Incontriamo questo artista stravagante nel centro di Roma, e dopo qualche minuto colmo di sguardi ci inizia a raccontare della sua nuova passione: la pittografia. Una forma però del tutto personale di questa forma di espressione artistica.
La pittografia, termine da me coniato con nuova accezione, è: “rielaborazione digitale di immagine preesistente con annesso aforisma grafico“.
La pittografia in teoria, e secondo la definizione di wikipedia, è una forma di scrittura in cui il segno grafico viene detto pittogramma e rappresenta la cosa vista e non la cosa udita (come invece avviene nelle scritture sillabiche, consonantiche ed alfabetiche). In pratica si tenta di riprodurre l’oggetto e non il suono. Proseguendo a leggere su wikipedia troviamo questo interessante esempio:
Se si disegna un “piede” per indicare la parola “piede”, il segno viene definito pittogramma. Se invece si disegna un “piede” per indicare la parola “camminare”, allora il segno viene definito ideogramma dal momento che il significato è un concetto che viene definito dal codice e non dal disegno. Un pittogramma deve veicolare una precisa ed unica realtà: informazione, derivazione o proibizione.
Spesso, però, la distinzione tra i due casi sopra citati non è sempre semplice e lineare; pittogrammi e ideogrammi vengono infatti anche definiti logogrammi , che letteralmente significa : segni che indicano parole.
Tubertini ha invece reinterpretato, secondo la propria sensibilità, la definizione letteraria e la ha completamente stravolta, tanto che ci fa un esempio citando SALGADO una sua pittografia del 2015 realizzata su forex piuma 100X100 forex 2:
Salgado è una pittografia realizzata, come omaggio al fotografo Sebastiao Salgado. Dopo aver visto il film “Il sale della terra”, pescando nel mio passato di fotografo in b/n, ho sentito il bisogno di realizzarla, è stato più forte di me… mi sono lasciato andare e tutto è sembrato semplice e meraviglioso… il risultato in grande formato è sparito per sempre.
Questa è una meticolosa ricostruzione di quel file, da me realizzata. (c.u) Mia prima opera in b/n, è realizzata utilizzando solo ed esclusivamente immagini di foto del fotografo per creare le zone di luci ed ombre. Sotto agli occhi sono presenti un omaggio al continente che più ha caratterizzato la produzione del fotografo stesso: il continente africano. All’interno della fronte è ben visibile una zona realizzata utilizzando la foto di un gorilla che colpì particolarmente il fotografo. Tra le immagini scelte è molto presente la foto di una donna cieca, che sembra solo molto triste, ma che fu l’immagine per la quale il regista Wenders decise di fare il film.
La Poetica di Tubertini
Realizzo opere lasciandomi trasportare dalle forme delle immagini preesistenti, superandole e perdendole, per crearne altre nuove e colorate ispirato dall’emozione cromatica del momento. Questo era come realizzavo le prime pittografie della collezione “le mani addosso”, personaggi noti soprattutto della storia del teatro. La pittografia è una “rielaborazione digitale di immagine preesistente con annesso aforisma grafico”, termine da me coniato prima di rendermi conto dell’esistenza di un termine analogo, ormai desueto. Nella nuova fase, velatamente da “MANDELA”, ma effettivamente da “ANNA T.” in poi, realizzo pittografie di gente comune, professionisti non necessariamente noti e per realizzare le pittografie utilizzo “il mondo” della persona che mi commissiona l’opera, creando un’opera intima e personale, comprensibile fino in fondo solo da parte di colui che me la commissiona. Creo così un’empatia fortissima tra la pittografia ed il suo committente, che andrà oltre il mero ritratto, per sfociare in un armadio dei ricordi, dove le zone cromatiche sono da me scelte in base allo scibile del committente stesso, ma non necessariamente il più interessante, rielaborando oggetti o colori magari superati, ma ben presenti nella vita del committente stesso. “se l’hai in casa, vuol dire che ti piace e se mi colpisce lo ritroverai” . A volte mi diverto a nascondere addirittura dei segni o simboli all’interno della pittografia stessa, inerenti al personaggio pittografato, rendendo la pittografia misteriosa.
Biografia dell’artista
Enrico Tubertini nasce a Bologna nel 1969. Sin da piccolo rimane affascinato dall’uso dei colori, passione che trova notevole sviluppo nel disegno dove i toni caldi la fanno da padrone. Sara’ con l’avvicinarsi alla tecnica fotografica che la sua formazione artistica troverà un’evoluzione.
