Siamo stati al TEDxRoma 2017 ho trovato i relatori spettacolari, tanti gli interventi dalla democrazia fino alla cibersecurity. Un sold out per una giornata organizzata perfettamente, tanti ragazzi da tutto il mondo, si è immaginato e cercato di parlare del nostro prossimo futuro dei prossimi 20 anni.
Direi oggi è il 2037, parlare quindi del tempo è necessario. Possiamo già vederlo questo futuro grazie alle nostre scelte attuali, dipende da noi il nostro futuro, saremo chiamati a dar le motivazioni e gli obiettivi di tali scelte.
Relatori eccellenti hanno affrontato tematiche dall’ etica al progresso, dalle tecnologie di frontiera, sul senso della democrazia, dignità e divulgazione, dell’economia, della medicina di frontiera. Spunti per guardare al futuro che regalare all’umanità una prospettiva migliore.
Intervisto la curatrice di TEDXROMA, Emilia Garito – ingegnere informatico – CEO di Quantum Leap – Ideas for Sale – società leader in Italia nella consulenza in Trasferimento Tecnologico, Patent Brokerage e Open Innovation , oltre che IBM Watson AI XPRIZE Ambassador . Da quattro anni è entusiasticamente dedicata a creare una grande community TEDxRoma.
Intervista a Emilia Garito, curatrice di TEDXROMA
1)Parliamo come nasce questa curatela di TEDxRoma?
Quest’anno abbiamo voluto concentrare l’attenzione su un sentimento e su un’esigenza comune a tutta la società contemporanea, ovvero la necessità di ipotizzare un futuro che possa mettere al centro delle scelte l’uomo. E’ stato questo l’evento TEDxRoma sull’etica del progresso e per tale ragione abbiamo voluto parlare di un futuro prossimo, non troppo lontano, a cui rivolgere lo sguardo con maggiore responsabilità.
Certo, oggi e’ veramente difficile prevedere il futuro, ma la nostra conclusione è che forse possiamo analizzare il presente e capire quali siano le nostre tendenze e, soprattutto, dove debbano essere riposte le nostre speranze.
2) La filosofia di TEDx in tre espressioni?
Multidisciplinarietà di argomenti trattati con onestà e competenza, proposti da persone diverse e provenienti da diverse culture.
Inclusione, condivisione, libertà e autenticità sono ingredienti fondamentali per poter intercettare e divulgare le idee che meritano di essere diffuse.
TEDx è come un movimento di persone che si incontrano, fisicamente e virtualmente, su argomenti e visioni e grazie alla cui energia viene generato un fenomeno di positività e di proattività contagioso, anche quando le diverse opinioni non convergono; poiché l’ispirazione è quella rispettare l’idea altrui e grazie ad essa trovare ove possibile soluzioni e visioni ancora più giuste.
3) Questi 4 anni di Tedx cosa ti portano? Cosa cambieresti e Cosa lasceresti?
Portano esperienza naturalmente, conoscenza, comprensione dei propri limiti e lavoro continuo su sé stessi e sul progetto sempre in crescita. A questo punto non cambierei nulla, ma lavorerei ancora meglio su quello che abbiamo realizzato insieme a un Team ormai solido. Ne abbiamo viste e passate insieme, ma credo che il futuro ci vedrà sicuramente coinvolti nel prenderci cura della nostra community, magari attraverso la realizzazione di eventi intermedi e di dimensioni più piccole, e nell’offrire contenuti sempre più orientati a stimolare una conversazione positiva su diversi temi.4) Le nostre scelte attuali, sulle nuove frontiere, come potranno influenzare il 2037?
Spesso si pensa che il futuro è inevitabile e che soprattutto è inevitabile subirlo o, comunque, viverlo passivamente.
Credo che una maggiore consapevolezza di ciò che già adesso stiamo usando, del come e del perché lo stiamo facendo, sia fondamentale per orientare le scelte di chi ha il potere di applicare la tecnologia e il progresso anche al fine di interessi economici. Negli ultimi 20 anni credo sia stata troppo sbilanciata la scelta di utilizzare alcune tecnologie non sempre allo scopo di migliorare le nostre vite e o di trovare soluzioni ai diversi problemi, piuttosto verso la creazione di nuovi modelli di business che fossero finanziariamente interessanti. Con questo non si può certo dimenticare il grande passo avanti fatto dalla medicina e dalla scienza in generale, ma il punto è che noi come società ci siamo comunque prestati spesso a essere prodotto e non utilizzatore di molte apparenti facilities di grande tendenza, spesso inconsapevoli di come i modelli economici che ne sono susseguiti in parte abbiano portato importanti problemi sociali e disuguaglianze gravi.
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Se pensiamo dunque all’impatto che le nuove tecnologie di frontiera potrebbero avere sulla nostra quotidianità, e penso dunque all’intelligenza artificiale, è facile immaginare come il progresso dei prossimi 20 anni potrebbe portare con sé ulteriori squilibri a cui, sono sempre più convinta, che tocchi un po’ a tutti noi far fronte con la competenza, la partecipazione ad una discussione globale e soprattutto ritenendoci assolutamente parte attiva del processo di costruzione del nostro futuro.
