Le stanze di Casa Vuota a Roma fino al 31 marzo si trasformano in un fondale marino in cui il pubblico potrà camminare, in occasione della mostra personale MAR NERO di Massimo Ruiu, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. Lo spazio espositivo domestico di via Maia 12 in un condominio del Quadraro a Roma.

Il “mare nero” pieno di storie dimenticate. Una vecchia radio alla ricerca di frequenze morte che fanno riecheggiare una risacca perduta. Il canto dei pesci in memoria di chi in mare si è perduto. E un’ombra che ci chiama, incessantemente. Questi gli elementi di una mostra affascinante, da non perdere!!

Massimo Ruiu ambienta le sue evocazioni marine tra le mura della piccola Kunsthalle tuscolana e sviluppa nel chiuso di un appartamento temporaneamente disabitato un progetto personale che scompagina le rotte e gli attraversamenti della dimensione immaginaria che si distende sopra e sotto le onde. In un tentativo di dialogo intimo e quasi sussurrato, si rivolge allo spettatore invitandolo a guardare nel doppiofondo nero del mare, a sintonizzarsi sulle onde di frequenza ormai perdute che un vecchio apparecchio radiofonico può ancora catturare, ad ascoltare le storie di chi nella traversata del mare si è perduto, cogliendone gli echi affidati alle parole mute dei pesci.

Intervista all’artista Romano Massimo Ruiu per la sua mostra personale a Roma…

Massimo raccontaci di te, il tuo primo approccio all’arte? Quando hai iniziato ad esplorare?

Credo che ognuno abbia la propensione per un linguaggio, quello visivo, espresso attraverso il disegno è sempre stato il mio linguaggio preferito fin da bambino.

Cosa puoi dirci della tua prossima mostra personale, MAR NERO?

Marnero è il nuovo capitolo di un ciclo di opere che dal 2000 (con le mostre SECONDO TEMPO fondazione Pascali, DOPPIO MARE studio Fedele Monopoli e LE PAROLE ILLUMINATE DEI PESCI vedetta della marina di Giovinazzo e MARE DI LACRIME 2016 fondazione Pascali a Polignano) indagano, attraverso un principio narrativo, tematiche inerenti il senso della nostra esistenza, e dell’impossibilità di consegnare alla Storia la bellezza vitale di tante storie pertinenti la vita di singoli esseri umani.

Parlaci della tua ricerca…e della tua ricerca sul mare? Il mare è il luogo dove lo sguardo corre libero fino a perdersi nell’orizzonte capace di accogliere l’immaginazione. Guardando verso il mare aperto riesco a liberarmi dai vincoli dello spazio , potrei essere in qualsiasi parte del mondo e del tempo. Sotto la sua superficie , nelle profondità silenziose e scure posso esplorare un mare che si trasforma in coscienza.

Un mare carico di storie abbandonate, perché? Proprio per le sue caratteristiche di luogo privo di riferimenti spaziali e temporali, il mare rappresenta l’oblio in grado di sottrarre alla nostra storia la vita di chi in questo si perde. I pesci , osservatori muti, nella mia narrazione sono depositari e testimoni di storie che non possono consegnare alla nostra Storia

Cosa decidi di lasciare al tuo pubblico? Che sensazioni reali? Le mie opere attraverso suggestioni emotive cercano di aprire delle vie nelle coscienze degli spettatori e per farlo cerco di non essere mai perentorio ma offro a chi guarda la possibilità di interpretare in consonanza con il proprio vissuto.

Ci descrivi una tua giornata tipo d’artista? come lavori? Osservo molto, ascolto la gente, ogni tanto mi guardo allo specchio e vedo molti film.

L’uomo di oggi si perde…quanto è importante il passato? il passato serve a non ripetere gli stessi errori

Un buco nella memoria del tempo…come recuperarla? Le cose perse non si recuperano …ma è importante sapere, definire i confini di quello che abbiamo perso. Insomma avere la coscienza di ciò che si è perduto.

Che influenza su di te ha la società in questo tempo? un artista non si può sottrarre dal proprio tempo.

Qual è il lavoro più recente che hai fatto? AMATO MARE: una rete, che cerca di portare in superficie il mare carico di segreti, di meraviglie, di storie

A quale artista del passato ti ispiri? O a quale ti senti più vicino? Sono uno storico dell’arte amo moltissimi artisti del passato, mi ispiro a tutti e nessuno, amo gli affreschi pompeiani, e mi sento vicino a Montale e Calvino

Come lo spazio espositivo influenza l’opera, o viceversa? L’esperienza di questa mostra a Casa Vuota rappresenta una sfida intrigante. Lo spazio consiste in un appartamento lasciato tale e quale al giorno successivo il trasloco dei suoi ultimi proprietari, lo spazio vuoto attraverso la polvere, le macchie e lacerazioni della vecchia carta da parati, le tracce di de locazioni con le impronte dei quadri e mobili sui muri in realtà non è vuoto ma carico di un vissuto che incombe…la sfida consiste nell’intercettare l’energia di questo spazio vissuto e portarla, cambiandola, nella direzione della mia poetica.

