Questo articolo ci porta alla scoperta di alcuni degli spazi verdi di Roma. I parchi pubblici della capitale sono ricolmi di storia e fascino per cui una passeggiata tra la natura romana è una di quelle emozioni che alimentano il proprio benessere.
Scopriamo quindi che il Dipartimento della Tutela Ambientale di Roma Capitale propone visite guidate gratuite nei più importanti parchi e ville di Roma: Villa Pamphili, Parco dei Martiri di Forte Bravetta, Semenzaio di San Sisto, Villa Celimontana, Villa Torlonia, Villa Borghese e Semenzaio di S. Sisto.
Per ciascuna visita sono stati studiati dei percorsi didattici storico-botanici con proposte di itinerari alla scoperta delle specie botaniche più significative (per diffusione, particolarità o rarità) e dei singoli alberi monumentali e notevoli per dimensioni
Ville e parchi, tornano le visite gratuite tra le “gemme verdi” della Capitale
Da Villa Pamphili a Villa Celimontana, dal Parco dei Martiri di Forte Bravetta a Villa Borghese, dopo la pausa estiva tornano le passeggiate nel grande patrimonio storico e naturalistico della città di Roma.
Grazie all’attività del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale anche questa stagione è possibile scoprire gratuitamente queste vere e proprie “gemme verdi” della città.
Ogni percorso didattico di visita presenta le specie botaniche più significative.
Le visite guidate, che si svolgono per tutto l’anno (tranne il mese di agosto), sono totalmente gratuite e possono essere prenotate da scuole, associazioni e singoli cittadini. Il numero di partecipanti per ogni visita guidata va da un minimo di 6 a un massimo di 25.
GLI ITINERARI DI VISITA STORICO BOTANICI
Villa Pamphili
Villa Doria Pamphilj, con i suoi 184 ettari di estensione, è uno dei parchi più ampi e importanti della città di Roma. Trae origine dalla tenuta di campagna della famiglia nobile romana. È, inoltre, sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano.
Progettata dallo scultore Alessandro Algardi e dal pittore Giovanni Francesco Grimaldi agli inizi del Seicento, è una delle ville meglio conservate della città. Nel 1960 venne divisa in due parti distinte per l’apertura della via Olimpica, in occasione dei Giochi della XVII Olimpiade.
Attualmente villa Pamphilj è ripartita in tre aree: il palazzo e i giardini (pars urbana), la pineta (pars fructuaria), e la tenuta agricola (pars rustica). (Wikipedia)
Sito web del parco: http://www.villapamphili.it/
- Itinerario da Porta S.Pancrazio (Largo 3 giugno 1849) al Giardino del Teatro (sotto Villa Algardi). {google_map}41.887635, 12.459089{/google_map}
- Itinerario dall’ingresso su via Aurelia Antica 183 (Villa Vecchia) sino al Lago del Giglio. {google_map}Via Aurelia Antica, 183, 00164 Roma Italy{/google_map}
- Itinerario dall’ingresso su via Aurelia Antica 327 (“Villa di Ponente”). {google_map}Via Aurelia Antica, 327, 00165 Roma Italy{/google_map}
Opuscolo visita Villa Pamphili:
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Opuscolo divulgativo con itinerari di visita
Parco dei martiri di Forte Bravetta
Visita storico-botanica del parco e all’interno del Forte
Forte Bravetta, uno dei luoghi-simbolo della Resistenza – tristemente noto per le 111 esecuzioni eseguite tra il 1943 e il periodo immediatamente postbellico – è stato riacquisito dal Campidoglio nel 2009 e riaperto al pubblico nel 2011 come Parco dei Martiri.
Martiri di Forte Bravetta furono 68 militari e partigiani, tutti appartenenti alla Resistenza romana, fucilati dal Comando tedesco nel periodo dell’occupazione (10 settembre 1943 – 4 giugno 1944) a Forte Bravetta, una delle costruzioni fortificate che circondavano la città di Roma, situata nella periferia ovest della Capitale, al km 3,5 della via omonima. (Wikipedia)
La denominazione del parco, dedicato a chi si è sacrificato per la libertà, nasce dalla storia stessa del territorio, luogo di esecuzione di partigiani e cittadini durante l’occupazione nazista.
L’area comprende dieci ettari di querce e tigli della riserva naturale protetta della Valle dei Casali.
Ingresso da Via di Bravetta, 739, 00164 Roma
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Il parco in oggetto è situato nel XVI Municipio, all’interno della riserva naturale “Valle dei Casali”,ed ha una estensione di 10,6 ettari.
