Intervista con la Regista Vittoria Citerni di Siena e i suoi “Piccoli Crimini Coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt a Roma…
di Sveva Manfredi Zavaglia
Incontro oggi una giovane regista Romana Vittoria Citerni di Siena, alle prese con il suo ultimo progetto “Piccoli Crimini Coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt” a breve a Roma al Teatro….
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Vittoria raccontaci di te…come nasce tutta questa passione per la Regia?
Nasce durante l’ultimo anno di liceo, dopo aver sperimentato, per cinque anni, il teatro ed il mondo dei cortometraggi. Nasce da un’esigenza di raccontare e raccontarsi, di esprimersi, dalla voglia di dare vita a delle storie, voce ai personaggi, carne e sangue a una sottile pagina d’inchiostro. Tutto è iniziato con il mio primo cortometraggio “5 MINUTI”, da me scritto e diretto durante l’ultimo anno di liceo. Ho capito che quella era e sarebbe stata la mia vocazione, la mia strada. E’ un’esigenza che nasce da dentro, che non si può spiegare.
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Questo tuo ultimo progetto “dei Piccoli Crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt (che poi è anche uno dei miei scrittori preferiti): come nasce l’idea?
Piccoli Crimini è un testo che mi ha sempre colpito, ammaliato, per la sua crudezza, ma allo stesso tempo per la sua dolcezza. E’ una riflessione sull’amore, sul rapporto di coppia, sulle relazioni. A tratti tagliente, a tratti dolce, a volte amara, un po’ come la vita. Una riflessione coraggiosa ed importante su un argomento che tocca, prima o poi, noi tutti in prima persona. Una storia che ha la forza di andare oltre la “facciata” della coppia, oltre l’innamoramento, andando a scavare, a mo’ di chirurgo, quello che c’è oltre oltre. Quell’amore forte, quell’amore che muta, con il passare degli anni. Quell’amore che morde e che fa male, che graffia ed è allo stesso tempo in grado di essere dolce, di cullare ed ergersi a Re dei sentimenti. Una “piccola” “grande” commedia nera, che tra un pianto ed un sorriso, è in grado di raccontarci una favola universale: non quella del primo incontro, ma quella del dopo, dell’amore che resiste e allo stesso tempo si logora con il passare degli anni. Ma non vi dico di più, vi aspetto in teatro.
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A cosa ti inspiri per la realizzazione?
Tento di far fede alla realtà, in una storia di questo tipo è essenziale che i personaggi siano veri, che il loro rapporto sia vero, che il pubblico percepisca la tensione e l’attrazione che c’è dietro. E’ tutto ambientato in una casa, un salotto per la precisione. C’è da dire che in ogni lavoro, sia gli sceneggiatori che i registi, tendono a mettere del loro e a rifarsi in parte alle loro emozioni o al loro vissuto. Direi che in questo caso è condizione essenziale.
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La cosa più facile e quella più difficile come regia?
Purtroppo non credo che ci sia un aspetto “facile” della regia. La parte più difficile, ma allo stesso tempo la più bella e quella che mi prende di più, è il lavoro con gli attori, che spesso chi fa cinema non può farlo allo stesso modo, per una questione tempi e costi. E’ un lavoro in cui non esistono aspetti facili o scorciatoie. E’ lavorare duro, sempre, mettendoci il cuore. Esistono alcune regie più facili rispetto ad altri, ma la regia di per se non presenta aspetti facili mai.
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Quanto tempo ci lavori al progetto? Ci racconti qualche aneddoto?
Siamo stati accettati in cartellone più o meno un anno fa, quindi ci lavoriamo da molto. In questo caso anche la produzione è la mia, e questo comporta un aumento del lavoro pari almeno al doppio di quello della sola regia. A livello di prove, anche se sono solo due attori, proviamo una media di otto ore al giorno. Aneddotti ce ne sono molti, ogni prova è diversa, si provano emozioni diverse. Purtroppo si devono “vedere”, su carta non rendono!