Progetti futuri e sogni particolari? Cosa desideri che non hai ancora realizzato? non ho progetti per il futuro mi interessa solo il presente. Ma il futuro è dietro l’angolo…mi aspetta.

“Un toponimo del cuore in rivolta, un luogo immaginato, un buco nero della memoria, Mar Nero”, scrive Francesco Paolo Del Re. “Una pozza di mare che si spalanca in un condominio del Quadraro. Le sue assolate reminiscenze saline si rispecchiano nel contrario, in quel nero d’ombra assoluta e inappellabile che ci chiama come una cattiva coscienza, come un dovere inadempiuto a cui tornare, come una paura alla quale non ci possiamo sottrarre… paura di sparire, di essere inghiottiti dal nero stesso, dal famelico mare che schiuma e ci chiama, dalla parte sbagliata, dal buco nero della Storia che si mangia le storie minime e plurali, le storie quotidiane dei poveri cristi senza gloria, sminuzzandole in un velo di permanenza salata, come i cerchi concentrici che ornano di cristallizzazioni effimere le pozze delle scogliere di quella Puglia che Ruiu si porta sempre cucita addosso, come una metafora identitaria acefala ed eroica”.

MASSIMO RUIU, artista – Nato a San Severo (FG) nel 1961, Massimo Ruiu (www.massimoruiu.it) si laurea in Storia dell’arte contemporanea a Roma, città in cui tuttora vive e lavora, e inizia a esporre nel 1984. Una costante della sua ricerca artistica è la tensione poetica che focalizza tematiche legate ai bisogni più intimi e profondi dell’uomo. Nelle sue opere c’è sempre qualcosa che non c’è: buchi neri in cui l’immagine implode, non-eventi dentro l’evento, parole affidate ai pesci, libri diventati cenere, in un procedere per negazioni affermative. Tra le collettive più recenti, “Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini ad oggi” al MAR di Ravenna (2017), “Convivium” al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA) (2016), “Atlante mediterraneo” al Castello di Acaya (LE) (2016), “Atlante Palmieri” al Palazzo Palmieri di Monopoli (BA) e “La grande illusione” alla Temple Gallery di Roma (2014), “Il giardino segreto” al Castello Svevo di Bari e “Home my place in the world” alla galleria Palm Hall di Londra (2012), “Puglia: Sguardo contemporaneo” alla 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (2011), “Intramoenia Extrart” al Castello di Barletta (2009). Si sono occupati del suo lavoro, tra gli altri, i critici e curatori Antonio Arevalo, Paolo Balmas, Achille Bonito Oliva, Rosalba Branà, Lorenzo Canova, Carmelo Cipriani, Giusy Carroppo, Anna D’Elia, Manuela De Leonardis, Lia De Venere, Arianna Di Genova, Guglielmo Gigliotti, Lorenzo Madaro, Antonella Marino, Pietro Marino, Alfonso Panzetta, Gabriele Perretta.

Casa Vuota: lo spazio espositivo nasce al Quadraro, periferia sud di Roma da decenni in promessa di gentrificazione, sembra custodire la stessa magia del film curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo.Un ambiente domestico che accoglie mostre d’arte contemporanea senza tradire la sua identità. “Niente pareti bianche o spazi asettici ma uno luogo sospeso, consumato, che si vanta della sua storia e delle sue cicatrici. L’idea della sospensione è uno dei punti cardine da cui muove il progetto. Nulla di definitivo o conclusivo continuo, una fase della vita dell’appartamento che conserva ancora forti tracce degli inquilini che lo hanno abitato dagli anni 50 fino a pochi mesi fa. Una sorta di passaggio generazionale che va di pari passo con l’evoluzione del quartiere Quadraro. Da borgata di periferia lontana dai percorsi turistici tradizionali a quartiere in forte espansione in cui l’arte ha svolto un ruolo predominante. Qui sorge M.U.R.o, museo a cielo aperto dedicato alla Street Art pienamente integrato nel territorio, ma anche realtà come Off1c1na, Studio 54 e Spazio Y, luoghi di integrazione e di sperimentazione che hanno richiamato un buon numero di artisti a lavorare nel quartiere attratti dai prezzi degli affitti più bassi rispetto ad altre zone di Roma. Un quartiere con una storia significativa alle spalle, fatta di resistenza – come dimenticare il famoso Rastrellamento del Quadraro operato dai tedeschi nel 1944 ai danni della popolazione del quartiere – ma anche di senso di appartenenza e di comunità profondissimo.

INFORMAZIONI :

TITOLO DELLA MOSTRA: MAR NERO

AUTORE: Massimo Ruiu

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 17 febbraio al 31 marzo 2018

ORARI: visitabile solo su appuntamento

CONTATTI:
cell. (+39) 392.8918793
email: vuotacasa@gmail.com
www.facebook.com/casavuotaroma/

INGRESSO GRATUITO

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Di Sveva Manfredi Zavaglia

E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all'arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un'approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.

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