Il quarto piano della dimora storica di Palazzo Phamphilji a Roma, oggi Eitch Borromini, sede della Galleria d’Arte ospita al 15 marzo 2018 la mostra di due artisti Andrea Pinchi e Paolo Vannuccini con una doppia personale dal titolo Oltre l’Apparenza – gioco a due nelle stanze dell’arte – a cura di Sveva Manfredi Zavaglia. La mostra dura fino al 15 maggio 2018.

Il fil rouge è un gioco a due in un dialogo fra mondo estetico ed interiore che i due artisti ci presentano. “Filo Rosso” inoltre è il nome del nuovo vino della Sartago presentato per l’occasione. E’ un progetto espositivo di rilevanza artistica che prevede un viaggio conoscitivo della pittura e del colore con oltre 30 opere in dialogo continuo con il sé e la vita che ci circonda. Andrea Pinchi ci dice la curatrice Sveva Manfredi Zavaglia, descrive il nostro tempo passato fissandolo in un istante. Realizza anche l’impercettibile in modo sottile, il vedo non vedo, con la delicata sensibilità che solo l’artista possiede. Come un avatar, nelle tele crea un generatore di anime reincarnate allo stato embrionale. Nelle opere di Vannuccini si intravedono figure umane spuntate all’improvviso davanti a dei muri di colore col desiderio di scavalcare e andare oltre.

Attraverso i loro segni, in un mondo pieno di colore, le esperienze di vita degli artisti ci forniscono suggestioni forti e ironiche. Il linguaggio dell’arte in questa doppia personale vuole in modo sottile provocare ed incuriosire l’occhio dell’osservatore attento creando un rapporto diretto tra le opere d’arte, i loro autori ed il pubblico.

La bellezza dell’opera d’arte è il perfetto, o l’assoluto riconosciuto dai sensi; la verità è il perfetto percepito dalla ragione. E la bontà dal suo canto è il perfetto raggiunto dalla volontà morale”.

Alexander Gottlieb Baumgarten

Andrea Pinchi opere:

Paolo Vannuccini opere:

Intervista a due in occasione della loro mostra personale a Roma…Andrea Pinchi e Paolo Vannuccini

Come è iniziato il vostro percorso artistico?

A- (Andrea Pinchi)

Sono stato un bambino fortunato in quanto sono cresciuto con figure di riferimento determinanti per la mia formazione artistica e culturale: mia zia e il suo compagno pittore, coltissimi e umanamente illuminati, mio nonno e mio padre, artisti organari, il designer e lo scultore che lavorava per loro. A tutte queste persone devo ciò che sono oggi. Il resto lo hanno fatto insegnanti meravigliosi, gli incontri con persone extra-ordinarie e le esperienze maturate nel tempo.

P- (Paolo Vannuccini)

Sono sempre stato affascinato dall’ arte in tutte le sue forme sin dai tempi della scuola, il passaggio dall’ album e pennarelli alle tele è stato abbastanza repentino affascinato prevalentemente dai movimenti futuristi. E da lì un continuo approfondimento e ricerca tecnica e culturale

Essere artista è ricerca, dedizione,…

A-

Da sempre l’interesse dell’artista, novello Ulisse, si focalizza ed esaurisce nel suo viaggio. Oggi come in passato l’artista è Ulisse, esiste solo lui ed il suo viaggio. Poi viene tutto il resto (ricerca, dedizione, etc…).

P-

Grande passione e grande voglia di mettermi costantemente in gioco. Una ricerca continua.

Come create la vostra opera, quali sono le condizioni ideali?

A-

Si parte dai successi e le sconfitte che, per dirla con Kipling, sono impostori e quindi fonte d’ispirazione. Insieme alle muse generano il preludio. Quindi, nel mio caos quotidiano, si innestano disciplina e abnegazione in favore del momento creativo. Il tempo non esiste: se lo è già preso l’arte. Quindi giorno e notte per me pari sono. Se mi sveglio senza idee esco a cercare il Mito, saluto Marco Aurelio e poi ritorno con qualcosa. Per fortuna vivo a Roma.

P-

Non ho una condizione ideale, non saprei darne una, la nostra vita è fatta di esperienze oggi negative, domani positive e dopodomani chissà…tutto ciò dentro di me crea dei mix incontrollabili che poi esplodono sulle tele con forme colori e uomini che vagano !!!

Nei vostri quadri il segno si carica di molteplici valenze. gli elementi cromatici quanto sono importanti?

A-

Credo che un occhio attento e un’anima sufficientemente sensibile possano cogliere nell’opera di ogni artista la sua proiezione più intima. C’è chi si trincera dietro i “senza titolo”. Io gioco a viso aperto, sono un vecchio rugbista.

P-

I segni sono discorsi introspettivi per me, sono l’anima, me stesso e le persone

Esistono influenze con gli altri artisti oggi?

A-

Si, ho un discreto numero di amici veri appartenenti al campo artistico e godo di “scambi di ricchezze superiori” che talvolta sfociano in lavori a quattro mani oppure in reciproche cessioni di idee e materiali. Uno è Paolo, un’empatia rapida come il gesto creativo.

