Gli stornelli romani e le classiche canzoni romanesche

Stornelli-Romani-antica_serografiaGli stornelli sono delle canzoni popolari e folkloristiche che fanno  parte dell’enorme patrimonio culturale romano.
Lo stornello è anche un tipo di poesia popolare, molto semplice, viene storicamente improvvisata e ha argomenti generalmente satirici e amorosi.
Stornello_lassatece-passa-semo-romaniLo stornello è spesso una sorta di filastrocca cantata ed è tipico dell’Italia centrale, in particolare Toscana, Lazio e Marche ma nei secoli si è diffuso anche nell’italia meridionale.

La tradizione cantautorale del cosidetto “stornello” continua ancora oggi grazie alle forti radici popolari.

 Nelle tradizionali canzoni romane emerge sempre la poesia romanesca e la fierezza dei cittadini romani. Oramai qualsiasi romano conosce sin dall’infanzia testi come “fatece largo” o “tanto pe’ canta‘” che sono ormai talmente connotative della romanità che possono servire per farsi riconoscere come romani in qualsiasi parte del mondo.

Sono tanti gli esempi, che possiamo ascoltare dalla voce degli ultimi autori come l’attore Nino Manfredi o la splendida Gabriella Ferri nota per le interpretazioni delle canzoni popolari romane e napoletane, oltre che attrice teatrale.

Ricordiamo il notissimo stornello  “Roma nun fa la stupida stasera” che si rivolge allo spirito di Roma affinché diventi complice di uno dei tanti corteggiamenti estivi.

 Nelle canzoni romane la città ha un peso fondamentale, come anche le storie dei rioni-quartieri.

I trasteverini, gli storici abitanti del Rione Trastevere, sembrano custodire gli antichi suoni che attraversano il cuore di Roma e incarnarne l’essenza, lo stornello “Li Fiori trasteverini” è sicuramente una delle canzoni che meglio rappresentava gli abitanti di Trastevere:

“Semo li fiori trasteverini,/semo signori… senza quatrini,/er core nostro è ‘na capanna,/ core sincero che nun se te ‘nganna.”

Gli interpreti più conosciuti delle canzoni romane sono da ricordare Gabriella Ferri, Alvaro Amici, Lando Fiorini e Claudio Villa che come tutti i cantanti romani sono ricordati come “compari” per le sensazioni che riuscivano a comunicare.

Gli stornellisti sono interpreti ma spesso autori, esattamente come i grandi poeti romani vivevano nei rioni e li rappresentavano dandogli voce.

Stornelli-romaniPossiamo affermare che lo stornello rappresenta a voce dei romani che comunica  al mondo l’essenza piu’ semplice della romanità.

Gli stornelli romani sono una forma d’espressione artistica che nasce dall’improvvisazione, dalla voglia di raccontare con estro un momento di vita popolare. Gli stornelli romani traggono infatti la loro forza proprio dall’autenticità e dalla genuinità dei cittadini di Roma.
Le canzoni sono sempre abbastanza brevi, arrivano nell’immediato e vengono spesso cantate come una sorta di “sfottò” da vicolo in vicolo , da balcone a balcone, da bancarella a bancarella… Nascono anche come forma di dramma del carcere quando interpretati da o per i carcerati di Regina Coeli (storica prigione a Trastevere e più noto carcere di Roma), quindi venivano tramandati da cantori di strada, da carrettieri o venditori, risuonavano per le vicoli dei quartieri.

Wikipedia:
Secondo alcuni storici della letteratura e della musica, il termine stornello deriverebbe dall’uso di cantare a storno e a rimbalzo di voce da un luogo ad un altro.

Questo tipo di componimento è costituito da un numero imprecisato di strofe dalla struttura molto semplice. Ogni strofa è solitamente composta da tre versi:

    il primo verso è un quinario, e generalmente contiene l’invocazione ad un fiore;
    gli altri due sono endecasillabi, di cui il primo è in consonanza ed il secondo in rima col verso d’apertura.

In genere questo tipo di componimento viene accompagnato da musica o cantato.

Un esempio tipico di stornello con “pezza” e “mora”

“Si ‘sta tunica de pezza
Fusse bronzo, che bellezza:
A bella mora,
Adesso sentiressi sbatte l’ora!
A bella mora,
Adesso sentiressi sbatte l’ora!”

(Stornelli der Sor Capanna – Canzoni Romane)

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