Il racconto di un soccorso sanitario a Roma sedici anni dopo l’anno 2000. Un soccorso in assenza di mezzi adeguati..
L’ultima esperienza d’emergenza sanitaria ci toccò il Natale scorso quando ci fu chiaro che la vera festa non sarebbe stata giocare a carte con gli amici ma seguire i propri cari al pronto soccorso.
Prima discriminante nell’urgenza la prossimità!
Il Policlinico Umberto Primo il pronto soccorso della città universitaria “La Sapienza” di Roma, il tempio delle cattedre e delle vite umane vinse su tutti.
La struttura d’emergenza del pronto soccorso funziona in autonomia ma se l’aiutate potrebbe servirvi meglio. Traduco: se avete portato con voi del materiale fotografico dell’incidente o del volume del sangue perso ad esempio potrete facilmente aggirare l’ostacolo principale all’entrata. L’accesso al pronto soccorso e’ condizionato dall’infermiere del triage che decide se il vostro caso e’ grave e quanto esprimendosi coi colori.
I colori vanno dal bianco al rosso evidente ultimo grado di segnalazione di urgenza.
Per arrivare ad una diagnosi di gravità potrebbero non bastare le foto ma tornare utili tutte quelle informazioni che ripetono fino alla noia nei telefilm polizieschi. Vi serviranno, ripescatele subito dal vostro orrore, dalla vostra personale emergenza. Colore densità odore, nelle loro minute descrizioni serviranno al personale paramedico per stabilire se accedere alla chirurgia d’emergenza o no. Non siate timidi quindi se c’era odore di cadavere in una sostanza corporea prodotta dal malcapitato che state accompagnando, dovete segnalarlo!
Per gli stranieri cercate di segnalarlo in Inglese o cercate di far pronunciare al traduttore di google la parola o la frase che vi serve. Gli italiani come tutti gli altri umani fondamentalmente capiscono solo il loro idioma … fatelo pronunciare al vostro smartphone quello che vi serve e vi salverà.
Questo escamotage vi permetterà di capire il “medichese” anche oltre il pronto soccorso, in rianimazione ad esempio mi e’ capitato di fare da interprete col traduttore di google. Senza google non sarebbe stato possibile ” il somalo non e’ tra le mie opzioni di lingua parlata”. Senza il mio smartphone non avrei potuto inviare le foto agli altri dottori o infermieri che hanno avuto in cura i miei affetti. Fotografia e’ una parola essenziale se si vuole vivere nella civiltà dell’immagine anche se ti viene da domandarti quanti utilizzeranno questa facilitazione alla portata di quasi tutti dalla sala del pronto soccorso .
L’altra parola chiave della sopravvivenza a seguito di un trattamento d’emergenza effettuato su un paziente problematico da usare a Roma e’ “’Polizia”! Minacciate di chiamare la Polizia.“Chiamo la Polizia se non mi aiutate!”.
I pazienti hanno dei diritti e l’intervento d’urgenza può dover essere esercitato dalla polizia o quanto meno minacciato per superare sia la fila al pronto soccorso che l’acquisizione della cartella clinica. Nel mio caso ci sono voluti 5 mesi solari perché si scoprisse cosa avevano tagliato e perché in quella notte del Natale scorso.
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Se avete un emergenza minacciate pure o fatevi direttamente accompagnare dalla polizia e’ un vostro diritto. Non abbandonate mai il vostro caro per nessun motivo, potrebbero dimenticarlo anche i medici o gli infermieri come e’ capitato a voi perché e’ umano andare in bagno ed al pronto soccorso c’e’ un medico ogni otto casi (chiaramente urgenti).
Pregate se vi fa stare meglio ma non mollate il vostro affetto e munitevi di viveri ed acqua. L’attesa in un pronto soccorso può essere di diverse ore sia, se hanno operato il vostro caro, sia per farvi dire che non e’ da ricoverare.