P-

Conosco diversi artisti con i quali ho condiviso momenti interessanti, scambi di opinioni, esperienze, progetti futuri, in questa specifica occasione invece ho conosciuto Andrea artista con grande esperienza e quello che secondo me ci accomuna di più è l’anima, la cosa che più mi interessa nell’uomo artista e non. E poi i grandi contemporanei, cosa dire..

Quale è il tuo contributo personale che desideri dare al mondo dell’arte?

A-

Un desiderio di rallentare la corsa verso l’iperminimalismo, l’iperconcettualismo, l’ultra tecnocrazia e lo stupore sintetico da essa derivato. Contrastare insomma quello stato ipoemozionale non dichiarato che spesso rende omertosi (per convivenza civile) non pochi fruitori dell’arte, obbligati a dover dire “interessante” di fronte a uno dei tanti “vuoti per pieni”. Vorrei lasciare la memoria di ciò che furono le mie urgenze. E del prezzo che ho pagato perché venissero soddisfatte. Un viaggio al di là del bene e del male.

P-

Le mie opere fondamentalmente raccontano il mio percorso, momenti difficili, gioie, incertezze, dispiaceri, allegrie, giorni di ordinaria follia…Sto essenzialmente dipingendo una mia autobiografia che potrà essere decifrata sicuramente dal fruitore che in se avrà una chiave di lettura: L’anima !!

Uno spunto personale su questa mostra?

A-

Sogni, inconscio, mitologie classiche e personali, sentimenti dell’oltre tempo.

P-

Esporre opere che dialogano in un palazzo del 1600 nel centro di Roma dove soggiornò Papa Innocenzo X con una meravigliosa piazza Navona di fronte, cosa devo dire di più!!!

Come lo spazio può influenzare un opera esposta?

A-

Per me esporre in questo spazio è quasi naturale essendo cresciuto come formazione familiare nella cultura del barocco. Credo che i visitatori potranno cogliere questa osmosi di elementi che vive nelle mie opere come ponte tra passato e futuro.

P –

Lo spazio per me non ha una rilevanza particolare, l’opera nasce da dentro a

prescindere, certo , la contaminazione da luoghi, eventi, o altro potrebbe influenzare positivamente o negativamente ma per quello che mi riguarda cerco di seguire un mio percorso.

La bellezza nell’arte può sostenere il mondo sociale?

A-

L’artista ha il dovere e l’urgenza di creare. A mio avviso il cosiddetto “impegno” non costituisce un valore aggiunto nell’arte ma un utile strumento di interesse e riflessione politica che fortunatamente può esercitare una funzione sociale. Detto questo, non so se la bellezza salverà il mondo e la sua umanità, ma di certo una brutta arte non li aiuterà. Vedo una deriva grigia a cui rispondere con un forte ritorno al colore.

P-

Penso che in questo stato di oscurità profonda in cui versiamo l’arte non solo con la pittura ma in tutte le sue forme ed espressioni possa dare un contributo molto importante

Progetti futuri a breve?

A –

Intanto cominciamo…Ci stiamo ragionando.

P –

Sono molto preso da questa mostra e da altri lavori che sto preparando ,sinceramente e’ una cosa alla quale non ho pensato.

Sembra che l’Arte stia vivendo cambiamenti oggi, come li vivete voi? Secondo voi la tecnologia può aiutare l’Arte?

A-

Temo che la profezia di Battiato: “Le macchine al potere e gli uomini a pane ed acqua” si stia concretizzando nel quotidiano e che si rifletta impietosamente sull’arte stessa. . Per me l’Uomo viene prima, mi auguro che il suo segno più profondo possa non abbandonarci mai.

P-

Che stia vivendo cambiamenti perlomeno in Italia non mi sembra, mi auguro che ciò avvenga presto c’è troppa aridità in questo mondo!! La tecnologia intesa come organo informativo certamente, nel lavoro invece solo quando è indispensabile, io amo molto la manualità con tutti gli errori, le imprecisioni che può comportare ma del resto è proprio da lì che esce la vera anima dell’artista !!!

Un sogno che vorreste realizzare?

A –

Una grande scultura pubblica, in stagno e piombo

P –

Poter organizzare un importante mostra all’estero

ANDREA PINCHI Nasce nel 1967 in una famiglia di noti costruttori e restauratori di organi a canne. Giovanissimo diventa designer degli strumenti di suo padre Guido, tra i più significativi dei quali: Duomo di Arezzo, Kusatsu Concert Hall in Giappone, Tempio della Consolazione di Todi ed Aula Liturgica San Pio di Petrelcina in collaborazione con Renzo Piano. Si occupa inoltre del restauro degli organi storici dal 1981 al 2014. Oggi continua l’attività di designer per suo fratello Claudio.