Promuovere dunque una riflessione aperta sull’etica del progresso, e anche sulle questioni economiche e sociali in chiave globale, credo sia un passo importante per porre le basi della necessaria consapevolezza nella costruzione del nostro domani e orientare le scelte attuali verso un fine forse ambizioso, ma sicuramente necessario, di miglioramento comune e crescita sostenibile per la nostra intera società.
5) le tematiche scelte quest’anno, come e perché?
Siamo partiti dal concetto dei “confini porosi” della prima sessione per indicare come nel passaggio tra le due epoche in cui oggi siamo e nel confine tra le diverse culture e società, in mezzo tra le tradizioni e i nuovi bisogni, oggi esiste quella porosità intesa come luogo di contaminazione in cui i differenti elementi si trovano a coesistere e dalla cui interazione dipendono le soluzioni più virtuose.
Un luogo, dunque, in cui osservare il presente e pianificare il futuro in maniera da includere la richiesta di cambiamento e rispettare le diversità. In questa sessione abbiamo parlato delle nostre città future, dei possibili sistemi energetici, di come immagineremo le nuove professioni e di come penseremo all’alimentazione delle nostre popolazioni e alla loro coesistenza.
La seconda sessione ha raccontato il fenomeno dei “mondi fluttuanti”, ovvero quei mondi nuovi che rispetto al passato stanno perdendo i solidi punti di riferimento e che sono lì a generare nuove realtà in cui tocca a noi costruire i pilastri del prossimo futuro. Tecnologia e medicina, informatica e robotica, creatività e nuova economia, sono oggi sempre più interconnessi e questa nuova dimensione di incontro e di scontro tra le diverse discipline è la base del futuro che vivremo attraverso un paradigma completamente nuovo. Nella multidisciplinarietà si troveranno dunque le nuove frontiere, da capire e soprattutto da gestire.
In terza sessione abbiamo affrontato il tema della società e della democrazia del domani. L’abbiamo chiamata “Utopia di un futuro positivo”, per evocare un messaggio di speranza che in pieno è arrivato al nostro pubblico. Il riferimento è ovvio, e voluto, a quella bella utopia che Platone auspicava nella sua visione del tempo di Zeus, pensando ad una umanità dotata di libertà e capacità, ma che al contempo lui stesso temeva pensando ai potenziali risvolti fallimentari che la troppa libertà, e quindi la democrazia, avrebbero generato se non solidamente supportate dalla competenza e dall’onestà.
Posso dire che ciò che in maniera molto personale mi ha ispirato questo tema è il fatto che ormai è diffusa l’idea che la democrazia, così come la conosciamo, sia giunta alla sua fine. Sembra infatti che i modelli fin qui rappresentati abbiano fallito. L’epoca del digitale ha trasformato la comunicazione creando grandi opportunità e rispettando il pensiero individuale, ma ha anche amplificato il rumore generato dall’incompetenza o semplicemente dalla superficialità.
Sarebbe interessante comprendere quanto di questo abbia realmente influenzato il nostro presente e come, su tale base, potremmo immaginare un futuro che sia etico, inclusivo e quindi positivo e fondato sui principi di verità e meritocrazia, come Platone auspicava. Tuttavia non credo sia possibile avere una risposta su questo, e forse non è necessaria. Forse l’unica reale possibilità è guardare avanti e ripensare al concetto di Democrazia e al suo significato.
E’ stato questo il fine della sessione all’interno della quale si è parlato di diversi punti di vista, di amicizia, di passato e di futuro, per concludere con il messaggio di Zimbardo che incoraggia la creazione di una società di giovani super eroi di tutti i giorni. Dovremmo imparare a ripeterci tutti: “I am an everyday hero every day”.
6) Parliamo di cibersecurity, uno degli argomenti trattati, molto entusiasmante l’approccio. Siamo sempre più legati alla cibernetica, quanto bisogna tutelarsi e perché?
E’ di fatto lo strumento della guerra silente, già in corso, molto sottovalutata, ma che spaventa i governi impotenti di fronte all’imprevedibilità e alla velocità con cui le tecniche di hacking si stanno diffondendo. Personalmente credo, e spero, che i vari Governi metteranno in atto sistemi di Difesa in tempi velocissimi per colmare il gap che oggi li separa da chi già sta attuando attacchi cibernetici. E’ una priorità e un tema su cui bisogna agire rapidamente, non si tratta di una questione politica, è molto di più, è il tema della sicurezza nazionale per ciascun Paese.
7) La tecnologia quanto incide nella nostra vita, e quanto lo sarà sempre nel futuro?
Dipende da quale tecnologia, ma in ogni caso un po’ tutte saranno permeanti dei nostri futuri modelli comportamentali. È per questo che proprio adesso in questa nostra epoca è necessario avere maggiore consapevolezza. Il SW sarà sempre più invasivo e determinerà nuovi scenari professionali. Molti posti di lavoro si perderanno, e altre professioni si dovranno creare. Ma nonostante i numeri oggi ipotizzati e i pronostici più attendibili, è difficile prevedere la capacità di adattamento della popolazione ad un cambiamento epocale così radicale e veloce.
