IL MURO DEL CANTO, la musica popolare romana in chiave moderna che racconta quelle storie di vita vere e universali
È la Roma degli stornelli quella che rivive nelle canzoni e nella poetica dei Muro del Canto, gruppo storico capitolino che dal 2012 racconta le storie di tutti i giorni nella capitale, ma non solo… perché Roma rappresenta solo un punto di partenza per affrontare i temi comuni a tutte le città e a tutti gli uomini.
Ne parliamo con Alessandro Pieravanti la voce narrante del gruppo composto da: Daniele Coccia (voce e testi), Ludovico Lamarra (basso elettrico), Eric Caldironi (chitarra acustica e pianoforte), Giancarlo Barbati Bonanni (chitarra elettrica e cori), Alessandro Marinelli (fisarmonica) e ancora Pieravanti alle percussioni e batteria.
Cosa raccontate nelle vostre canzoni?
L’idea è stata quella di partire dalle nostre radici, dalle cose che abbiamo sempre ascoltato nelle nostre case e ci hanno tramandato le nostre famiglie, per poi attualizzarle mantenendo però quello spirito e quell’approccio molto diretto legato al popolo e alle difficoltà quotidiane, alle situazioni che vivono i tanti rispetto ai privilegi dei pochi.
Nei tre album, dal 2012 ad oggi L’Ammazzasette, Ancora Ridi e Fiore De Niente, la tradizione popolare della musica romanesca trasformata in canzone “moderna” rinnova la sua funzione taumaturgica di protesta e condivisione di momenti storici e sociali, e viene riproposta tra sonorità e riflessioni sul tempo che passa, la morte, la sofferenza, le difficoltà della vita quotidiana e l’amore.
Da “Mamma Roma Addio” – la prima raccolta della canzone romana del nuovo millennio ispirata a Remo Remotti e realizzata insieme ad Ardecore e Bandajorona – a “Il Lago Che Combatte” (https://www.youtube.com/watch?v=Dcb_Thrq2P8)
l’inno per rendere pubblico lo spazio del laghetto dell’ex Snia – a sostegno delle iniziative cittadine per rendere pubblico il parco che ospita l’unico lago naturale di Roma nel quartiere Prenestino-Labicano-Pigneto hanno inciso e realizzato un video insieme agli Assalti Frontali diventato subito popolare e virale – il gruppo realizza diversi singoli e collaborazioni con altri artisti romani (come Piotta, Colle Der Fomento, Elio Germano tra gli altri).
Come si è evoluta la vostra espressione artistica in questi anni?
Il Muro è un progetto che ha suonato tantissimo. Abbiamo suonato in tutta Italia e anche all’estero. Sono tutte queste esperienze che poi abbiamo anche tramutato in nuove canzoni e quindi nei tre dischi di fila che abbiamo realizzato, e anche per il prossimo disco che uscirà su cui stiamo lavorando. Ci portiamo dentro tutte le persone che abbiamo incontrato, i concerti che abbiamo fatto, le cause, le lotte. Quindi diciamo che è il risultato di tutte le esperienze e i momenti che abbiamo vissuto.
In “Ciao Core” e “L’Anima De Li Mejo” (con la bella metafora nella frase “Sta corsa contro er tempo mozza ‘r fiato”) affrontate il tema della morte e del tempo che prima o poi finisce. Spesso le tematiche che toccate sono molto dure, come mai?
Il legame con la tradizione romana sta proprio in questo nell’affrontare temi cupi e duri, come la morte ad esempio, in una chiave che comunque non risulti pesante ma faccia riflettere sempre con uno spirito di rivalsa nei confronti della vita. Come abbiamo fatto in “Ciao Core”, ad esempio, il modo che abbiamo scelto per affrontare la situazione di una persona malata terminale che sta per morire. Per noi il trasformare le situazioni difficili in canzoni, spesso anche molto ritmate e trascinanti, è il modo di esorcizzare e affrontare queste paure. E poi sicuramente per cercare di raccontare storie il più vere possibili senza omettere gli aspetti che spesso risultano più difficili da affrontare.
Quali sono i simboli della romanità nelle vostre canzoni?
In realtà non c’è un simbolo in quanto tale. Roma per noi è un contesto, è quello in cui viviamo e ci risulta più semplice per portare in scena le storie. Ma l’obiettivo non è parlare solo di Roma e della romanità. E spero che ci riusciamo. Infatti la nostra soddisfazione più grande è quando andiamo fuori e vedere gente che riusciamo a coinvolgere pur venendo da ambienti completamente diversi. Le storie ambientate a Roma rappresentano realtà universali. I simboli della romanità che usiamo dai monumenti alle realtà cittadine, che sono quelle che conosciamo meglio, sono solo un pretesto per raccontare con la nostra musica la realtà in maniera autentica.
Sito ufficiale Il Muro del Canto
(link http://www.ilmurodelcanto.com/ciao-core)
Pagina FB Il Muro del Canto
(link https://www.facebook.com/ilmurodelcanto/?fref=ts)
Parole, lingua e linguaggio, arte e le nuove tecnologie sono quel filo rosso con il quale mi diverto a tessere le mie giornate. Innovazione e sviluppo di nuovi orizzonti gli spunti che mi fa piacere incontrare. Giornalista, editor, copy writer e content media. Dopo la laurea in Filosofia del Linguaggio e della Mente a Napoli, mi trasferisco a Roma dove mi specializzo in comunicazione per il web e i nuovi media e per diversi anni sono caporedattore del mensile “Next Exit, creatività e lavoro” approfondendo temi di economia della cultura. Ho curato la pubblicazione di diversi progetti editoriali, tra cui Young Blood, annuario dei giovani artisti italiani, e RomaCreativa, per fare una mappatura dei creativi italiani nel mondo e nella capitale.