La sua importanza predominante è legata al fatto di contenere il Forte Bravetta che in buono stato architettonico e manutentivo è visitabile solo tramite visita guidata .
Il Forte fa parte di un campo trincerato voluto da Vittorio Emanuele e progettato da Durand de la Penne a difesa della città di Roma.
Il forte durante l’occupazione militare tedesca fu adibito a luogo di esecuzione delle sentenze di morte emesse dal tribunale di guerra germanico (in tutto 77 persone).
Fra di essi Don Giuseppe Morosini, la cui esecuzione è immortalata dalla scena in cui è interpretato da Aldo Fabrizi, nel film “Roma città aperta” del 1945.
Il 29 aprile 2009 il Forte Bravetta e il parco che lo circonda diventano proprietà del Comune di Roma, con una cerimonia in cui ci fu l’appello lanciato da Eugenia Latini,figlia di uno dei martiri,veniva finalmente raccolto, scongiurando rischi di vendita o dismissione.
Elementi vegetali del parco di Forte Bravetta
Entrando dal cancello su via di Bravetta a Nord del Forte,lungo una strada asfaltata il parco è costituito da boschetti misti di Tilia cordata, Celtis australis, Robinia pseudoacacia, Fraxinus ornus, Quercus pubescens e Laurus nobilis.
Il primo casale che si incontra lungo la strada asfaltata era la residenza del comandante del forte ed è circondato da piante di Prunus cerasifera, Prunus amygdalus, Nerium oleander, siepe di Laurus nobilis.
La strada asfaltata termina all’entrata del Forte a Est su un piazzale dove erano gli edifici della mensa, gli alloggiamenti della truppa e vari magazzini; dietro queste costruzioni è presente un boschetto di Celtis australis e Tilia cordata con un sesto d’impianto piuttosto fitto.
Un piccolo giardino con un edicola al centro e circondato da Laurus nobilis con Pittosporum tobira e Acacia dealbata è situato sul lato nord della mensa.
Il Forte è circondato per tutto il suo perimetro da un fossato molto grande e interamente ricoperto da vegetazione spontanea di Robinia pseudoacacia, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Phillyrea angustifolia,Ficus carica, Laurus nobilis, Celtis australis, Spartium junceum.
Sul lato sud vi sono esemplari isolati di Tilia cordata e sul lato Est, delimitato da via di Bravetta è presente un filare perimetrale di Quercus pubescens, Tilia cordata e Fraxinus ornus.Un grande esemplare di Quercus suber è presente sul bordo del fossato lungo via Bravetta a testimonianza della vegetazione originaria del sito.
Semenzaio di S. Sisto
Visita botanica e storia del vivaio storico del Servizio Giardini.
Il Semenzaio di S. Sisto, adiacente a Villa Celimontana, ospita la sede del Servizio Giardini di Roma Capitale. Qui viene coltivata con cure particolari la delicata collezione di azalee che ogni anno, nel periodo della fioritura, viene esposta lungo la scalinata di Trinità dei Monti, a Piazza di Spagna. Il Semenzaio ospita anche una ricca e preziosa collezione di orchidee, rinomata per i numerosi premi vinti.
