Nasceva circa ottant’anni fa Daniela Rocca (Acireale, 12 settembre 1937 – Milo, 28 maggio 1995), attrice di gran talento sottovalutatissima.
Eletta nel 1953 come Miss Catania a soli quindici anni, Daniela partecipa di nascosto ma una volta arrivata prima lascia scontenti i suoi genitori, che per lei avevano ben altri progetti. Volevano che la figlia studiasse, che si iscrivesse all’università. La ragazza riesce ad andare via di casa e si reca a Roma.
Nella capitale iniziare a lavorare come modella per poi entrare pian piano nel mondo del cinema, esordendo nel 1955 nel film di Vittorio Duse Il nostro campione. Il resto lo si può leggere nelle varie filmografie dedicate all’attrice. Resta importante notare come, dopo una brillante interpretazione come quella in Divorzio all’italiana restò comunque in ombra, partecipando a pellicole successive che certo non misero in luce le sue qualità recitative. Bellocchio la richiamò nel 1979 per partecipare al suo lavoro dal titolo La macchina cinema, in cui interpretava se stessa: un ruolo di una tristezza assoluta, sembrava quasi volta a mostrare a tutti il fenomeno da baraccone in cui s’era trasformata. Purtroppo i problemi psicologici affrontati – che alcuni attribuiscono alla fine della relazione con Germi e altri alle delusioni lavorative – la segnarono in maniera indelebile, tanto da farla ricoverare più volte presso case di cura specializzate in malattie mentali.
Daniela Rocca, anche se viene spesso e volentieri ignorata nei libri di cinema, è stata a mio parere molto importante, perché nei primi anni Cinquanta, quando era ancora giovanissima e in un clima tutt’altro che aperto all’idea della donna indipendente, ha agito in maniera moderna: i suoi comportamenti erano sicuramente volti ad incrinare l’immagine della donna sottomessa alla famiglia, che conduce la sua esistenza in maniera triste, sconsolata perché non fa quello che vorrebbe fare, all’insegna del “non posso” , “vorrei ma non me lo permettono!”.
Nello scatto a sinistra un bellissimo ritratto dell’attrice a metà anni ’60.
Nello scatto a destra l’attrice assieme al regista Pietro Germi – con cui ebbe una tormentata relazione – nel ruolo della baronessa Rosalia Cefalù, moglie del protagonista Don Fefè – Mastroianni, sul set di Divorzio all’italiana (1961).
Filmografia
La Luciana, regia di Domenico Gambino (1954)
Il nostro campione, regia di Vittorio Duse (1955)
Il padrone sono me, regia di Franco Brusati (1955)
Elena di Troia, regia di Robert Wise (1956)
Addio sogni di gloria, regia di Giuseppe Vari (1957)
Il cielo brucia, regia di Giuseppe Masini (1957)
Mercanti di donne (Marchands de filles), regia di Maurice Cloche (1957)
Giuditta e Oloferne, regia di Fernando Cerchio (1959)
Non perdiamo la testa, regia di Mario Mattoli (1959)
Caltiki, il mostro immortale, regia di Riccardo Freda, Mario Bava (1959)
Le legioni di Cleopatra, regia di Vittorio Cottafavi (1959)
La battaglia di Maratona, regia di Jacques Tourneur, Mario Bava (1959)
La battaglia di Austerlitz (Austerlitz), regia di Abel Gance (1960)
La regina delle Amazzoni, regia di Vittorio Sala (1960)
Ester e il re (Esther and the King), regia di Raoul Walsh, Mario Bava (1960)
La vendetta dei barbari, regia di Giuseppe Vari (1960)
I masnadieri, regia di Mario Bonnard (1961)
Divorzio all’italiana, regia di Pietro Germi (1961)
Il peso del corpo, regia di Daniela Rocca
Peccati d’estate, regia di Giorgio Bianchi (1962)
La città prigioniera, regia di Joseph Anthony (1962)
I dongiovanni della Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1962)
L’attico, regia di Gianni Puccini (1963)
Sinfonia per un massacro (Synphonie pour un massacre), regia di Jacques Deray (1963)
La noia, regia di Damiano Damiani (1963)
E venne il giorno della vendetta (Behold a Pale Horse), regia di Fred Zinnemann (1964)
Colpo grosso ma non troppo (Le Corniaud), regia di Gérard Oury (1965)
Assicurasi vergine, regia di Giorgio Bianchi (1967)
Un giorno, una vita, regia di Albino Principe (1970)
La macchina cinema, regia di Marco Bellocchio (1977) (documentario)
Daniela Rocca ha scritto sei romanzi pressoché introvabili:
Agente segreto con licenza di vivere
Avvocato offresi
Il condannato a morte
Psicanalisi, sogni, fantasie nascosti nella mente (prefazione di Marco Bellocchio)
Chiamatemi per le lune, Edizioni Don Chisciotte, Roma, 1978.
Fonte foto
https://www.royalbooks.com/pages/books/138974/daniela-rocca/daniela-rocca-candid-at-the-1962-cannes-film-festival-collection-of-19-original-photographs-of-the
https://www.wikifeet.com/Daniela_Rocca
Tratto da : Indagine Di Una Cittadina Al Di Sopra Di Ogni Sospetto

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