La Cina è sempre più vicina all’Italia e a Venezia ha aperto una mostra collettiva molto interessante e di livello da non perdere con opere di artisti internazionali che mette in luce l’ampio e coraggioso progetto culturale della gallerista cinese: Peishuo Yang.
Mostra collettiva dal titolo : Pei’s World – A brief history of a Chinese gallery in Italy, presso lo Spazio Thetis, durante la 58 Biennale Arte, in mostra fino al 24 novembre 2019. Questa mostra racconta il mondo della gallerista Peishuo Yang del rapporto con artisti che rappresenta, a cura di Luca Beatrice.
Un’esposizione collettiva con opere di sei artisti internazionali con dipinti e grandi installazioni site-specific in rapporto con l’attualità e il sociale. Un viaggio verso lo stupore con: Afran, Jorge Cavelier, Huiming Hu, Tannaz Lahiji, Cong Ma, Giorgio Piccaia.
La scelta di artisti prevenienti da tutto il mondo deriva dal desiderio di entrare in contatto con culture diverse. “Non esiste una verità unica – afferma Peishuo – dipende molto dal punto di vista e dalle interpretazioni. Chi viene da una cultura diversa vede le stesse cose diverse da te, lo trovo bello così. In fin dei conti è come arrampicarsi sulla torre di Babele, l’arte è un linguaggio universale che unisce le differenze.”
Per una volta, quindi – dice il curatore Luca Beatrice – una mostra non è solo centrata sugli artisti, ma anche su coloro che hanno letteralmente inventato un progetto da zero.
Afran (Francis Nathan Abiamba) è nato a Bidjap (Camerun) nel 1987, vive e lavora in Italia dal 2009. Formatosi in Africa, ha studiato all’Accademia di Bergamo; lavora con differenti linguaggi dalla pittura alla scultura all’arte pubblica. Conta numerose mostre internazionali fra Africa, Europa e America. Ha ricevuto vari premi internazionali d’arte tra cui il primo San Fedele di Milano e il premio Liliana Nocera della Permanente di Milano. Negli ultimi decenni la geografia dell’arte è profondamente cambiata. Se da una parte il concetto di “local” ha perduto il fascino che lo caratterizzava negli anni Ottanta, ora le città occidentali sono diventate il punto di raccolta di esperienze provenienti da più parti del mondo. New York, Londra, Berlino, Parigi, Milano risultano quindi identità poliformi che si vanno compiendo attraverso la somma di molteplici linguaggi. Ciò che non riesce alla società, tanto meno alla politica, trova terreno fertile nell’arte e nella cultura, là dove scambi, interazioni e integrazioni, sono all’ordine del giorno.
Jorge Cavelier è nato in Colombia nel 1953, vive in Florida. Attento alle immagini della natura, è pittore, lento e sofisticato, introduce nei suoi delicati acquerelli la dimensione dello scorrere del tempo. Che a proposito della pittura si discuta in termini residuali oggi non è certo una novità. Il pittore contemporaneo preferisce chiamarsi artista a tutto tondo, la pittura non è più un dogma e necessariamente è chiamata a dialogare con lo spazio espandendosi oltre i limiti del bidimensionale. Tale condizione entra anche nella poetica di Jorge Cavelier, che pure conosciamo pittore colto e raffinato. Il suo nuovo lavoro, El Dorado. La leggenda, si presenta come un’installazione dipinta su otto teli di seta, sorretta in modo pressoché invisibile, liberamente fluttuante e leggera. Pittura percorribile, attraversabile, cui si aggiunge un elemento scultoreo specchiante. Cavelier vuole cioè ricostruire un ambiente che rimanda alla “foresta di nebbia in Colombia dove si raduna la più alta biodiversità al mondo”.
Huiming Hu è nata in Cina nel 1990 e come buona parte degli artisti della sua generazione lavora su specifici progetti, come nel caso di Wall, l’installazione per questa mostra. Nella MIA Photo Fair 2018 è stata selezionata tra le migliori 15 fotografe nella A Curator’s Guide di BNL. The Wall, il muro, è anche il tema portante dell’installazione di Hu Huiming, ma l’ispirazione si nutre ancora una volta nel rapporto con la cultura di provenienza. Dentro ciascuna mattonella di cemento che forma questo sbarramento è nascosto un libro pressato, a cui non si potrà più accedere né dunque leggerlo.
