco Polizzi è lo psicologo romantico alle prese con un omicidio già commesso. Il colpevole ha due facce ma lo stesso sorriso. Lo stesso è il rossetto, i capelli e il vestito. Cambiano solo le lettere, una R e una T, legate al collo come una minaccia infantile di identità e separazione. Rebecca e Teresa, rispettivamente Katiuscia Magliarisi e Chiara Condrò – così belle che quando le vedi quasi non ci credi, saltate fuori dagli schermi di una vecchia Hollywood proiettata ai lati opposti della scena – sono le sorelle gemelle, i due volti dello stesso delitto, due strade parallele sul filo rotto di un’unica passione.
Con la sua tormentosa disambiguazione del reale, Doppelgänger provoca e lascia un voluto senso di smarrimento e una domanda che ha già giocato tutte le sue risposte.
E’ la prova inconfutabile che la realtà sia confutabile, che la verità non è mai così reale da poterci credere e che la vita è infine uno spettacolo che deve continuare. E’ anche e soprattutto il sospetto costante di aver sbagliato sorella, di non aver capito ancora dopo un’ora di quale ci eravamo innamorati. Forse perché non è stato possibile fin dall’inizio scegliere tra la vittima e l’assassina, quella brava e la cattiva. E perché in fondo che differenza c’è tra due gemelle?

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