Negli anni novanta sperimenta l’utilizzo di gelatine arrotolate intorno all’obiettivo che danno un aspetto lisergico ai suoi paesaggi/soggetti, liberandoli dalla loro natura reale. Nel ’91 in seguito al conseguimento del un diploma di “tecnico tv locale” inizia la collaborazione con la casa di produzione di videoclip videoshow, dove le sue sperimentazioni artistiche trovano spazio in video musicali per artisti di fama, tra cui Zucchero, Masini e Vasco.
Nel frattempo frequenta il d.a.m.s., entrando in contatto con le avanguardie artistiche di quella Bologna indipendente da sempre fucina di nuove forme di linguaggio. Così, nel 1994, entrerà a far parte del link, gruppo opificio ciclope (settore video) dove inizia ad utilizzare il super 8 sperimentando la tecnica del “passouno”. Risalgono a quel periodo i lavori “19 febbraio” girato a Berlino in occasione del video film festival e l’animazione “il rumore della comunicazione”. Questo rapporto con il video culmina nella realizzazione di opere “catofotografiche” (termine da lui coniato). Immagini fotografiche create intervenendo direttamente sulle fasi dei colori del televisore, stravolgendo l’ RGB. Con opere realizzate con questa tecnica nel ‘96, chiamerà a raduno diversi artisti bolognesi, organizzando c/o link la mostra collettiva “Pixies”. Visto il discreto successo, verrà invitato a partecipare alla collettiva “la posta in gioco” nella galleria d’arte moderna di Rimini, dove tra le altre esporrà l’opera “3 metri”, realizzata con sovra impressioni fotografiche dell’esposizione precedente.
In questo anno dopo aver diretto il suo primo cortometraggio “Senza tempo”, sempre in super8, si trasferisce a Roma dove continua la sua esperienza artistica nel campo cinematografico come assistente/aiuto alla regia e come videomaker indipendente.
Firmerà alcune regie di cortometraggi/videoclip/documentari ricevendo riconoscimenti (menzione special al l.a.i.f.a. Di Los Angeles nel 2001 con “Scarpe grosse”).
La sua attività lo porterà a lavorare anche all’estero dove l’istinto per il colore si libererà nuovamente in alcuni lavori video come “Desconocidos”, format tv di cui e’ autore e regista di editing (Repubblica Dominicana), “Vademecum” coautore e regista (Brasile), “Danny Danubio show” c/o Trocadero di Liegi (Belgio), senza mai abbandonare la fotografia che rimarrà comunque la sua fidata compagna di viaggio.
Rientrato in italia realizza “A.A.M. Moschini racconta Pietrosanti” (video-documentario sulle opere esposte dall’artista ravennate nella galleria a.a.m. di Roma del quale cura regia e montaggio) e “Rifornimento in volo” (mini-metraggio su recupero adolescenti).
Nel 2008 si avvicina al digitale, creando la collezione “Le mani addosso”, rielaborazione dell’immagine di 42 personaggi tratti dalla storia del teatro con la particolarità di un aforisma all’interno dell’opera stessa. Le opere sono create con la tecnica della “pittografia”, (termine già in uso ma al quale l’artista darà una nuova accezione). Il progetto nasce per la collocazione in un grande teatro-tenda, ma a causa dei lunghi tempi di costruzione dello stesso, le opere non verranno mai esposte.
Una nuova parentesi cinematografica lo vede nel 2010 impegnato nella regia di “Cattivi”, (mediometraggio coscritto e diretto) dove vuole gli otto personaggi vestiti ognuno di un colore diverso, secondo l’uso della teoria dei colori di Metz. L’ultimo lavoro video risale a settembre per l’accademia di Francia nella Villa Medici di Roma.
Nel 2013, finalmente si creerà l’occasione di mostrare alcune delle 42 opere pittografiche (“Bene”, “Cechov” e “Panelli”) in occasione del “XI° step espositivo premio artecaffè” c/o caffe’ letterario di Roma dove verrà selezionato per un’esposizione nella città di Teramo, dando il via ad una nuova fase artistica.
Dal 2013 fa parte del gruppo artistico sperimentale “Piccola Accademia di Lagado” di Roma con il quale ha esposto nell’ex manicomio di Roma “Santa Maria della Pietà” ed in altri spazi adibiti ad esposizione.
Al momento, una sua pittografia, raffigurante Totò e Troisi, sta girando per vari musei italiani, nella collettiva “La terra dei fuochi”, mentre la pittografia raffigurante solo Troisi, dal titolo
“L’altruista” viene esposta dal novembre del 2014, donata dall’attore Enzo De Caro, all’Auditorium di Scampia (Na).
Nell’ultimo periodo, l’artista, ha affinato la sua tecnica utilizzando il mondo del personaggio/persona raffigurato, rendendo l’opera intima e unica.
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