Potrebbe sembrare malasanità ma e’ il loro meglio e un alternative non c’e’. Il privato potrebbe non avere i macchinari che servono a voi l’assistenza pubblica sembra inefficiente ma e’ gratuita per tutti ed e’ affollata di giovani che vogliono fare carriera per arrivare alla cattedra. Usateli questi specializzandi del reparto del terrore, le informazioni sul paziente saranno la vostra merce di scambio. Piu’ il caso e’ complesso più saranno disposti a mettere a prova le loro capacità a rendersi visibili alla vista del grande professore che entrando in corsia si chiede come stanno i suoi operai.
La nostra degenza al Policlinico sembrava una puntata di “Grace anatomy”. In chirurgia d’emergenza al Policlinico Umberto Primo sono tutti bellissimi, fatevi un giro nel reparto dei belli oppure alzate gli occhi dal malato sembrano tutti armati dal sacro fuoco. Se sei in carico a quel reparto vuol dire che sono dovuti intervenire chirurgicamente in modo sostanziale e quindi sei nel posto giusto qui si fanno le cose eccezionali!.
Se avete un’emergenza rivolgetevi a questo grande ospedale ma sappiate che in rianimazione ci sono solo 14 posti.
La vita ve la salvano ed a volte anche tutti gli organi con i quali siete entrati, poi sta a voi continuare a seguire pratica e paziente nel percorso che la sorte gli ha affidato.
Ci sono solo i migliori in quest’ospedale e seppur mal tollerati dalla struttura universitaria che li paga ne sono il cuore pulsante. Ecco perché ci vengono da lontano a farsi curare in un posto dove ad un paziente in emorragia con quattro patologie potenzialmente mortali gli salvano la vita allungandola di un’altra ventina d’anni con partenza 81.
Fanno miracoli all’Umberto Primo ma combattono con i pochi mezzi che hanno. Ti potrebbero negare una coperta a Roma nel 2016 ma non il soccorso e la cura entrambi gratuiti. Di democratico in questo paese c’è solo la sanità pubblica resta questa l’ultima fotografia del soccorso: l’unica esenzione dalle tasse rimasta per i disoccupati gli indigenti o gli stranieri tutti. I governanti evidentemente usano come gli stranieri ricchi che vengono a curarsi in Italia gli stessi professionisti traslocandoli in una struttura diversa. Non e’ possibile che in un luogo in cui si compiono operazioni tanto ben riuscite non si abbia accesso ai dispositivi di conforto e cura. Portatevi le medicine da casa e’ l’ultimo consiglio o almeno l’elenco dei medicinali poi se Dio vorrà da domani magari ci sara’ il medicamento giusto perché voi salvati da questo pull di campioni avete finalmente deciso di tornare a casa.
Ringrazio quindi tutti coloro che sono intervenuti nella realizzazione del miracolo in assenza di mezzi ed in particolar modo STEFANO TOCCACELI, ILARIA CLEMENTI,GIOVANNI DEL SAVIO, DARIO CILLI, DIEGO COLETTA, SOFIA CAPOZZI
Policlinico Umberto I
Indirizzo: Viale del Policlinico, 155, 00161 Roma
Sito web: www.policlinicoumberto1.it
Aperto anno 1902
Telefono: (+39) 06 49971
Funzione: Ospedale
Di fondazione: 1903
Architetti: Giulio Podesti, Filippo Laccetti
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Margherita Fiaccavento nasce a Roma nel 1968. Di famiglia profondamente borghese, dopo aver studiato per la carriera diplomatica a Roma e Parigi ne rifiuta i condizionamenti sviluppando un carattere ribelle ed anticonformista. Dopo 15 anni di esperienze professionali manageriali passa alla televisione come autore testi ed esperta di web content. Nel 2012 lascia Roma e l’eldorado mediatico per la campagna emiliana. “Amazon on me” e’ la sua prima opera di narrativa.
Rome Central, magazine for residents, tourists & vistors. Roma Italy liked this on Facebook.