In una sala senza più posti a sedere assistiamo alla Prima dello spettacolo “MIMI’ in arte Mia Martini” per la Regia dell’ottimo Daniele Salvo, all’OFF OFF THEATRE di Via Giulia.
L’aspettativa è alta, la sfida difficile.
In scena Colei che si conferma una grande attrice dalle doti canore fuori dal comune, Melania Giglio , affiancata da due angeli/attori che si avrebbe voglia di toccare per verificarne la consistenza terrena e accertarsi che non siano realmente due Esseri di un’altra dimensione, tanto sono convincenti nel loro ruolo.
Lo spettacolo ha inizio con la rivisitazione della vita della compianta Mimì, il cui Spirito divenuto per l’occasione narrante, viene “evocato” sull’aria “Lascia ch’io pianga” di Georg Friedrich Händel, magistralmente interpretato da Mamo Adonà , il primo Angelo co-attore dotato di voce celestiale da soprano.
Solo dopo il toccante incipit canoro l’indimenticabile Mia emerge dal mare della sua amata Calabria e ricostruisce, grazie alle sollecitazioni dei suoi due accompagnatori alati – il già citato Adonà e Sebastian Morosini, il secondo angelo – i punti salienti di un percorso professionale e personale che hanno caratterizzato l’esistenza tormentata e affascinante di una delle più grandi interpreti italiane nel panorama della musica leggera del ‘900.
Melania Giglio è bravissima, senza dubbio, ma fin dalle prime battute ci è parsa impossibile l’impresa di trasferire in scena l’essenza del soffio vitale di Mimì. Ne esce un ritratto monocorde che non rende giustizia all’anima sfaccettata di una superlativa Artista troppo spesso avversata da un destino a volte tragico, e dall’invidia di alcuni suoi colleghi che , pur di metterla fuori gioco, le hanno cucito addosso la più infamante e meschina delle dicerie: quella di jettatrice.
Abbiamo dunque assistito alla rappresentazione di una Mimì quasi sempre tormentata – come peraltro tutti gli Artisti dall’indole inquieta – ma che non riusciamo ad immaginare cupa e per la maggior parte del tempo sofferente, come la si è voluta delineare. Chi l’ha conosciuta sa che non era sempre e solo concentrata sulle sue disgrazie. Malinconica va bene , ma caratterizzata anche da un singolare entusiasmo innocente e vitale , simile a quello di una bambina assetata di conoscenza, di esperienze, di sensazioni , di ricerca dell’assoluto già all’inizio della sua carriera.
Nel corso dell’intera sua esistenza, il suo cuore puro mai sporcato dalle maldicenze e dalle sofferenze subite, è stato il vestito più autentico che ha indossato, con grande eleganza.
Forse ci è mancato il rivivere Mimì con le sue vette di gioia profonde quanto i suoi abissi di solitudine, sicuramente fragile ma anche testardamente innamorata della Vita oltre che del Canto.
In questo caso si è preferito dar risalto alla sua ricerca di un grande Amore assoluto, sì , ma non solo… mentre il testo teatrale indugia prevalentemente sugli aspetti dell’amore mancato, tradito , tormentato.
Il racconto delle ferite che le sono state inferte dal suo grande amore di cui non si fa il nome, anche se tra il pubblico serpeggia il dubbio che si tratti di Ivano Fossati, sono soltanto una tappa del suo cammino e non l’intera sua storia.
Talvolta abbiamo sentito la mancanza della Mia Martini felice e “vincente”, dell’Artista riconosciuta fin dagli anni 70 a livello internazionale, vincitrice di festival e di premi della critica. https://it.wikipedia.org/wiki/Mia_Martini
Un personaggio complesso e in qualche modo radioso. Mia Martini infatti non era solo dolore. Era un’antidiva dignitosa, nobile, ribelle, tenera, anticonformista e autentica , una creatura priva di qualsiasi sovrastruttura e corazza emotiva. Era la Musa ( Euterpe?) che non cantava solo con la voce, resa sgranata negli ultimi anni da due operazioni alle corde vocali, ma le cui note uscivano direttamente dalla sua magnifica anima Eletta che davanti al pubblico aveva il coraggio di mostrarsi nuda e indifesa , fino a mostrare sua ogni minima vulnerabilità per arrivare nelle pieghe più profonde dei cuori in ascolto.
