Un giorno, passeggiando nel supermarket Eataly a Roma, ho trovato delle scatole di latta, vendute per 8,90 euro l’una, con belle etichette disegnate che ritraevano mucche e galline. L’ottimo design dell’etichetta mi incuriosisce subito, uno stile curato ed elegante. La scritta “Real Shit” mi mette un po in allarme, credendo che fosse uno scherzo mi avvicino, e con grande sorpresa capisco che il prodotto in vendita è veramente “vera cacca”, o “PouPou” o meglio “Merda” per chi non ha paura dei francesismi.
Forse un prodotto da regalare ad un attore alla sua prima teatrale, un presente simpatico quando si augura il successo indirizzando un “Merd!” a chi si appresta ad entrare in scena… è il gergo dei teatranti questo ma non credo che chi ha allestito lo scaffale abbia pensato a questo. Allora penso si tratta di Coprofilia, e forse gli acquirenti di questa Real Shit sono in realtà assidui frequentatori di Shit Cty, orrendo sito web dal quale uno dei co-ideatori di questo Magazine, il mitico Michele Princigalli, ci metteva in guardia. Ricordo le sue parole e quando vedeva qualcuno fare un cattivo lavoro esclamava :”non siamo mica su ShitCity qui!”.
Ma in realtà, dopo aver chiesto spiegazioni al banco informazioni, ho compreso che si tratta di un prodotto per il giardinaggio, la cacca degli erbivori è puzzolente ma è anche un concime naturale che dicono essere eccellente. Certo pagare 8,90 euro per un barattolo 750 grammi di letame di campagna è veramente una cosa su cui riflettere attentamente.
Son certo si tratta di una mossa pubblicitaria, una di quelle cose alla Andy Warhol o meglio alla Oscar Wild la cui filosofia “Bene o male, purché se ne parli” è la formula magica che apre la strada del successo.Eppure le vie del Radical Chic non sono mai prevedibili, signori in maglietta polo, ovviamente di marca, hanno acquistato il barattolo per far crescere il basilico in terrazzo; parlano di coltivare in terrazzo e lo chiamano “orto urbano” e sono tranquilli alla cassa pagano la cacca a 12 euro al chilo perché cosi’ il basilico verrà profumatissimo.
Personalmente ho invece colto l’ironia espressa nell’etichetta, sopratutto leggendo la sezione dove c’è scritto in inglese “Real shit – smell the difference” (“Vera Merda – Odora la differenza”). E di certo mi è subito balzata in mente quell’idea geniale di vendere la propria cacca.
Qualcuno ricorda la Merda D’artista?
Dobbiamo rammentare che non è la prima volta che la cacca si vende a caro prezzo. Ricordiamo subito l’artista Piero Manzoni, che nel 1961 inscatolò i propri escrementi , gli diede l’etichetta di “Merda d’Artista” e li trasformò così in opere d’arte vendute letteralmente a peso d’oro.
Il 12 agosto 1961, in occasione di una mostra alla Galleria Pescetto di Albisola Marina, l’artista Piero Manzoni presentò la sua nuova opera moderna, le 90 scatolette (rigorosamente numerate) di Merda d’artista (“contenuto netto gr.30, conservata al naturale, prodotta ed inscatolata nel maggio 1961”). Il prezzo fissato dall’artista per le corrispondeva all’esatto valore corrente dell’oro, 30 grammi di cacca d’artista costavano quanto 30 grammi di oro puro.
E’ necessario puntualizzare che i barattoli di Piero Manzoni non sono originalissimi e questa idea dell’escremento nell’arte ha alcuni precedenti, sopratutto nell’arte del Novecento. Salvador Dalì, Georges Bataille, e prima di tutti Alfred Jarry con “Ubu Roi” (1896), avevano dato dignità letteraria alla parola “merde”. L’arte ha sempre giocato con questo argomento, dall’orinatoio di Duchamp (“Fontaine”, 1917) alle coprolalie surrealiste.