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Gli attori che hanno partecipato, come li hai scelti?
Alessandro Giova lo avevo provinato ormai più di un anno fa, è stato anche nel cast de “Il Calapranzi” di Pinter da me realizzato a giugno scorso al Teatro Lo Spazio di Roma. Ci siamo incontrati per caso, tramite la mia scenografa, Samantha Giova. Parentesi: noi siamo una compagnia e siamo sempre, almeno a livello tecnico, gli stessi a collaborare, anche se a volte ci sono dei cambiamenti. Samantha mi disse che aveva un fratello che faceva l’attore, le dissi di farlo venire ai provini, e da lì ci siamo trovati subito. Decisi di confermarlo quindi anche per “Piccoli Crimini”. L’altra mia attrice invece, Michela Maridati, l’ho incontrata la prima volta a Roma a febbraio scorso: stava facendo i provini per un film, “L’altra faccia del destino”, opera prima diretta da Francesco Spagnolo, dove io ero aiuto regista. Abbiamo girato tre settimane in Calabria insieme. Alla fine del suo provino, l’ho presa da parte e le ho chiesto se le andava di partecipare allo spettacolo, e lei mi ha detto di si. Questo è stato uno dei pochi casi in cui non ho dovuto provinare gli attori.
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Schmitt brioso e divertente come sempre, secondo te cosa vuole trasmettere?
Un’analisi sulla vita di coppia, sul resistere ed allo stesso tempo mutare dell’amore con il passare del tempo. Schmitt è uno spartito perfetto, dove ciascuna battuta contribuisce a creare una sinfonia priva di errori.
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Una trama coinvolgente e affascinante…un giallo coniugale, attuale o surreale?
Sicuramente un giallo coniugale e, ancora una volta, un giallo attuale. Non lo definirei surreale, perchè io lo trovo estremamente realistico, forse troppo per alcuni versi. In fondo, ogni storia d’amore, possiede al suo interno un’aura di mistero, di magia, che contribuisce a portarla avanti.
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Piccole crisi di coppia…ma poi alla fine torna la serenità? Come reagiscono le coppie?
Si, la cosiddetta quiete dopo la tempesta. Per risponderti cito lo stesso autore del testo: “Piccoli Crimini Coniugali ha avuto un’adesione violenta da parte del pubblico. All’uscita del teatro le coppie reagivano diversamente a seconda dell’età. I ventenni mi dicevano: “Sei crudele”; i quarantenni: “Che realismo”; i sessantenni: “Che tenerezza”. Avevano tutti ragione: a 20 anni si vorrebbe che l’amore fosse semplice, a 40 anni si scopre che è complicato, a 60 sappiamo che è bello proprio perché è complicato.” Spero che con noi il pubblico reagisca allo stesso modo.
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Prima presentazione qui al teatro a Roma, poi? progetti per il futuro?
Ci piacerebbe portarlo in stagione in qualche teatro più grande insieme a “Il Calapranzi” ed “Harry, Sally ed Io”, oltre che realizzarlo in spazi non convenzionali e portarlo in tourneè per l’Italia. Ho scritto la a quattro mani insieme al mio collega attore Mattia Bartoli la sceneggiatura di un lungometraggio, che vorrei fosse la mia opera prima e sembra che le cose piano piano si stiano, per fortuna muovendo. Ho in ballo alcuni film come aiuto regia nel periodo estivo, ora vediamo che succede. Stiamo aspettando anche i risultati di alcuni bandi, come il CROSS Award e il MOFILM Contest della POLO, dove con un nostro video siamo arrivati in finale. C’è in ballo anche un’altra regia teatrale e poi, se non spunta altro, la tanto meritata pausa estiva. Abbiamo tanti altri progetti in cantiere che stiamo cercando di realizzare pian piano, anche tramite la mia associazione culturale “La Pietra di Luna”, impegnata ora con me nella produzione di “Piccoli Crimini Coniugali”, come ad esempio il concerto nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo l’otto maggio p.v. con il coro dell’RVE diretto dal Maestro Federico Incitti, a cui parteciperò anche io come corista, a cui abbiamo concesso il patrocinio.
