Alla scoperta di Roma dalle sponde del Tevere, da Ponte Milvio a Castel Sant’Angelo è il sesto appuntamento del meetup Photography social club Roma organizzato da Osvaldo Sponzilli (www.meetup.com/it-IT/Photography-Social-Club-Roma).
Questo fine settimana siamo andati alla scoperta del Tevere e dei suoi numerosi ponti. In una bellissima e calda giornata di metà marzo ci siamo incontrati davanti al Bar Ponte Milvio per iniziare il nostro tour sul Tevere, cercando di riscoprire l’importanza di questo fiume, al centro della vita cittadina dall’Impero Romano fino ad un secolo fa.
I fotografi
Maurizio P:
Osvaldo Sponzilli:
Silvia Torrioli:
Dora:
Igor W Schiaroli (iPhone 6s):
IL PERCORSO
Mentre in passato il Tevere era un’arteria fondamentale per il commercio urbano, e le sue sponde erano vissute quotidianamente dai romani, con i numerosi porti, da cento anni a questa parte è stato isolato dal contesto cittadino a causa della costruzione dei muraglioni, conclusa nel 1926 a cinquant’anni dall’inizio dei lavori. I muraglioni furono costruiti in seguito alle numerose inondazioni che afflissero Roma fin dalla sua nascita. Quando il Tevere esondava ricopriva le strade con la sua acqua fangosa e melmosa che provocava grandi disagi, distruzioni ed epidemie. Questo “ingabbiamento” del Tevere nei muraglioni se da una parte ha risolto il problema delle alluvioni, dall’altra ha portato al completo isolamento del fiume dalla vita metropolitana. Gli ultimi e antichi porti furono distrutti e scomparvero anche i numerosi mulini galleggianti.
Il Tevere è stato fondamentale per la nascita di Roma: garantiva l’arrivo delle imbarcazioni dal mare e gli scambi commerciali. Nella Roma Imperiale il commercio ed il traffico fluviale assunsero la massima espansione e da tutto il mondo romano giungevano i prodotti più svariati, dalle spezie ai legni pregiati, ai marmi orientali. Nel corso dei secoli nacquero numerosi porti tra cui il più antico fu il Portus Tiberinus, che sorgeva sull’Isola Tiberina. Addirittura gli antichi romani consideravano il fiume una divinità, personificata nel Pater Tiberinus e gli dedicarono un tempio, sempre sull’Isola Tiberina.
Ora sulle sponde del Tevere la vita si rianima principalmente nei weekend, con i vari barconi adibiti a locali notturni o a ristoranti, circoli sportivi, tra cui numerosi sono i canottieri, i ciclisti e nel periodo estivo, nella zona dell’Isola Tiberina, con gli eventi dell’Estate Romana.
Le Tappe
Il primo ponte verso cui ci siamo diretti è stato quello di Ponte Milvio, per poi percorrere la riva destra del fiume. Ponte Milvio è uno dei ponti più antichi e più importanti, fu costruito probabilmente nel IV-III secolo a.C. ed era inizialmente in legno. Prende il nome dal magistrato Molvius che ne autorizzò la costruzione in muratura. Ma era ed è chiamato dai romani ponte “Mollo”, nome che deriva da una antica leggenda secondo cui il ponte molleggiava.
È un ponte significativo per la storia romana e per il Cristianesimo, perché qui ebbe luogo la conversione di Costantino, primo Imperatore cristiano, dopo aver avuto una visione della Croce alla vigilia della battaglia (312 d.C.) da lui vinta contro Massenzio. Agli estremi del ponte vi sono delle statue: quelle nella parte verso Tor di Quinto, realizzate da Francesco Mochi nel 1633, raffigurano il “Battesimo di Cristo”. A destra si trova S. Giovanni Battista e a sinistra Gesù Cristo. Queste statue sono copie degli originali custoditi al Museo di Roma in Palazzo Braschi. Dall’altro estremo del ponte, verso viale Tiziano, le due statue marmoree della “Immacolata” di Domenico Pigiani (1840) e di “S.Giovanni Nepomuceno” di Agostino Cornacchini (1731).
In anni recenti il ponte è ricordato da molti come il ponte dei lucchetti. Al celebre romanzo “Tre metri sopra il cielo” di Federico Moccia si ispiravano le coppie che scambiandosi una promessa d’amore attaccavano un lucchetto su uno dei lampioni. Da qualche anno tutti i lucchetti, che avevano raggiunto una cifra ragguardevole, sono stati rimossi.
Dopo alcuni scatti fotografici sul ponte siamo scesi sulla riva destra del Tevere e abbiamo costeggiato la pista ciclabile, molto animata nel weekend. Il ponte successivo è il Ponte Duca d’Aosta che collega il quartiere Flaminio al Foro Italico. Intitolato a Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, il ponte è stato progettato dall’architetto Vincenzo Fasolo. La sua costruzione ebbe inizio nel 1939 e venne poi inaugurato nel 1942.
Proseguendo verso il recente ponte della Musica ci siamo fermati, incuriositi, al Parco fluviale Capoprati, una parte di sponda del Tevere gestita e recuperata dal degrado dall’Associazione Legambiente. All’interno ci ha accolto un gentile signore, con un viso molto particolare a cui abbiamo dedicato qualche scatto. Da lì abbiamo proseguito per arrivare al Ponte della Musica, un ponte recentissimo (inaugurato nel 2011) e architettonicamente molto bello che collega l’Auditorium Parco della Musica, il parco di villa Glori, il museo del MAXXI e il teatro Olimpico con il complesso sportivo del Foro Italico.