La grandezza di Mimì Artista non risiedeva nella tecnica canora, di cui invero la Giglio è straordinariamente equipaggiata, ma in una timbrica così espressiva da riuscire a comunicare tutte le sfumature di ogni emozione umana. La grandezza di Mimì era nella sua capacità di trascendere ogni limite emotivo per trasformarlo in un’esperienza di alto valore artistico , da regalare interamente – senza tenere nulla per sé stessa – al pubblico che la seguiva.
Nonostante la professionalità del cast al completo e dello staff che ha contribuito alla realizzazione dello spettacolo, dal nostro punto di vista l’operazione è al dunque riuscita parzialmente, pur se riconosciamo che era altresì decisamente arduo misurarsi con un Mito del calibro di Mimì, la cui essenza è percepibile di più sul piano immateriale che ripercorrendo le tappe storiche e/o psicologiche della sua vita terrena.
OFF OFF THETRE
Via Giulia 20 Roma
MIMI’ in arte Mia Martini
6 – 25 novembre 2018
Melania Giglio
Mamo Adonà
Sebastian Morosini
regia di
Daniele Salvo
Riportare in vita un mito è una missione difficile, ma è questo il compito ambizioso che Melania Giglio si propone e lo fa in modo speciale, quasi mistico, richiamando in terra uno spirito tormentato come quello di Mia Martini, donna sofisticata e intensa nell’animo e nella voce. Un’anima che non ha avuto pace nel suo breve passaggio terreno e che la troverà sul palco, grazie alla guida di due angeli interpretati da Mamo Adonà e Sebastian Gimelli Morosini, che avranno il compito di alleggerirle il peso di quel talento per cui forse ha pagato troppo. Saranno proprio queste due figure luminose, due guardiani, ad evocarne l’essenza d’innanzi al pubblico e insieme a quel pubblico Mimì ripercorrerà la sua vita riappacificandosi con lei attraverso le sue canzoni. Il rapporto con la sua imperfetta famiglia (ma quale famiglia non lo è?), i racconti degli amici amati e poi persi di vista. La stupida e beffarda diceria che l’ha vista troppe volte, esser tacciata di sfortuna, a tal punto da vedere una carriera rovinarsi sotto il peso della maldicenza. E forse farà pace soprattutto, anche con se stessa, con il suo talento e la sua voce d’amianto, croce e delizia, amore e invidia di molti. Mimì ci guarderà ancora negli occhi e nuovamente canterà per noi, spaccandoci il cuore come faceva un tempo. Perché questo era Mimì, era qualcosa che non si dimenticava e che ogni volta lasciava il segno, quello stesso segno ch’è rimasto nella memoria di tutti noi. Insieme a Melania Giglio, straordinaria interprete dalla voce penetrante, recitano Mamo Adonà, raro esempio di come una voce femminile possa risiedere in un corpo maschile e Sebastian Gimelli Morosini, ambigua voce dalla presenza androgina, protagonisti di uno spettacolo con canzoni interpretate rigorosamente dal vivo.
Scene Fabiana Di Marco
Costumi Daniele Gelsi
Luci e video David Barittoni
Musiche originali e arrangiamenti Heron Borelli
Trucco Francesco Biagetti
Foto Sebastian Gimelli Morosini
Elaborazione Grafica Mario Toccafondi
Assistente alla regia Alessandro Guerra
Stagista Vittorio Stasi
Amministrazione Teresa Rizzo
Organizzazione generale Maria Laura Rondanini
OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma
DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Gruppi 10€
Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com
SITO: http://off-offtheatre.com/ – FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ – IG: https://www.instagram.com/offofftheatre/
Dora F. è nata e vive a Roma. A 20 anni comincia a lavorare
come segretaria di redazione in un giornale periodico di politica ed economia
alternando l’attività giornalistica a quella di cantante pop e di
organizzatrice di sfilate di moda. Le esperienze di lavoro maturate nei
settori della comunicazione la portano, negli anni, a dedicarsi alla
promozione e diffusione delle tematiche animaliste attivando in rete – fin dal 2008 –
finestre di visibilità nei social networks seguite da un grande numero di utenti