Il pianto ricorrente: quando e perché è utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta

Il pianto è un comportamento che si attiva in caso di difficoltà nel gestire le emozioni ma anche in alcune condizioni fisiologiche di vulnerabilità (ad esempio in caso di gravidanza, infezioni, ciclo mestruale). Quando si soffre di Depressione Maggiore le crisi di pianto sono accompagnate da altri sintomi quali alterazioni dell’appetito, irritabilità, perdita di interessi, stanchezza, disturbi del sonno, eccessivi sentimenti di autosvalutazione o colpa, idee di morte. In questi casi sarebbe meglio consultare uno psichiatra psicoterapeuta.
All’inizio di un percorso di psicoterapia può capitare di piangere. In una ricerca si è cercato di studiare approfonditamente gli episodi di pianto dei pazienti che effettuavano un percorso di psicoterapia. I 64 psicoterapeuti intervistati hanno fornito informazioni specifiche sul loro lavoro e sui loro pazienti. 55 pazienti (ovvero l’85,93%) piangevano almeno una volta in seduta e 18 pazienti (ovvero il 28,1%) avevano pianto durante l’ultima seduta effettuata. La percezione dei pazienti, dopo l’episodio di pianto, era quella di avere un maggior controllo delle proprie emozioni e di avere un maggior supporto da parte dei loro terapeuti. Pregresse situazioni di pianto venivano considerate dai pazienti come stati di vulnerabilità e per questo non erano mai state raccontate prima. La confessione degli episodi di pianto ai terapeuti permetteva di raggiungere una migliore alleanza terapeutica (Zingaretti et al., 2017).

Video intitolato “Sadness Vs. Depression” pubblicato da The Mighty su youtube il 13/12/2016:

Secondo un’altra ricerca i pazienti con grandi difficoltà di regolazione emotiva, sintomi di disturbo borderline di personalità ed abusi infantili gravi avrebbero una maggiore probabilità di mostrare un’affettività intensa all’inizio del percorso di psicoterapia.
L’intervento del terapeuta sembrerebbe fondamentale nel raggiungimento della stabilità emotiva in quanto, prima del pianto del paziente, incoraggerebbe l’esplorazione e l’espressione delle emozioni più difficili da esprimere (Capps et al., 2015).
L’efficacia della psicoterapia si può riscontrare nel tempo. Si tratta di un graduale percorso di cambiamento che permette all’individuo di regolare al meglio le proprie emozioni. La forza di una persona, infatti, non sta nel negare o nascondere i propri momenti di sconforto ma nell’avere il coraggio di mostrare agli altri la propria parte più vulnerabile, cercando di conoscersi meglio ed intraprendendo, così, un percorso di crescita personale.

Riferimenti bibliografici:

Capps KL et al. Patient Crying in Psychotherapy: Who Cries and Why? (2015). Clin Psychol Psychother.22(3): 208-20.

Zingaretti P et al. Patients’ crying experiences in psychotherapy: Relationship with the patient level of personality organization, clinician approach, and therapeutic alliance (2017). Psychotherapy (Chic). 54(2): 159-166.

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