Si respira una aria diversa in questi giorni al Palazzo del Quirinale a Roma, ci tuffiamo in un primo nuovo viaggio nel contemporaneo in un dialogo con l’antico. Il Palazzo del Quirinale ospita per la prima volta una mostra d’arte contemporanea: “Da io a noi. La città senza confini”, ideata e promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT, Direttore Generale Federica Galloni e dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.
La prima mostra d’Arte contemporanea “Da IO a NOI. La città senza confini” è aperta fino al 17 dicembre 2017.
L’Arte dialoga con le periferie urbane e ci porta con dolcezza, forza, libertà e con studio antropologico- sociale nei luoghi più crudi della nostra bella Italia. Un aria piena di speranza e desiderio di cambiamenti in questa mostra, nelle sale troviamo artisti che vanno e vengono, intellettuali, curiosi,..tutti per questo nuovo progetto a cura di Anna Mattirolo.
Sono 22 gli artisti italiani ed internazionali presenti (residenti o spesso attivi nel nostro Paese). Sono stati invitati a confrontarsi con lavori sulle metropoli d’oggi giorno senza confini evidenziando lo loro potenzialità ad allestiti nella Galleria di Alessandro VII e nelle sale contigue:
Lara Almarcegui, Rosa Barba, Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi, Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa, Tobias Zielony
La ricerca artistica è frutto della collaborazione di un comitato scientifico, presieduto da: Federica Galloni e composto da Vincenzo de Bellis, Carolina Italiano, Luca Molinari, Chiara Parisi, Andrea Segre, Esmeralda Valente.
Un viaggio tra Paesaggi urbani e incompiuti, sobborghi sperduti, case popolari délabré, campi, infrastrutture dimenticate in lotta continua con le città che si espando sempre di più…la periferia è il punto focale da dove far rinascere la nostra società e perno del nostro mondo contemporaneo. Oggi la globalizzazione ci porta in questo scenario, come nella maggior parte del mondo, definita “postmetropoli”. La periferia cerca nuovi spazi e le trova oltre i suoi confini, ibridandosi in altre tipologie di spazi, oggi più che mai multiculturale.
La periferia è lo specchio della nostra società, un nuovo modo di abitare la città contemporanea, per evidenziare conflitti, paure, distanze, ma anche nuove relazioni, accoglienza nella ricerca della stabilità, troviamo identità diverse che dialogano tra loro senza la paura del diverso o dell’insolito, e si creano nuove forme di comunità in continuo mutamento.
L’Arte oggi ci porta a riflettere a voler cercar un cambiamento ad interpretare nuove strade da percorrere all’interno delle periferie e del territorio. Le opere esposte sono tutte molto forti, tutte ci fanno riflettere, ci catapultano nelle città, nella storia di persone, nella vita di tutti i giorni di questo universo periferico. Sono state scelte diverse opere da collezioni, musei, spazi pubblici, alcune rimarchevoli, vorrei far questo viaggio con voi su alcune opere che ci colpiscono in modo particolare…
Entriamo ben accolte da giovani colti ragazzi che si trovano nelle sale e il nostro sguardo si ferma sulle splendide opere di Alessandro Piangiamore che ricrea su lastre la natura e con maestria si scoprono nel cemento elementi vegetali dalla serie ikebana; nel percorso si passa una piccola sala del balcone dove a destra scopriamo delle piante stranamente strette e sorrette da dei piccoli pezzi di legno per sottolineare come i nostri palazzi costruiti senza controllo, non sempre riescono a sorreggersi gli uni con gli altri… Si arriva nel percorso all’istallazione di Claire Fontaine immergendosi nell’umanità della Banlieu in questo caso di Parigi e ci parla del realismo sociale con cui vieni per forza trascinato all’interno dei sei personaggi, partecipando che tu in questo dialogo continuo con lo spettatore.
Di lato, l’opera di Tobias Zielony ci descrive le Vele di Scampia, simbolo del degrado ma con un occhio cosi formidabile da farcele vedere belle, piene di ordine ed equilibrio. In fondo di forte impatto visivo l’opera di Sislej Xhafa dal titolo “Whisper Harmony” realizzato con una serie di bagni ecologici con le antenne, per ricordarci che ovunque siamo collegati nella comunicazione odierna.
A seguire troviamo la sala dell’Appropriazione ci comunica dinamiche informali per farci rivivere lo spazio nelle periferie…come l’opera di Vedovamazzei che a primo accenno ci fa pensare alla favola della principessa sul pisello, una pila di materassi che sostiene però una bicicletta, la stessa del campione Fausto Coppi, come un mausoleo storico ironico. In questa Sala grande troviamo anche “i turisti” di Maurizio Catelan, qui e li piccioni imbalsamati, che vivono e si appropriano in silenzio le nostre città con grande umorismo e ci colpisce l’opera light attualizzata di Alfredo Jaar “il vecchio mondo sta morendo.
Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”, direi di non dare spazio ai mostri ma alla bellezza. Passiamo alla Sala dell’integrazione e accoglienza e ci colpisce l’opera di Mona Hatoum, la trovo geniale, un tappeto intrecciato con fili elettrici dove terminano lampadine accese, che si illuminano e si spengono a seconda del respiro, l’immaginario caotico della vita domestica. Arriviamo, dopo questo momento di inquietudine quindi alla sala della Meraviglia, dove troviamo un lavoro sui ricordi di Flavio Favelli con le vecchie lumarie dismesse delle ditte pugliesi, romantiche e malinconiche e poi ci appaiono dei magnifici cubi effimeri colorati che si autodistruggeranno col passare nel tempo di Laura Favaretto, formidabili sculture minimaliste create da coriandoli pressati dal titolo “the man who fell to earth” la geometria abbandona la perfezione ideale a contatto la realtà.
La mostra: Il progetto muove dalla riflessione sulla questione della periferia: “utilizzando i diversi linguaggi dell’arte contemporanea – pittura, scultura, fotografia, video, installazione – per restituire una dimensione poetica di una società in trasformazione, seguendo le tracce lasciate dall’uomo sul territorio, le forme di paesaggio che l’azione umana genera, gli oggetti che perdono la mera funzione pratica per acquisire il valore di testimonianza del percorso di un’esistenza, l’identità che quel nuovo ambiente, così generato, è in grado di trasmettere. Al centro della considerazione degli artisti è, infatti, un doppio sguardo che oscilla dalla condizione individuale a quella collettiva, restituendo un immaginario visibile attinto da storie e vissuti invisibili: narrazioni che si sviluppano nel contesto di periferie avvertite come luoghi senza confini, labirintici e in continuo mutamento nelle quali le persone tratteggiano il loro difficoltoso percorso di conquista di una propria, a volte trasformata, identità.
Il Quirinale è uno dei luoghi principali in cui si svolge la vita della Repubblica italiana. La visita del Palazzo, con l’apertura quotidiana e l’accesso del pubblico a nuovi ambienti, conduce alla scoperta di un patrimonio di arte, storia e cultura di inestimabile valore, espressione dell’operosità, della creatività e del genio degli italiani; permette allo stesso tempo di conoscere la sede in cui il Presidente della Repubblica svolge le sue funzioni, incontra le alte cariche istituzionali, i rappresentanti degli altri Stati e degli organismi internazionali, gli esponenti della società civile, i cittadini. Il Quirinale è un Palazzo vivo e vitale per la nostra democrazia, protagonista oggi come ieri della storia del Paese, e come tale costituisce a pieno titolo la Casa degli italiani.” Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Info e Modalità di prenotazione:
Dal 24 ottobre al 17 dicembre 2017 il Palazzo del Quirinale ospita la mostra d’arte contemporanea: “Da io a noi. La città senza confini”.
L’accesso alla mostra non comprende la visita al Palazzo del Quirinale.
Ingresso: Via del Quirinale all’altezza di Via della Consulta – 00187 Roma.
Giorni di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica –
Orario: dalle 10.00 alle 16.00. Ultimo ingresso ore 15.00
La visita ha la durata massima di un’ora
È necessario presentarsi 15 minuti prima dell’orario di inizio della visita. La mostra è gratuita.
La procedura di prenotazione per l’accesso comporta un costo di € 1,50. La prenotazione è nominativa, non cedibile e si può effettuare con le seguenti modalità:
prenotazione on line / book your visit
tramite Call center, tel. 06 39.96.75.57, da lunedì a venerdì 9.00 –13.00 / 14.00 -17.00, sabato 9.00 –14.00, domenica chiuso.
presso INFOPOINT, Centro informazioni e prenotazioni (Salita di Montecavallo, 15), il martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 17.00.
Qualora i dati anagrafici dei nominativi, indicati al momento della prenotazione, non coincidano con i dati risultanti dai documenti, non sarà consentito l’accesso. I minori di 12 anni devono essere accompagnati da un adulto.
La data e l’orario di visita non possono essere modificati e il biglietto non è rimborsabile.
Le visite prenotate potrebbero subire variazioni in occasione di impegni istituzionali. In tal caso sarà possibile effettuare la visita in altra data oppure ottenere il rimborso di quanto versato.
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E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.