Si parla di creatività come alternativa ai lavori professionali basati sulla tecnica, perfettamente replicabile dalle macchine, ma la domanda che mi pongo è, supponendo pure che la nuova società possa essere in grado di divenire più creativa e di costruire un’offerta professionale basata sulla creatività decisamente copiosa e poliedrica, come mai visto prima nella storia, come faremo a costruire una domanda in grado di esautorare l’offerta? In sostanza, quale dovrà essere il modello economico capace di rendere il meno ampia possibile la forbice tra domanda e offerta nel nuovo mondo del lavoro e soprattutto che non sia troppo a svantaggio della seconda? E’ forse il caso di rallentare di un po’ il progresso in attesa del raggiungimento di un più equo punto di equilibrio? Lascio agli economisti l’ardua risposta.
8) Etica e tecnologia, quale stretto legame?
Si dice che a volte il fine giustifica il mezzo. Questo vale ancora di più quando il fine è l’Etica e la tecnologia è lo strumento che consente il pieno raggiungimento di questo fine. Per me non può valere il contrario, ce lo insegna la filosofia, lo attesta la storia, lo richiede oggi più che mai il nostro pianeta.
9) Cosa desiderate trasmettere al grande pubblico della TEDx? Giovani ma anche molti adulti coetanei?
Il senso della possibilità di fare le cose in cui si crede. Il messaggio dell’importanza del confronto intellettuale oltre confine. La voglia di incontrarsi gli uni gli altri all’interno della community e di creare valore insieme attorno a ciascuno, superando barriere e pregiudizi.
10) Quale argomento non trattato ancora le piacerebbe che venisse fuori?
La comunicazione interculturale. Le sue modalità e gli impatti che si possono generare attraverso i diversi linguaggi e modelli di comunicazione. Mi affascina pensare che ci possa essere comprensione e affinità tra persone apparentemente distanti che in realtà trovano come unica barriera tra essi il diverso linguaggio di comunicazione. E al contempo l’idea che persone che condividono lo stesso linguaggio di comunicazione e che appartengono alla stessa cultura possano invece non comprendersi. Il linguaggio è il SW della popolazione contemporanea, ciò attraverso il quale viaggiano i messaggi, i dati e le intuizioni. Penso che spesso viviamo tutti in un inutile misunderstanding e mi piacerebbe esplorare nuovi percorsi e strumenti
11) Cosa vorresti fare in futuro? Progetti?
Ne sto già facendo di diversi tipi e dimensioni. Vorrei però farne uno, uno solo, che abbia il pregio di creare un ecosistema funzionante nel nostro Paese in un settore specifico e strategico per la crescita di quel settore prescelto, che per me resta essere l’Innovazione Tecnologica.
Credo nella grande potenzialità inventiva dell’Italia, grazie alla Ricerca nazionale apprezzata in tutto il mondo e credo che, sempre in senso etico, l’obiettivo di punta del nostro Paese debba essere lo sviluppo e la crescita delle proprie eccellenze tecnologiche e scientifiche. Vedo tutti i giorni opportunità che si scontrano contro l’assenza di un sistema di promozione adeguato, anche se molti passi avanti sono stati fatti. Il primo progetto che metterei in atto è quello di iniziare a creare una consapevolezza diffusa delle eccellenze tecnologiche del nostro Paese; non possiamo ritenere noi stessi italiani per primi di avere come punti di forza il turismo, la moda e il cibo, quando siamo invece uno dei primi paesi al mondo per numero di pubblicazione scientifiche. Bisogna cambiare completamente la percezione del nostro Paese al nostro interno e all’esterno, se vogliamo partire dal nostro vero DNA e valorizzarlo al meglio.
12) e per terminare, io darei come voto 10/10 per il progetto TEDxRoma 2017, come lo valuti tu da l’interno, dove è sempre più difficile la visione?
Quest’anno senza falsa modestia, dato il lavoro profuso e le limitazioni imposte dal fatto di essere volontari e quindi TEDxrs, lo valuto 9/10. Per l’energia e il senso di positivà che i nostri speakers hanno lasciato alla nostra community e a noi tutti del Team di TEDxRoma.
TED è un’organizzazione non-profit votata alle «idee che meritano di essere diffuse» – «Ideas Worth Spreading». L’obiettivo del TED è quello di diffondere idee che abbiano valore ed è questo lo spirito che animò la prima conferenza TED organizzata nel 1984, che durò quattro giorni e il cui scopo principale era quello di riunire persone provenienti da tre mondi: Tecnologia, Entertainment, Design. Da allora i suoi orizzonti si sono ampliati sempre di più. Durante la conferenza annuale – la «TED Conference» che si tiene ogni anno a Vancouver , British Columbia – gli speaker sono invitati a raccontare le proprie idee e intuizioni, attraverso discorsi e presentazioni della durata massima di 18 minuti. Questi racconti di pensieri, idee, azioni, spunti di riflessione, di azione e di immaginazione sono raccolti sul sito www.ted.com e messi a disposizione degli utenti del web.
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.