Aranciera di San Sisto, Via di Valle delle Camene, 11, 00184 Roma
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Cenni storici
A partire dal 1810 l’amministrazione francese avviò un progetto che prevedeva l’istituzione di un vivaio per la produzione di piante e la creazione di un servizio che si occupasse dei giardini. A Roma infatti mancavano del tutto parchi pubblici e, con l’istituzione di questo ufficio, il prefetto napoleonico De Tournon mirava ad abbellire le aree verdi della città e a creare un servizio pubblico in grado di gestirle. Venne individuata l’area di S. Sisto e, nel 1813 Ippolito Nectoux, allora direttore dei giardini e dei vivai imperiali, firmò un compromesso di locazione. La nascita del Semenzaio romano risale all’anno dopo. Vivaio e manutanzione dei giardini avevano gestione separata e diversa e il vivaio svolgeva anche un servizio di vendita al pubblico. Fra le prime disposizioni del restaurato governo pontificio si registra la riduzione del personale del Servizio Giardini addetto agli abbellimenti. Licenziato Nectoux, prese il posto di direttore del vivaio Michelangelo Poggioli, Archiatra Pontificio, che mantenne questa carica fino al 1850. Il governo pontificio bloccò qualsiasi programma di nuovi parchi o passeggiate e il Servizio Giardini, dedicato unicamente alla manutenzione del Pincio e del Celio, si sgretolò. Non se ne parlerà più fino all’istituzione del Comune, sotto il pontificato di Pio IX, quando la cura delle passeggiate fu assegnata alla neonata municipalità. Nel 1848, anche al fine di rendere meno provvisoria la situazione del vivaio di S. Sisto, il vecchio affitto venne trasformato in enfiteusi dapprima della durata di 29 anni e successivamente, nel 1859, perpetua. Con l’istituzione del Comune di Roma divenne responsabile del servizio Luigi Vescovali, consigliere comunale, studioso e membro dell’Accademia Romana di Archeologia, a cui si deve il merito della rinascita dei giardini pubblici di Roma. Braccio destro di Vescovali e suo collaboratore come capo giardiniere del Pincio per dodici anni fu il francese Augusto Houssaille, che successe a Francesco Vachez. Questi due esperti giardinieri furono protagonisti delle passeggiate pubbliche di Roma di quegli anni, ma con tempi e ruoli diversi. A Vachez, attivo dal 1852 al 1854, spetta il merito della ricostruzione dei giardini e della riorganizzazione del vivaio. A partire dal 1854 Augusto Houssaille, che come capo giardiniere del Pincio era in pratica il direttore delle passeggiate, assunse la guida della manutenzione in stretta collaborazione con Vescovali. Nel 1864 venne pubblicato il primo regolamento ufficiale del vivaio. Nel 1866, alla morte di Houssaille, la funzione di capo giardiniere venne in pratica ricoperta da Germano Lugli, giardiniere del Pincio fino al 1870, che ebbe un importante ruolo sia nel restauro del Pincio che nella realizzazione del giardino grande di Termini. Dopo il 1870 il Servizio Giardino era in sostanza già delineato anche se il regolamento che lo istituisce è solo del 1883. La mancanza di personale qualificato e l’incremento edilizio del primo dopoguerra bloccarono quasi completamente la sua attività fino al 1926, quando, con l’intervento di Raffaele de Vico e di Alberto Galimberti nuovo direttore dell’ufficio, si ebbe un nuovo indirizzo e una nuova gestione del verde pubblico di Roma. Il de Vico restaurò gli edifici esistenti del Semenzaio e sistemò a giardino l’area verde centrale, progettò le serre per la coltivazione floreale e una grande arancera per il ricovero invernale delle piante più delicate.
L’Arancera di San Sisto ha mantenuto questa denominazione fino ai giorni nostri ed è stata recentemente chiamata Aranciera per uniformarla all’uso corrente della parola.
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Opuscolo divulgativo con itinerario di visita
Villa Celimontana
Visita botanica con cenni storici
La villa Celimontana (già villa Mattei) è un parco pubblico di Roma la cui creazione risale al Cinquecento. Fu soggetta a trasformazione in senso paesaggistico nel 1858 dall’architetto francese Pierre Charles L’Enfant (1754-1825) per iniziativa di Laura Maria Giuseppa di Bauffremont e ancora nel 1870, con interventi in stile neogotico, per l’ultimo proprietario Richard von Hoffmann. (wikipedia)
Via della Navicella, 12, 00184 Roma
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Opuscolo divulgativo con itinerario di visita
Villa Torlonia
Visita botanica con cenni storici
Villa Torlonia è una villa circondata da giardini a Roma inizialmente appartenente alla famiglia Torlonia. Vi si accede dalla via Nomentana. E’ stata progettata dall’architetto neo-classico Giuseppe Valadier.
Negli anni venti, Giovanni Torlonia Junior concesse la residenza ufficiale a Benito Mussolini, che pagava un affitto annuale simbolico di una lira. Mussolini e il Principe Torlonia costruirono un rifugio (il bunker) contro i bombardamenti nelle catacombe ebraiche del terzo e del quarto secolo poste sotto la villa.
Nel periodo successivo alla guerra, la villa venne abbandonata attraversando un periodo di decadenza, fino a quando, nel 1978, venne acquistata dal Comune di Roma e trasformata in parco pubblico.