Tannaz Lahiji nasce a Teheran nel 1978 da una famiglia di artisti, attivissima in ogni campo della creatività, ha da poco completato a Firenze il suo nuovo progetto “Riflessioni su Dante” al Palazzo Vecchio, al Museo della Casa di Dante e al Palazzo Bastogi. Eclettismo, pluralità di linguaggi, costruzioni di grande impatto scenografico che contengono parimenti l’impianto dell’arte concettuale e il forte approccio emozionale. Tra Teheran e Firenze, l’Iran e l’Italia, Tannaz lavora come un’artista globale, inventa un mondo sempre sorprendente che fa dialogare, talora scontrandoli, l’occidente con l’oriente, la tradizione antica autoctona con l’aspirazione al contemporaneo. Le sue grandi installazioni ambientali sono pagine aperte, mancano le risposte ma ci sono sempre nuove domande. In fondo l’arte è rivelatrice di un mistero e il mistero lascia spazio a numerose interpretazioni.
Cong Ma nato a Nanchino, classe 1970 si dedica invece al design, alla grafica 3D, alle scenografie virtuali per una proposta estremamente attuale, tra ironia e critica sociale. Vincitore del premio Red Dot: Best of the Best in Germania. Molto conosciuto in Cina e in Europa nel campo del design, linguaggio attraverso il quale critica in maniera ironica, a tratti aspra, modi e mode della società contemporanea globale, Ma Cong si pone spesso la questione del contesto, elemento determinante nell’attribuire il valore e il senso di un’opera. Sappiamo bene, infatti, che nell’arte contemporanea la “teoria del contesto” è attualmente predominante più ancora del cosiddetto, opinabile, concetto di qualità. Ciò che è dentro al museo, alla galleria, si definisce arte a prescindere, e se lo stesso oggetto è ospitato in un contesto internazionale il giudizio sarà ancora diverso. Così uno sfondo culturale, un ambiente naturale o stilistico, qualsiasi altro fattore che determini un evento, mira a definire il “grande contesto dell’arte”.
Giorgio Piccaia è nato a Ginevra nel 1955 ma con base in provincia di Novara. Già assistente di Corrado Levi, eclettico, versatile, negli ultimi anni si è concentrato sulla ricerca pittorica. Nel 2019 è stato invitato dall’Ambasciata Italiana in Egitto per un Murales all’interno della sede. Per inquadrare l’artista Giorgio Piccaia è indispensabile ripercorrere alcune delle numerose tappe del processo di formazione che lo hanno condotto a diventare un personaggio davvero interessante nel panorama italiano. Ci sono diversi modi di giungere alla pittura, Piccaia ha certamente scelto quello meno tradizionale e più eclettico, costruito su solide basi culturali e profonde interrogazioni. Nonostante la sua vena ipercontemporanea, nel linguaggio di Piccaia ritornano spesso parole che si rifanno alla tradizione classica: il logos, atto primario della conoscenza, sapienza, bellezza, forza, termini che sono celati, nascosti sotto la trama della sua pittura come fonti di ispirazione non dichiarate eppure sempre presenti.
Peishuo Yang, gallerista di MA-EC: vive da oltre vent’anni in Italia, partita giovane da Tian Jin, metropoli del Nord Est della Cina di circa 15 milioni di abitanti, attratta dalla qualità della vita, dalla storia dell’arte e dal paesaggio nel nostro Paese. Diplomata in Lettere e Filosofia e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2008 fonda la società Present Contemporary Art, la cui mission è stabilire relazioni tra l’Italia e la Cina e nel 2011 Apre una galleria prima a Firenze e in seguito nel 2013 a Milano, ora dentro Palazzo Durini la: MA-EC: non soltanto una galleria tradizionalmente ma centro di incontri internazionali e di scambi tra occidente e oriente, organizzare eventi e per favorire sinergie.
Informazioni mostra:
Mostra collettiva PEI’S WORLD – A brief history of a Chinese gallery in Italy fino al 24.11.2019
Sede: Spazio Thetis, palazzina Modelli – Castello 2737/f, Venezia
Arsenale di Venezia – Sestiere di Castello
Fermata Vaporetto Arsenale Bacini 4.1 e 4.2, 5.1 e 5.2
Da martedì a domenica 11.00 – 18.00
Opening 10.05 h.17.00
Info pubblico: info.milanart@gmail.com
www.ma-ec.it
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.