La vera novità di Piero Manzoni è quella di avere collegato l’arte alla riflessione sul ruolo dell’artista di fronte all’ autoreferenzialità dell’opera d’arte.
Lo spunto di riflessione è ancora più ampio se pensiamo che al giorno d’oggi la merda d’autore è comunque considerata un’opera d’arte tanto da avere una sua quotazione importante nel mercato tanto che uno di questi esemplari è stato messo all’asta da Sotheby’s per la modica cifra di 124mila euro.
Quindi ci tengo a precisare la ditta che produce la Real Shit sembra non abbia nulla a che fare con Ocar Farinetti di Eataly, il quale si limita solo a distribuirla.
Real Shit è una di quelle imprese che conosce bene le tecniche di marketing e che infatti definisce il proprio barattolo come un vero e proprio piccolo capolavoro. Il fondatore dell’azienda sulla pagina web ufficiale racconta:
“Un giorno mi sono svegliato e ho realizzato: la mia vita è una merda. Abiti in un appartamento di merda, nel quartiere più merdoso di una città di merda, mi ricordò una vocina nella mia testa. Quella mattina ho capito due cose: avevo un disperato bisogno di cambiar vita ed era evidente che avessi un particolare talento per la merda”.
Letto questo più che altro ci appare sempre più una sorta di provocazione commerciale e anche un modo divertente per fare de business in maniera alternativa.
Il problema vero che si scorge nell’affrontare certi argomenti è che Real Shit non è l’unico prodotto sul mercato fatto con sterco di mucca e che viene venduto a a prezzi da gioielleria.
Infatti cercando sul web scopro che c’è invece chi vende lo cacca di mucca prendendosi molto seriamente, e addirittura propone il suo “prodotto” come un qualcosa di alternativo e spirituale attribuendogli anche delle proprietà mistiche. Stiamo parlando del “Preparato 500” chiamato anche “cornoletame”.
Secondo la definizione data in wikipedia il preparato 500, altrimenti detto Cornoletame è, nell’agricoltura biodinamica, descritta da Rudolf Steiner, un preparato costituito da letame di vacca messo in un corno, sempre di vacca, che abbia partorito almeno una volta e sotterrato per lasciarlo fermentare durante l’inverno. Il composto viene recuperato nei giorni prossimi alla Pasqua. Viene distribuito, miscelato (in gergo dinamizzato) e diluito con acqua, con lo scopo (non dimostrato) di incrementare la resa produttiva del terreno.
Questo prodotto rappresenta una delle chiavi di volta dell’agricoltura biodinamica descritta da Rudolf Steiner. Il “cornoletame” , secondo questa filosofia di coltivazione, va seppellito nel campo in autunno e deve essere lasciato a maturare durante l’inverno. A primavera il preparato può essere finalmente dissotterrato, viene allora “dinamizzato” attraverso l’inserimento in acqua all’interno di un contenitore di rame e sopratutto deve essere dinamizzato in totale assenza dei campi magnetici come quelli dei telefonini. Una volta dinamizzato questo prodotto deve essere sparso nel campo in una giornata piovosa cosi’ che la terra venga concimata.
Il prezzo di questo preparato fa apparire la Real Shit come un prodotto economico per giardinieri da strapazzo, infatti un solo chilogrammi di Preparato 500 , o conoletame, viene venduto su internet anche a 130 dollari australiani, più o meno 100 euro…
Per finire
In conclusione questo Real Shit più che una scatoletta di cacca appare come una vera e propria fotografia del nostro momento storico in cui ciò che continua a tirare e a valere sono solo cose e concetti poco utili e puzzolenti ma … inscatolate ad arte …
Igor W. Schiaroli è esperto di “new media”, di estrazione economico matematica è specialista e appassionato di tecnologie, internet, editoria, economia e nuovi media. Esperienza nel settore internet, web e dell’editoria. E’ anche un reporter indipendente e scrittore, ma sopratutto un tecnologo ed economista appassionato di scienza e viaggi.
Ha avuto ruoli importanti per importanti aziende che operano nel campo dei media e delle telecomunicazioni sia italiane che internazionali.
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