L’ Ingresso alla Villa è in Via Nomentana, 70, 00161 Roma
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Opuscolo divulgativo con itinerario di visita
Villa Borghese
- Itinerario Giardini segreti-Parco dei Daini – “Giardino boschereccio” (area sottostante Museo Borghese)
- Itinerario Giardino del Lago – Piazza di Siena-Valle dei Platani
- Itinerario Galoppatoio – Giardino Fontana Rotonda
Villa Borghese, realizzata nei primi decenni del Seicento per volere del cardinale Scipione Borghese, è stata ampliata ed abbellita tra fine Settecento ed inizi Ottocento da Marcantonio e Camillo Borghese. Nel 1903 il complesso è stato acquistato dallo Stato italiano e il parco con gli arredi e gli edifici minori sono stati ceduti al Comune di Roma, mentre il Casino Nobile è Stato aperto al pubblico come Museo e Galleria Borghese. La villa si estende per 80 ettari e alterna giardini formali a giardini all’inglese, porzioni di campagna, che ancora oggi ha l’aspetto di quattro secoli fa, edifici di pregio, fontane, monumenti ad uomini illustri. Si tratta di un patrimonio storico e vegetazionale senza pari.
Itinerari di villa Borghese
Primo itinerario: Giardini Segreti, Parco dei Daini, Valle del Graziano.
Partenza dal cancello di via Pinciana angolo viale dell’Uccelliera
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Giardini segreti
I giardini segreti a Villa Borghese creano un sistema di “giardini preziosi” con valore museale e culturale di primaria importanza, prosecuzione ideale del percorso storico ed artistico della Galleria Borghese in esterno, per l’osservazione e l’apprendimento di un capitolo poco conosciuto di storia del giardino italiano.
I giardini sono 4 + 1 ognuno con un proprio carattere storico dal punto di vista dell’impianto vegetale e del disegno differenziato in base alle caratteristiche d’ogni singolo giardino (fine ‘500 inizio ‘600, prima metà del’600 seconda metà del’600). I progettisti del giardino si sono basati sull’elaborazione e analisi dei dati emersi da ricerche storiche specifiche relative al parco di Villa Borghese e a ricerche su giardini di fiori del’600 in Italia e in Europa. I giardini sono denominati: Giardino Vecchio posto a levante, Giardino dell’uccelliera, Giardino della Meridiana, Giardino di Conservazione posti in sequenza a ponente del palazzo, il Parterre posto nel lato nord del palazzo. In tutti i giardini sono presenti una ricca collezione
d’agrumi (limoni, cedri, aranci, limette ect…) e gelsomini coltivati in vaso di terracotta su disegno dell’epoca.
Parco dei Daini
Il Parco dei Daini, anticamente chiamato “Giardino delle prospettive” o “Giardino privato del principe”, era il giardino privato del principe, caratterizzato dalla presenza di un vasto alboreto di lecci.
Valle del Graziano
La valle del Graziano o Valle dei Platani, ampia area impostata come un giardino di tipo naturalistico impreziosito dalla presenza dei maestosi e vetusti esemplari di Platanus orientalis.
Secondo itinerario: Giardino del Lago, Piazza di Siena, Casina Raffaello, Casina delle Rose, Giardino Boschereccio.
Partenza dal cancello di Piazza E. Sienkiewicz su via Pinciana
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Giardino del Lago
Il “Piano Bello” o “Piano dei Licini” del terzo recinto di Villa Borghese con la grande piantata di circa ottocento lecci divenne Giardino del Lago alla fine del 1700. La costruzione del giardino segno una svolta epocale per l’architettura vegetale della villa con l’introduzione della linea “sinuosa” del giardino paesistico inglese.
Piazza di Siena, Casina dell’Orologio, Boschetto Casina Raffaello,Casina delle Rose
La piazza viene creata alla fine del 1700, circondata da viali di olmi e lecci. All’epoca il primo circuito era già racchiuso da una siepe di bosso, diciotto cipressi, due pinete di cui una già esistente e l’altra a sostituire una piantagione di gelsi.
Giardino Boschereccio
Il Giardino boschereccio, nel seicento chiamato primo recinto, era accessibile a tutti, percorso dalle carrozze e a piedi per raggiungere l’entrata principale della palazzina. I viali erano regolari circondati da siepi , ricordano nella loro disposizione il famoso “tridente” romano con le facciate dei palazzi sostituite da quelle degli alberi. Il giardino posizionato davanti alla palazzina è costituito da un fitto bosco di sempreverdi e spoglianti formato da lauri, lecci, olmi, cipressi, pini, platani e un caratteristico boschetto di abeti.
Antistante il Casino nobile, fu progettato da Flaminio Ponzio nel 1606. Originariamente suddiviso in 23 riquadri contenenti diversi tipi di alberature, scanditi da alte siepi sagomate e ornati da preziosi arredi, quale le Fontane Oscure e la Grotta dei Vini. Oggi è solo parzialmente percepibile la suddivisione in riquadri, mentre la vegetazione arborea è stata variata con specie sempreverdi e caduche.
