Dopo aver preso i mezzi pubblici un comportamento frequente è quello di lavarsi le mani prima di iniziare a mangiare. Capita a molti anche di controllare che la propria automobile sia stata chiusa in maniera corretta prima di allontanarsi.
Chi soffre di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), invece, riferisce pensieri intrusivi persistenti e ricorrenti che possono riguardare:
- il dubbio di aver effettuato un’azione (ad esempio aver chiuso la propria automobile o il rubinetto del gas, aver messo in ordine l’armadio);
- l’eventualità di aver pensato parole offensive;
- la paura di essersi sporcati rischiando inevitabilmente di ammalarsi.
Tali pensieri sono denominati ossessioni e sono spesso seguiti da tentativi di soluzione non funzionali del problema ovvero da comportamenti (controllare, mettere in ordine, lavarsi) o azioni mentali (pregare) prolungati che causano solitamente una grande perdita di tempo. Tali comportamenti ed azioni mentali prendono il nome di compulsioni. Chi soffre di DOC generalmente, a causa del disagio provato, si trova costretto ad interrompere le attività socio-lavorative con importanti ripercussioni sul tono dell’umore. L’età di insorgenza del disturbo è tra i 15 ed i 25 anni.
Video tratto dal film The Aviator (2004) con Leonardo Di Caprio. Regia di Martin Scorsese.
Secondo le evidenze scientifiche il DOC sarebbe caratterizzato da un accresciuto disgusto riferito. Una risposta intensifica di disgusto può coesistere con la difficoltà a regolare rabbia e colpa, osservata frequentemente negli in individui affetti da DOC. Le convinzioni ossessive, inoltre, possono essere associate alle risposte al disgusto.
Gli individui con DOC presenterebbero, quindi, un’elevata propensione al disgusto. L’intensità dei pensieri ossessivi sarebbe associata ad una tendenza a rispondere con disgusto in contesti non disgustosi, indicando come proprio le credenze ossessive possano essere coinvolte nel disgusto patologico. L’intenso disgusto riferito dai soggetti con DOC non sarebbe associato ad anomalie dell’attività elettrodermica o delle risposte elettromiografiche facciali. Sarebbero proprio le credenze ossessive a predire un’accresciuta sensibilità al disgusto anche quando le fonti oggettive di disgusto non sono presenti (Whitton et al., 2015).
Il DOC è una patologia cronica e può causare notevole disagio e disabilità. E’ caratterizzato da una varietà di manifestazioni cliniche, spesso non riconosciute tempestivamente. Il riconoscimento dei sintomi ed il trattamento precoce del disturbo può migliorare il decorso e l’esito delle terapie. I soggetti con DOC, invece, quando arrivano a visita dallo specialista, spesso si trovano immersi nei propri rituali non riuscendo nemmeno a collocare temporalmente l’esordio della sintomatologia.
La terapia può essere farmacologica o psicoterapeutica.
Tra le terapie di prima linea si può citare la psicoterapia cognitivo-comportamentale (caratterizzata da un percorso cognitivo in associazione ad esercizi di esposizione e prevenzione della risposta). Grazie al percorso psicoterapeutico il paziente può riuscire a controllare la sintomatologia non mettendo più in atto compulsioni le quali non fanno altro che aggravare l’intensità e la frequenza delle ossessioni.
La psicoterapia può essere associata alla farmacoterapia: generalmente viene prescritto un farmaco inibitore della ricaptazione della serotonina (SSRI) ma esistono una varietà di altre opzioni terapeutiche come l’utilizzo dell’antidepressivo triciclico clomipramina o l’associazione tra SSRI ed un farmaco neurolettico atipico (ad esempio aloperidolo, aripiprazolo o risperidone) (Fenske & Petersen, 2015).
I pazienti definiti resistenti alle terapie sono quelli con sintomi gravi o con assenza di una risposta alle terapie di prima linea. Si definisce resistente alle terapie un paziente affetto da DOC che non risponde ad almeno due trattamenti: esposizione e prevenzione della risposta in associazione a psicoterapia cognitiva oppure a farmacoterapia (con SSRI). Secondo le ultime stime i pazienti resistenti sarebbero il 30% del totale (McKay et al., 2015).
Riferimenti:
Fenske JN & Petersen K (2015). Obsessive-Compulsive Disorder: Diagnosis and Management. Am Fam Physician. 92(10): 896-903.
Whitton AE et al (2015). Cognitive and psychophysiological correlates of disgust in obsessive-compulsive disorder. J Clin Psychol. 54(1): 16-33.
Dott.ssa Tiziana Corteccioni
Medico chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta
Medico Psichiatra e Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo-comportamentale.
Da Ottobre 2010 collabora con il Centro Ricerche Musicali di Roma nel progetto “Musica Emozioni” rivolto a soggetti con difficoltà sul piano emotivo. E’ coautrice di pubblicazioni scientifiche.
Da Novembre 2013 collabora con l’Associazione di Clinica Cognitiva del Lazio.
Esercita attività come psichiatra e psicoterapeuta presso vari centri clinici a Roma ed a Perugia nei quali si occupa prevalentemente del trattamento farmacologico e psicoterapeutico di disturbi del sonno, depressione, disturbo bipolare, attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi alimentari, disturbi di personalità, dipendenze e schizofrenia.