Incontriamo il maestro Adriano Gentili, artista, pittore e disegnatore. Nelle sue opere vi è molta presenza femminile, nei suoi disegni a penna con grande sensibilità supera tutti i rigorismi e libera la forma e la sua individualità. La sua anima si avvicina a delle visioni espressioniste sognanti junghiane e trascendenti dell’arte oggi, al di fuori dalle capacità razionali. Tutte le forme conosciute ed ancora da inventare nel momento in cui attraverso di esse l’essere umano trascende la sua condizione di finitezza materiale per manifestare la sua dimensione immortale. L’artista nelle sue opere, mantenendo la sua identità in tensione e aperta a contenuti e atti, non esce da se stesso né entra in se stesso ma semplicemente muove se stesso per se stesso. Adriano Gentili ha creato innumerevoli opere, ad ogni epoca della sua vita sin da piccolissimo, con una continua ricerca interiore.Parliamo al Maestro, di sé o “di noi”, aspettando presto di vederle dal vivo nella sua mostra personale al Museo Fondazione Venanzo Crocetti dal 2 al 22 marzo 2017 a Roma..
1-Maestro dipingi e soprattutto Disegni da una vita. Hai creato un tuo stile molto personale colmo di fantasia, raccontacelo? Le mie opere sono essenziali. Oggi esiste il problema dell’Anacronismo. Diceva Barilli: a me la prospettiva non mi affascina più di tanto preferisco che l’artista cerchi in se stesso una certa trasfigurazione e non solo una visione ottica. Per la serie reinventiamoci. In Cezanne amo la sua ricerca in ciò che riguardava gli elementi geometrici della forma. In De Quirico, ho preso spunto dai suoi manichini. In queste forme di tipo geometrico riesco a cogliere la dolcezza e passionalità della donna. Infatti, mi sento vicino ai pittori della sensualità.
2- Quali sono le tue sensazioni quando disegni le donne? Il disegno è liberatorio, vai a ruota libera, la mia è una continua ricerca. Riprendendo la teoria di Shopenhauer in breve mi domando perché si parla della donna catalogandola in categorie e razionalizzazione? ma il corpo, che ce ne facciamo del corpo? Io parlo del corpo della donna con le sue emozioni le sue somatizzazioni, lato positivo e negativo, con tutta la ricerca di un mondo nuovo che si apre nel ‘800/primi ‘900 con grandi artisti che si interessano alla donna e compaiono molto più nudi. Precedentemente il nudo era inserito in tema mitologici, quindi la donna era edulcorata dalla mitologia. Nella fine 800, finalmente i pittori aprono al nudo, in una nuova dimensione. Io sono un diffusore della inconoscibilità. Per me è un ulteriorità dove scatta il meccanismo del sentimento. Dipingo e disegno donne belle talvolta spiritose, lasciando sempre l’enigma.
3-Come è nato questo desiderio del disegno a penna a biro e china su carta? Io volevo provare a disegnare senza cancellare prima di tutto ma non per esibire una particolare tecnica o bravura. Nasce dal fatto che quando disegnavo con la matita o carboncino mi macchiavo, sono maldestro, quando ero piccolo e uscivo con i miei amici ero l’unico che quando prendevo un cono mi sporcavo tutto. Ho cercato e trovato la penna a biro che non sporca, è netta, lineare non macchia. Adesso utilizzo pure la penna a china, io amo disegnare di getto senza dover cancellare. Trovo in essa un’espressione fantasiosa, viva e rapida perché amo la semplicità.
4- La figura femminile e molto sensuale, è presente in quasi tutte le tue opere, perché? Perché mi interessa il movimento della donna, mi interessano le varie posizioni. Io amo il mistero e l’ambiguità della donna. Molti pittori, come me, le hanno descritte attraverso le loro opere negli anni passati. Una donna profonda e annoiata che porta con sé un bagaglio di esperienze e sensibilità e la eleva su un gradino più alto.
5- “Visioni sognanti quasi junghiane” ti piace questa visione? In quale modo se e come ti ci ritrovi? Io mi sento un po’ junghiano e non solo, per la capacità di immaginazione e interiorità. Per aprirsi alla sensibilità e all’espressione dell’inconscio. Ammiro molto il suo allievo Carotenuto per quello che mi ha dato leggendo i suoi scritti e tutti i collegamenti con gli artisti e filosofi. Penso che la donna deve essere gestita attraverso il sentimento, la parola, il gusto, il mistero. E’ un po’ quello che desidero condividere attraverso le mie opere. Se non scopri il mistero, non cogli l’ambiguità dell’essere completo.