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L’Italia non è un Paese che investe sui giovani. Potremmo dire che è un paese un po’ vecchio. Questo l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Un problema condiviso da tutti i nostri coetanei nel mondo del lavoro. Tu sei una giovane regista, qual è secondo te la situazione attuale del teatro italiano?
In una parola? Disastrosa. Ma questo è un fattore che può giocare per l’appunto a favore dei giovani e di chi realmente vuole rimboccarsi le maniche e fare. Dalle crisi si attuano i cambiamenti e le inversioni di rotta. Basta avere coraggio. Ed io ed il mio gruppo di lavoro ne abbiamo davvero, per nostra fortuna, da vendere. Io mi sposto molto per lavoro, anche all’estero, ma la mia base rimane, almeno per ora, l’Italia.
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Hai dei ringraziamenti da fare?
Certo, come tutti. Grazie a chi ha sempre creduto in me, grazie ai miei per supportarmi e sopportarmi sempre, grazie ai miei amici e grazie al mio fantastico team di lavoro, senza di cui non sarebbe possibile tutto questo!
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Per terminare, io chiedo sempre a gli artisti che incontro…Vittoria crea una domanda che nessuno ti ha mai chiesto? (e che tanto avresti voluto sentirti domandare) e risponditi….
Così a freddo non saprei… forse: perchè lo fai? La mia risposta è semplice: me lo dice il cuore.
“a 20 anni si vorrebbe che l’amore fosse semplice, a 40 anni si scopre che è complicato, a 60 sappiamo che è bello proprio perché è complicato.”
Eric-Emmanuel Schmitt scrive con grazia e freschezza, giocando briosamente tanto col metateatro quanto con oggetti faticosi come la verità, la colpa e l’amore. Piccoli crimini coniugali è un piccolo gioiello che dettaglia il necessario inabissamento all’inferno di Lisa e Gilles nel tentativo di riemergere alla serenità come coppia.
Eric-Emmanuel Schmitt è autore di racconti, romanzi e di opere teatrali tradotte e rappresentate in tutto il mondo ed è considerato uno degli autori di maggior successo nella drammaturgia francese contemporanea.
SPETTACOLO
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Dal 26 aprile al 1 maggio 2016 a Roma al Teatro Trastevere in via Jacopa de Settesoli, 3. martedì-sabato h 21.00, domenica h 18.00.
L’ Associazione Culturale “La Pietra di Luna” presenta “Piccoli Crimini Coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt. Regia di Vittoria Citerni di Siena con Alessandro Giova e Mikym Maridati. Aiuto Regia Saúl Espinoza Lopez. Stage Manager Daniele Giannetti . Scenografia Samantha Giova. Costumi Margit Arànyi Margherita Di Domenica. Trucco Accademia di Trucco Professionale Ufficio Stampa Vania Lai
Info e biglietti:
Associazione Culturale “La Pietra di Luna”
asscultlapietradiluna@gmail.com
+39 346 357 82 62
Teatro Trastevere
tel +39 065814004 (dalle 19.00)
E’ curatrice indipendente, art Advisor e consulente di marketing management culturale internazionale. Da oltre 20 anni e progettista culturale di eventi legati all’arte contemporanea con una particolare attenzione a spazi inconsueti, e alle interazioni con altre arti. Come project manager ha un’approfondita conoscenza dei diversi processi implicati nella pianificazione, coordinamento ed attività per grandi eventi dall’organizzazione, curatela, ricerca, alla redazione testi e cataloghi. Ha creato e curato oltre 50 rassegne, mostre personali e collettive, installazioni ed interventi in spazi pubblici in Italia.