Terzo itinerario: Pincio, Valle della Fontana Rotonda, Galoppatoio
Partenza da via Mickievicz angolo viale Trinità dei Monti (salita per il belvedere del Pincio)
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Pincio
Il Giardino o Pubblica Passeggiata del Pincio, detto anche “Giardino del Grande Cesare” fu progettato e iniziato a costruire dall’amministrazione francese che governava, all’epoca Roma, nell’anno 1813/1814.
Sull”area del colle pinciano nel rione IV, Campo Marzio, l’architetto Valadier creò un giardino che fuse tra loro gli elementi del giardino all’italiana, logge, esedre, terrazze e le radure, i boschetti, le vegetazioni esotiche, i sentieri irregolari, tipici del giardino inglese,il tutto inserito nell’idea di nuovo giardino pubblico alla francese con grandi spazi per lo svago della popolazione, aiuole (“parterre”) di disegno geometrico, belvedere d’ampio respiro con larghi viali simmetrici alberati convergenti a raggiera in slarghi rotondi.
Appena Villa Borghese divenne pubblica nel 1902 fu deciso di collegarla al Giardino del Pincio .Il collegamento fu costruito nel 1908 tramite un ponte che supera la via Muro Torto e un viale con ai bordi filari di Magnolia grandiflora.
Valle della Fontana Rotonda
L’area fu acquistata dalla famiglia Borghese nel 1820; la sistemazione a verde dell’area incontrò molte difficoltà con la costruzione di un laghetto poi prosciugato nel 1850 e sostituito da una fontana tuttora esistente. I lavori continuarono negli anni con grandi movimenti di terra dovuti alla realizzazione del Viale delle Magnolie che trasformò la valle in un anfiteatro con la creazione al centro di una grande vasca ovale nel 1910. La sistemazione a verde dell’area impegno molto i progettisti che elaborarono uno schema misto tra il giardino paesaggio di tradizione inglese e il rigido schema geometrico dello stile italiano con viali di lecci, piantate regolari di pini e boschetti misti di lauro e piante spoglianti.
Galoppatoio (Villetta Doria)
L’area fu acquistata dalla famiglia Borghese nel 1832. La zona libera da piantagioni veniva usata per far trottare i cavalli. Dopo anni di degrado venne risistemata dal comune nel 1933. La costruzione del parcheggio nell’anno 1966/72 obbligò l’amministrazione comunale a risistemare tutta l’area a verde con alberi e arbusti e l’impianto di siepi per mascherare le rampe di accesso e i servizi dello stesso.
Di proprietà del cardinale Giuseppe Doria Pamphili, era in origine un giardino in perfetto stile inglese realizzato tra il 1785 ed il 1790 da Francesco Bettini. L’area fu però completamente devastata dai bombardamenti francesi del 1849. In quell’occasione fu distrutto anche l’edificio principale, la Casina di Raffaello, così denominata per la presenza di affreschi raffaelleschi, fortunatamente staccati nel 1836 e oggi conservati al Museo Borghese.
Da allora l’area fu usata come galoppatoio e ogni assetto storico è andato distrutto dalla realizzazione del parcheggio interrato negli anni Settanta.
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Opuscolo divulgativo con itinerari di visita
Per informazioni e prenotazioni
Tel./Fax +39 065817727
Dal lunedì al venerdì, ore dalle 9.00 alle 13.00 ; il giovedì e venerdì anche 14.30-17.30.
Le visite guidate sono gratuite e possono essere prenotate da scuole, associazioni e singoli cittadini.
Minimo 6 – Massimo 25 partecipanti.
Le visite guidate nel periodo estivo (giugno-settembre) si svolgono esclusivamente di mattina
Domenica non si effettuano visite.
Nel mese di agosto non si effettuano visite guidate
Per prenotazioni
Tel. +39 06.5817.727 (che è anche fax)
Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13; il giovedì e il venerdì anche dalle 14.30 alle 17.30
La domenica non si effettuano visite.

Igor W. Schiaroli è esperto di “new media”, di estrazione economico matematica è specialista e appassionato di tecnologie, internet, editoria, economia e nuovi media. Esperienza nel settore internet, web e dell’editoria. E’ anche un reporter indipendente e scrittore, ma sopratutto un tecnologo ed economista appassionato di scienza e viaggi.
Ha avuto ruoli importanti per importanti aziende che operano nel campo dei media e delle telecomunicazioni sia italiane che internazionali.
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