6- Conosci la meta-estetica nell’arte-quando un opera può correggere la tua coscienza, grazie alla sua bellezza- io direi che le tue opere si avvicinano molto…l’Arte oggi cosa è per te? L’Arte, come la musica, è qualcosa che tiene molto compagnia, soprattutto oggi giorno in cui è molto difficile parlare con la gente. La pittura aiuta a comunicare.
7- Nei tuoi manichini, figure femminili molto sensuali e in movimento, vi è presente molta umanità? ho voluto muovermi nell’ambito della scomposizione. Ho creato manichini per lo più donne, dicono non metafisici ma umani. Rispecchiano la società del nostro tempo, ma sono lineari semplici e sensuali, sono in movimento, forme di trascendenza voluta. Forse proprio una mia caratteristica. Il seno diventa un cerchio, i capelli righe e quant’altro… forme di trascendenza al di fuori da certi schemi.
8- Architetture o disegno? Il mio è un amore per il disegno incondizionato e mi ha spesso aiutato ad uscire da situazioni difficili. Io sono stato influenzato dalle linee e dalle composizioni dall’architettura naturalmente. Ti racconto mentre insegnavo a gli studenti architetti che dovevano superare l’esame di stato, ho notato un interesse maggiore da parte delle donne quando inserivo questa grafica in un contesto più ampio dal punto di vista storico e culturale, ecco perché le donne per me sono fortemente importanti. Quindi la mia visione è che la donna è molto più sensibile.
9- i tuoi prossimi progetti? raccontaci…Sto scrivendo un libro con una collega, voglio dimostrare che la bellezza non è quella dei mass media ma la donna è importante e bella soprattutto attraverso l’interiorità. Non tutti hanno gli strumenti per notare la bellezza dell’interiorità, che forse solo ad una certa età si riesce ad apprezzare. Come il caffè da piccoli non viene apprezzato, ma si affina col tempo. Un certo tipo di bellezza si apprezza con il tempo. Le donne devono capire che deve ricercare la loro interiorità, anche attraverso le donne del passato e non solo. La bellezza va cercata a livello individuale nell’interiorità, nella poesia, nelle emozioni e nell’amore. Le donne oggi sono molto sensibili, nei miei quadri sono donne del mistero.
10 La trascendenza nell’arte? Io sono un difensore della trascendenza nell’arte, criticando cosi la metafisica andando oltre. Io mi sento molto vicino alle idee che parlano della trascendenza esistenzialista quale fondamento della libertà. Ci sono più domande che risposte, ecco il mistero. Molti uomini si perdono il meglio.
La mostra Elogio dell’immaginario | Adriano Gentili > Museo Fondazione Venanzo Crocetti
Il progetto mostra di rilevanza artistica dell’artista Adriano Gentili è un Elogio alla bellezza e alle donne prima di tutto, prevede un percorso istruttivo e conoscitivo della sua pittura in dialogo continuo con sé stesso e con la vita che lo circonda, ispirata all’anima e al suo mistero, che rappresenta per sé una vera rivoluzione estetica metafisica espressionista. Parla d’interiorità umana. Tramite l’Arte viene spostata la nostra attenzione sul dualismo coscienza-inconscio, proprio l’intenzione artistica desidera tradurre in immagini ciò che ha sede nel nostro inconscio.
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Il Maestro Adriano Gentili, artista disegnatore e pittore nato a Roma nel 1942, dove tutt’oggi vive e lavora. E’ laureato in Architettura presso l’Università di Roma. Ha conseguito l’idoneità per l’insegnamento del disegno presso l’Accademia di Belle arti di Roma. Ha insegnato disegno nei licei, nelle Accademia di Belle Arti, inoltre Grafica ad Architettura e Storia dell’Architettura, in collaborazione, a Roma. E’ autore di diverse pubblicazioni: “Michelangelo – scomposizione analitica dell’opera”, edito da Trevi. “Guida pratica alla progettazione architettonica” edito Maggioli. “Tipologie residenziali idee e progetti” e “Tipologie dell’Architettura” Edizioni Kappa.
Ha svolto diverse mostre personali e collettive in Italia per grafica e pittura ottenendo consensi da parte della critica. Le sue opere, tra disegni e dipinti fanno parte di collezioni private.
Elogio della ricerca dell’immaginario di Adriano Gentili
con testo critico di Robertomaria Siena
Organizzazione: Art & Communication
Museo Fondazione Venanzo Crocetti dal 2 al 22 marzo 2017
Via Cassia 492, Roma
www.fondazionecrocetti.it
info@fondazionecrocetti.it
Vernissage giovedì 2 marzo 2017 ore 18.30
Ingresso gratuito
Orari museo: da lunedì a venerdì 11 -13 e 15 -19 – sabato 11 -19
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.