Il ponte solo pedonale è molto vissuto: c’è chi si ferma a leggere un libro, chi a prendere il sole e rilassarsi un po’ e ci è capitato addirittura di incontrare delle ragazze che, usando l’area come location, giravano un videoclip. Sotto al ponte, sulla riva sinistra per lo più, vi è il punto di ritrovo di numerosi skaters, che è possibile ammirare in estremi salti e acrobazie.
Il ponte successivo è il Ponte del Risorgimento costruito tra il 1909 e il 1911 in occasione dell’esposizione per celebrare i cinquant’anni dall’unità d’Italia dall’ingegnere Giovanni Antonio Porcheddu e fu il primo ponte di Roma in cemento armato. Il ponte collega piazzale delle Belle Arti a piazza Monte Grappa, rispettivamente nei quartieri Flaminio e Della Vittoria.
Proseguendo ci imbattiamo nel Ponte Matteotti che fu realizzato dall’architetto Augusto Antonelli per collegare il rione Prati al quartiere Flaminio, inaugurato il 21 aprile 1929. Il suo primo nome fu ponte delle Milizie, data la vicinanza con l’omonima via, per poi essere rinominato ponte del Littorio in onore del regime. Ma nel 1945, dopo la caduta del Fascismo, venne adottata la denominazione attuale, in ricordo del deputato socialista rapito nelle vicinanze nel 1924, presso lo Scalo de Pinedo, dove è situato anche il monumento a lui dedicato.
Il Ponte Pietro Nenni, dedicato al leader socialista morto qualche tempo prima dell’inaugurazione del ponte stesso, collega il lungotevere Arnaldo da Brescia al lungotevere Michelangelo, nel rione Prati e nel quartiere Flaminio, è stato costruito tra il 1969 e il 1972 e inaugurato nel 1980. Sul ponte corre anche la linea della metro A e per questo motivo è soprannominato ponte della Metropolitana.
Il Ponte Regina Margherita collega via Cola di Rienzo, la principale arteria del rione Prati, a piazza del Popolo ed è dedicato alla prima regina d’Italia, Margherita di Savoia. I lavori del ponte iniziarono nel 1886 e venne inaugurato nel 1891.
Il Ponte Cavour collega piazza del Porto di Ripetta nel rione Campo Marzio al lungotevere dei Mellini nel rione Prati. Fu costruito tra il 1896 e il 1901, su progetto dell’architetto Angelo Vescovali, a seguito del grande sviluppo edilizio della zona Prati. Il ponte venne dedicato a Camillo Benso conte di Cavour, grande artefice dell’Unità d’Italia.
Il Ponte Umberto I collega piazza di Ponte Umberto I, nel rione Ponte, a piazza dei Tribunali, nel rione Prati. Fu progettato anch’esso dall’architetto Angelo Vescovali in onore del re Umberto I, costruito tra il 1885 e il 1895. All’inaugurazione intervennero lo stesso re e la regina Margherita che successivamente si recarono a visitare il cantiere del Palazzaccio, opera dell’architetto Calderini.
Il Ponte Sant’Angelo è uno dei più antichi ponti di Roma, costruito tra il 130 ed il 135 d.C. dall’architetto Demetriano e fu commissionato dall’imperatore Publio Elio Adriano, per questo il suo primo nome fu ponte Elio. Fu realizzato come viale d’accesso al Mausoleo di Adriano e successivamente, nel Medioevo, il nome venne mutato in ponte San Pietro in quanto era l’unica via diretta per accedere dalla città alla Basilica Vaticana. Il nome attuale del ponte e del castello si rifanno alla famosa leggenda secondo la quale, nel 590 d.C., mentre papa Gregorio Magno attraversava il ponte durante una processione penitenziale, ebbe la visione dell’arcangelo Michele che, sulla sommità della Mole Adriana, riponeva nel fodero la spada a significare la fine della pestilenza che affliggeva Roma. Per questo venne eretta, nel XIII secolo, la statua dell’angelo sulla sommità del castello, che ancora si può ammirare. Il ponte è inoltre decorato da numerose statue: le statue di “San Paolo”, di Paolo Taccone, e di “San Pietro”, del Lorenzetto, commissionate nel 1533 da Clemente VII. Nel 1536 Paolo III commissionò a Raffaello da Montelupo l’incarico di ornare il ponte con otto statue raffiguranti i quattro evangelisti ed i quattro patriarchi. Ma queste statue andarono in rovina in poco tempo e un restauro generale del ponte fu curato dal Bernini per volontà di Clemente IX negli anni 1668-1669. Alle due statue più antiche furono affiancate altre dieci statue rappresentanti angeli con i simboli della Passione.
Con questo ultimo ponte, dopo tre ore di passeggiata, abbiamo deciso di risalire ed andare a mangiare qualcosa nel rione Borgo, nelle vicinanze di San Pietro. Abbiamo così ammirato il ponte dall’alto con accanto Castel Sant’Angelo. E avventuratici alla ricerca di un posto poco turistico a Borgo, ci siamo casualmente imbattuti, in piazza delle Vaschette 14/A, in una piccola gastronomia, “Antichi Sapori”, molto deliziosa e per niente turistica.

Giada Sponzilli è una filmmaker, nata a Roma. Appassionata di cinema, fotografia e letteratura, fin dalla tenera età, e instancabile viaggiatrice del mondo.
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