Dragonfly è il titolo della mostra di Flavia Dodi presso RvB Arts. Il suo approccio stilistico estetico attraverso la pittura è colmo di sperimentazioni e ci fa ricordare il lontano Giappone attraverso le linee ordinate, ci colpisce col colore, la luce e il movimento rapido in uno studio del dettagliato sulla natura attraverso lo spazio. Vediamo cosi Libellule libere, intense, leggere in un unione e contrapposizione tra alto e basso, positivo e negativo, forza e leggerezza, Ying e Yang pittorico che ci porta alla mente nuove consapevolezze…spunta ovunque l’anima della artista e il colore, fondamentale nella sua ricerca.
Conosciamo l’artista prima di poterla ammirare nella sua mostra a Roma…
1) Come inizia il tuo percorso artistico?
Inizia spontaneamente, fin dall’infanzia ho usato il disegno e la pittura per comunicare, esattamente come fanno tutti i bambini. Le opere infantili sono il momento più alto nella carriera di ogni artista, sono l’espressione senza filtri della forza originaria. Poi ho portato avanti la ricerca per necessità espressiva. Conservando un rapporto intimo e personale con la pittura ho sempre continuato a dipingere parallelamente ai miei studi di architettura.
2) Qual è il senso della tua esperienza creativa?
In sintesi estrema direi: esprimere e rappresentare un flusso e una circolarità in cui i limiti tra un oggetto e l’altro sono intangibili, illusori e perciò reali. Nei quadri le libellule vanno verso la luce e contemporaneamente sono luce.
3) Il tuo senso artistico poetico vi avvicina all’asia, in particolare secondo me al Giappone, come?
L’Asia è per me un mondo reale e allo stesso tempo immaginario. Questo mi lascia la possibilità di spaziare con la fantasia. Il linguaggio pittorico è un risultato di qualcosa che scorre attraverso le persone, che il pittore interpreta lasciandosi attraversare.
4) Raccontaci nel dettaglio come lavori un opera e che tecniche utilizzi?
Il fondo è il primo gesto che viene compiuto sulla tela. Rappresenta “l’origine”. E’ l’espressione di una forza primordiale, una materia grezza. In seguito lavoro sulla composizione e sulla luce. Attraverso l’uso ripetuto di un elemento semplice lo sciame di libellule prende forma. L’insieme del volo e del movimento rappresenta per me la forza interiore, più raffinata rispetto a quella fisica grezza, ma ugualmente necessaria. Così come nella realtà, anche nelle opere, esse sono complementari ed entrambe indispensabili per il raggiungimento di un equilibrio che porti all’armonia.
5) La Rilevazione dell’opera? Quando avviene secondo te?
Credo che la risposta sia contenuta nella precedente
6) A quale artista ammiri oggi o nel passato?
Rispondo senza troppo riflettere, di getto: Goya, Velasquez, Shitao, Piranesi, Nolde, in modo implicito o esplicito sono presenti in questi lavori. Ma ce ne sono molti altri che mi piacciono.
7) Il tuo processo creativo tocca l’anima umana attraverso un connubio con la natura in modo ordinato, quasi architettonico, come è importante oggi questo rapporto con la natura?
Premesso che la parola “ordine” è qui intesa come “armonia”, la natura ha un ordine proprio, sempre e indiscutibilmente perfetto, in continua evoluzione. Ogni creatura vivente ha vitale bisogno di questo tipo di ordine naturale. L’architettura è presente nel metodo e nella composizione. Il metodo è necessario per il raggiungimento di un progetto, di qualsiasi tipo esso sia. In questo caso il metodo mi serve per esprimere la naturale evoluzione dell’equilibrio tra chiaro e scuro, che esprime l’essenza della pittura.
8) Il colore quanto è importante per te?
Molto importante per far risuonare vibrazioni emotive sottili, che trovano il loro motivo d’essere perché messe in rapporto con strutture compositive nette e decise.
9) Il contrasto Ying/Yong? Che simbologia per te?
Il ciclo vitale e il continuo evolvere
10) Il tuo prossimo progetto futuro?
Approfondire la ricerca indirizzando l’attenzione verso la pittura antica sia occidentale che orientale con lo scopo di trovare la rappresentazione delle sensazioni che questi due mondi producono in me.
11) come la vita influenza l’opera realizzata?
In modo diretto, sono la stessa cosa.
12) Cosa vorresti dare al tuo pubblico attraverso le tue opere?
Una pausa, un dialogo, un momento di ascolto interiore.
L’Artista
Flavia Dodi è nata a Roma nel 1975. Fin dalla prima infanzia inizia spontaneamente ad utilizzare il disegno come mezzo espressivo, apprendendo i rudimenti tecnici da autodidatta. Assecondando il grande amore per il disegno e la scoperta illuminante dell’opera di Le Corbusier, si laurea in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari porta avanti il disegno a mano libera e la pittura. Nelle sue opere prevale la dimensione silenziosa del viaggio introspettivo. Evoluzioni, rotazioni, traslazioni e tensioni tendono all’armonia della composizione e l’utilizzo ripetuto di elementi pittorici semplici sono alla base del linguaggio dell’artista.
Dragonfly La mostra personale di FLAVIA DODI
via Giulia 193, 00186 Roma
Aperta fino a sabato 18 febbraio 2017
Orari: 11:00-13:30 e 16:00-19:30; domenica e lunedì chiuso
Organizzazione: Michele von Büren di RvB Arts
Testo critico: Viviana Quattrini
RvB Arts info (+39) 06.6869505 | (+39) 335.1633518 – www.rvbarts.com
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.