Inizia a dipingere da bambino con il pittore Nereo Ferraris (1911-1975) compagno della zia, Maria Pia Pinchi, figura fondamentale per la sua formazione culturale ed artistica. Tra il 1989 ed il 1996 è in contatto con Aurelio De Felice (1915-1996) dal quale accoglie il suggerimento ad intraprendere la ricerca del proprio mondo espressivo che lo conduce a quello che Maurizio Coccia definirà nel 2011 il Pincbau, ovvero la costruzione di opere attraverso il riutilizzo dei materiali provenienti da antichi organi musicali o da quelli della propria famiglia, cosa che avviene a partire dal 2005. Dal 2011 ad oggi ha esposto a Bari, Basilea, Bruxelles, Como, Firenze, Foligno, Madrid, Milano, Prato, Roma, Spoleto,Treviso,Verona in collettive e personali. Ha partecipato alla 54 Biennale di Venezia. Ha esposto in mostre museali come al Museo di Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto ed al Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma. Si sono occupati di lui: Francesca Briganti, Marta Calcagno, Sabina Caligiani, Maurizio Coccia, Lauretta Colonnelli, Vittoria Garibaldi, Lucia Genga, Roberta Macchia, Sveva Manfredi Zavaglia, Gianluca Marziani, Stefano Masi, Valeria Molaioli, Irene Niosi, Matteo Pacini, Vittorio Sgarbi, Chiara Silvestri, Claudio Strinati, Alessia Vergari. Collabora con le gallerie Ninni Esposito Arte Contemporanea di Bari, xnovodesign di Bruxelles, Fornaciai Art Gallery di Firenze, Artespressione di Milano, Die Mauer di Prato, Borghini Arte Contemporanea ed Honos Art di Roma, ADD-art di Spoleto.Le sue opere sono in Fondazioni e Collezioni private a Bari, Bonn, Basilea, Bruxelles, Dubai, Firenze, Foligno, Liegi, Madrid, Milano, New York, Padova, Roma, Spoleto e Teheran. Vive e lavora a Roma nel suo studio di Piazza Campitelli. Info: www.andreapinchi.com

PAOLO VANNUCCINI Vive a Roma e svolge la sua attività artistica da autodidatta nel proprio studio atelier in via Archimede. La sua passione all’arte comincia sin dalla sua prima gioventù, crea e dà vita a tante opere, e tutt’ora prosegue la sua lunga ricerca dal materiale al colore, dalla pittura alla scultura. Frequenta diversi Artisti contemporanei Romani con i quali approfondisce il periodo figurativo superandolo e inizia così a, ricercare e sperimentare nuove tecniche, passa all’Informale proseguendo verso l ‘astrazione. Le sue opere diventano materiche utilizzando vari materiali come poliuretani, gesso, stucchi, limature, ecc…., lavora molto sulle proprie sensazioni ed emozioni guarda molto dentro di se, lavora molto sull’ impermanenza. Ha creato varie serie di opere d’arte a partire da -“Rebirth” (rinascita) a “Impermanenza”, ed a seguire “Oltre”– dove ricorrente questa voglia di ricostruire , ricomporre , ripartire, ricompattare rinascere , uscendo da vortici ,labirinti e muri ,piccoli e grandi muri dai quali a volte si riesce a scorgere anche uno spiraglio di luce. La luce che determina l’umore dell’artista. Secondo Paolo Vannuccini: “L’umore è alla base dell’estro artistico tenerlo a bada è difficile, per questo è indispensabile stare con i piedi a terra senza farsi illusioni di riuscita né andare verso quelle di sconfitta. L’artista ha poco potere su di sé, esercitare l’autocontrollo è fondamentale per creare”. Ha fondato per un periodo anni fa, l‘associazione FP Arte con sede nel suo studio atelier. Ha creato incontri esposizioni, presentazioni varie mostre collettive, convegni, dando vita ad un vero salotto Artistico. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive principalmente a Roma e Venezia. I suoi lavori fanno parte di diverse collezioni private in Italia e all’estero. Le sue opere contraddistinguono movimento continuo quasi a rasentare il caos che è in lui ed intorno a se come viene descritto anche in alcune recensioni.

Info: Studio: via Archimede 145 A Roma -tel +39 3383977505

La mostra:
Andrea Pinchi – Paolo Vannuccini: “Oltre l’apparenza- Gioco a due nelle stanze dell’Arte”.

Curatela: Sveva Manfredi Zavaglia

Luogo: Galleria d’Arte Eitch Borromini, Via Santa Maria dell’Anima 30, Roma

Apertura: dal 15 marzo al 14 maggio 2018

Orari: da lunedì a domenica h 11-20 ingresso gratuito

Informazioni: Tel: +39 06 6861425
e-mail: galleriaborromini@gmail.com

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/galleriaborromini/

Ufficio Stampa:
Rosi Fontana Press & Public Relations info@rosifontana.it
mob.+39  335562324

 

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Di Igor Wolfango Schiaroli

Igor W. Schiaroli è esperto di "new media", di estrazione economico matematica è specialista e appassionato di tecnologie, internet, editoria, economia e nuovi media. Esperienza nel settore internet, web e dell'editoria. E' anche un reporter indipendente e scrittore, ma sopratutto un tecnologo ed economista appassionato di scienza e viaggi. Ha avuto ruoli importanti per importanti aziende che operano nel campo dei media e delle telecomunicazioni sia italiane che internazionali.

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