Toccante, intimista, ovattato come la neve che ammanta la scena, intriso di un discriminatorio dolore e di una pudicizia purtroppo ancora troppo attuale nel mondo a più velocità che ci avvolge.
Il monologo in un dolce e musicale dialetto è un toccante viaggio intimista in una confessione postuma di un figlio ad una madre ormai morta in una provincia ancorata a schemi e rapporti che dovrebbero essere da decenni sdoganati in un Italia mai veramente all’avanguardia e piena di discriminazioni per un diverso, ma poi diverso da chi, da chi si è assunto l’arrogante compito di indicare la linea di condotta.
E’ un percorso a ritroso nei ricordi di effimero piacere e superficiale felicità che arde nel breve volgere di un battito di ciglia e di dolori mai sopiti nei rifiuti mai metabolizzati completamente che hanno reso questo mite uomo stanco, stanco di lottare e che solo in questo momento, in questo luogo, un cimitero si sente finalmente libero di svelarsi ad una madre il cui immenso amore aveva dato la forza di comprendere attraverso le pieghe dell’animo questo figlio più a fondo di quanto lui pensasse e di accettarlo con le sue peculiarità ritenendo unici ognuno di noi e meritevole di una accettazione completa e di un amore vero.
Ma non è ancora questo il tempo e quindi in una struggente metafora l’attore si sdraia vicino alla madre in un intimistico abbraccio e si cerca di coprire con la neve presente, bianca come la purezza del suo animo, a voler congelare le attese e le giuste e aspettative di una vita serena e piena, come chiunque dovrebbe ambire, a tempi migliori tra almeno un secolo….
Quando lo abbiamo Visto:
31 gennaio 2017
In scena dal 31 gennaio al 5 febbraio 2107 al Teatro India
MASCULU E FìAMMINA
di e con Saverio La Ruina
musiche originali Gianfranco De Franco
collaborazione alla regia Cecilia Foti
scene Cristina Ipsaro e Riccardo De Leo
disegno luci Dario De Luca e Mario Giordano
audio e luci Mario Giordano
organizzazione Settimio Pisano
TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Biglietteria Teatro di Roma
tel. 06.684.000.311 / 314
www.teatrodiroma.net
Orari spettacolo
31 gennaio, 3 e 4 febbraio ore 21 I 1 e 2 febbraio ore 19 I 5 febbraio ore 18
Durata spettacolo:
1 ora e 25 minuti
Produzione Scena Verticale
L’idea di base è che un uomo semplice parli con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”, l’esistenza intima che viveva e che vive.
Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche.
Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo.
In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.
Il primo reading in fieri è stato presentato a settembre 2015 nell’ambito del festival Garofano Verde di Roma.
Laureata in Economia e Commercio a Roma è appassionata di fotografia, arte e letteratura. E’ attualmente marketing director presso WAYAP (www.wayap.it)