“Nell’arte le visioni più fosche sono quelle più belle” Friedrich Nietzsche
Sono lieta di presentare e curare a Roma per la prima volta la mostra personale dell’artista multidisciplinare finlandese Ulla Karttunen presso il Museo Fondazione Venanzio Crocetti con il Centro Taiteen Edistamiskeskus di promozione d’Arte Finlandese.
Karttunen da tempo conosciuta a livello internazionale come una delle artiste finlandese del ventesimo secolo, dedica la sua vita all’arte e alla ricerca continua. Figura di punta di artisti d’avanguardia transdisciplinare in Finlandia, lavora su immagini digitali, installazioni e progetti socialmente critici o concettuali. Ha vinto una borsa di studio quinquennale nel campo dell’arte multidisciplinare, nominata finalista in diversi concorsi artistici internazionali, e la sua installazione “Donna Criminale” opera creata con la carta è stata la vincitrice di premi d’arte internazionali sui temi dei tabù contemporanei.
La mostra intitolata “Donna Fatale: metamorphoses of modern” comprende trenta opere tra cui collage digitali e istallazioni dove ci racconta con osservazione filosofica visionaria “la metamorfosi del moderno”, ci parla del potere delle donne, della forza femminile e del coraggio. I lavori che l’artista ha realizzato in questa personale sono una serie di opere inedite fortemente influenzate dagli ampi panorami di stampo sociale.
Tutte opere di grande formato esprimono contrasti con un forte senso complesso. In alcune opere ci narra di donne che trattano il conflitto per le risorse economiche; alcune altre sono viste come dee moderne ed eroine, o come effigi di dame che indagano in modo fosco negli interstizi delle emozioni quali: la rabbia, la paura e la vergogna; oppure altre donne che vengono ritratte come mistiche e sante sconosciute in modo satirico, sensuale ed irrazionale.
I colori che utilizza in alcune opere sono incisivi e forti come ad esempio il rosso scuro, rosa cremisi, rosso scarlatto, oppure tenui che si mescolano e si sovrappongo creando sfumature morbide e originali; ed altre infine con colori compatti sembrano essere sul punto di dissolversi come dei fantasmi del futuro. Vengono rappresentate come un pathos drammatico interiore e scene di forza, che si alternano ad immagini che in semplici tratti si caricano di pregnanti ed eloquenti valenze allegoriche in modo ironico.
Karttunen lavora molto sul concetto del tempo, inquadra un approccio quasi pittorico dalle opere allontanandolo dal riferimento temporale e ai valori atmosferici, per portarci su uno spazio solido ma senza tempo, di oggi, di ieri o del domani. Il fondo non è importante quanto la figura femminile imminente e la descrizione emotiva che ci porta all’interno dell’opera.
Un tempo le donne erano escluse dal mondo della conoscenza, non potevano comandare, non avevano diritti, parlando anche in ordine esistenziale poiché il potere femminile non è collegato a regole, violenza, urli ad alta voce e non è stato mai molto ascoltato… Ripercorrendo la storia è possibile individuare solo alcuni casi emblematici la cui analisi evidenzia il percorso di progressiva affermazione in campo professionale delle donne, un tempo spinte all’arte e alla creatività, ma solo dal neoclassicismo in poi arriva una valenza di riconoscimento, ancora oggi, nell’epoca moderna la questione delle donne è globalmente “fatale” come dal titolo della mostra. La conquista nei tempi moderni, ritroverà la dignità intellettuale e la coscienza di praticare una professione non riducibile a mera pratica artigianale, e si fa via via più solida fino a raggiungere oggi quella valenza di riconoscimento globale.
Le donne sono le prime che creano nel mondo una condivisione e comunione necessarie per salvare il pianeta – l’educazione femminile, l’emancipazione delle donne e l’uguaglianza di genere sono i mezzi per sconfiggere l’indifferenza. Le opere in mostra sono espressioni tangibili di una precisa declinazione della società moderna, e vi trovano respiro cambiamento e la trasformazione del proprio vissuto.
Attraverso le sue opere, Karttunen rappresenta le donne per ricomporre quei strappi sulla figura femminile e per comunicare con trasparenza messaggi forti e molto attuali. L’artista utilizza i suoi lavori come in dei racconti. La creazione di ritratti in questa mostra, creati da collages, si legano alla prassi dell’ut pictura poesis come diceva Quinto Orazio Flacco, tradotta letteralmente significa “Come nella pittura così nella poesia”. La poesia nelle opere di Karttunen ne è l’esempio e ci descrive la figura delle donne attraversando la loro anima più profonda.
L’affettività, la sensibilità e l’intuizione sono presenti nella vita di Karttunen e cosi come nelle sue opere. Come in una successione di lotte e tragedie interne, è interessata maggiormente a rappresentare ciò che è “noir” l’altra faccia della medaglia. Ma, se crediamo nella rivalutazione nietzschiana di tutti i valori “nell’arte le visioni più fosche sono quelle più belle” dovremmo ripensare a quali valori e forze sono davvero il più profondo affermarsi della vita. In un continuo ciclo “vita-morte-vita” crea un’esplosione di emozioni incontrollate. L’artista pare volerci stupire accendendo una luce per illuminare la speranza, nel tentativo di riappropriarsi della propria “umanità” nel tentativo di voler vivere con serenità e pace. L’anima dell’artista pare non poter tacere e con una continua ricerca creativa comunica al mondo in un grido di speranza.
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.