Quella dell’Abarth è uno storia che risale al secondo dopo guerra, quando il suo fondatore, Karl Abarth (poi italianizzato Carlo), dopo una carriera da pilota sia di auto che di moto, rileva il materiale della fallita “Cisitalia” (ex fabbrica automobilistica torinese) con lo scopo di realizzare vetture da corsa.
Il successo dell’Abarth iniziò con un accessorio che sarebbe poi divenuto molto popolare, la “marmitta Abarth”. La particolarità della marmitta risiedeva nel fatto che questa era foderata con lana di vetro per aumentare le prestazioni ed emettere un rombo unico. In seguito l’ex pilota italo-austriaco divenne progettista e trasformatore, in particolare di piccole utilitarie, dando così la possibilità agli appassionati di modificare le proprie auto con dei semplici kit di elaborazione venduti nell’inconfondibile cassetta di trasformazione in legno.
Il logo della casa automobilistica è da sempre lo scorpione che si è evoluto stilisticamente nel corso degli anni; Karl Abarth scelse come logo lo scorpione, non solo perché era il suo segno zodiacale, ma soprattutto perché era alla ricerca di un marchio unico che lo contraddistinguesse da tutti gli altri produttori di auto.
Lo scorpione è posto al centro di uno scudo, emblema di vittorie, con sfondo giallo e rosso, colori di Merano, città natale del padre del progettista.
Oggi, a distanza di 70 anni dalla fondazione del marchio, l’Abarth continua a produrre auto, e lo fa creando delle piccole belve con lo stesso spirito e la stessa passione che Karl Abarth metteva nelle sue creazioni, alla ricerca del “sempre più veloce” e del “meccanicamente perfetto”.
Nel corrente listino Abarth possiamo trovare la 595, ovvero una Fiat 500 “pepata” dagli ingegneri della casa torinese declinata in quattro versioni. Il modello entry level della 595 è la versione da 145 cavalli, a seguire possiamo trovare la 595 pista da 160 cavalli, la 595 turismo da 165 cavalli ed infine la 595 competizione con turbina maggiorata e centralina rivista capace di erogare ben 180 cavalli.
La 500 Abarth ha un look grintoso grazie agli accorgimenti estetici come lo spoiler posteriore, le minigonne laterali, per non parlare dei cerchi neri da 17’ e le strisce sulle fiancate in tinta con gli specchietti che le donano grande cattiveria e sportività, tanto da non farla passare inosservata rendendola una calamita agli occhi di tutti.
L’esemplare della prova è una competizione, questa monta di serie lo scarico “record monza” caratterizzato dall’avere quattro terminali tutti cromati, due a destra e due a sinistra, che conferiscono all’auto oltre che un maggiore impatto visivo al diffusore posteriore, un sound roco molto coinvolgente in grado di far emozionare tutti, sia dentro che fuori l’auto.
L’abarthina è dotata dell’ormai noto 1.4 Turbo benzina, motore che fa divertire grazie ai 180 cavalli erogati che bastano e avanzano su una macchina che pesa poco più di 1000 kg. Il passo di appena più di due metri e trenta la rendono divertentissima nel misto stretto, anche se la seduta e il baricentro troppo alti della macchina fanno perdere un po’ il feeling di sportività. L’assetto rigido, quasi da go-kart, prova a mettere una pezza ai problemi telaistici della macchina anche se non fa miracoli.
Una volta aperto lo sportello ed entrati all’interno della vettura si riesce a sentire il profumo della pelle, pelle rossa che oltre a foderare tutti i sedili ricopre anche parte degli sportelli. L’aspetto racing all’interno però si evince dalla bellissima plancia in fibra di carbonio che dà la sensazione di stare su una vera macchina da corsa. Il componente più bello dentro l’auto a mio parere è senza dubbio il volante. Il volante è la sintesi perfetta di sportività ed eleganza, è un trionfo di materiali nobili quali pelle, alcantara ed inserti in fibra di carbonio compreso il mirino. La forma è quella giusta, tagliato sotto come tutte le sportive che si rispettino.
L’italianità del cinquino si può rintracciare anche nell’utilizzo di componenti come l’impianto frenante Brembo, azienda lombarda leader nel settore. L’impianto oltre ad essere dotato di dischi forati giganteschi per una 500, bellissimi da vedere, è munito di grosse pinze che possono essere personalizzate dal cliente al momento della configurazione dell’auto. Nel caso dell’auto in prova si possono intravedere nel disegno dei cerchi neri delle spettacolari pinze di colore rosso che esaltano ancora di più i dettagli di una macchina che i fortunati proprietari si possono cucire addosso.
Una chicca presente nei modelli 2019 è il badge distintivo con la scritta 70 che sta ad indicare proprio i 70 anni dalla fondazione della casa dello scorpione 1949-2019.
La cosa che più colpisce della piccola belva è la sua doppia anima, infatti premendo il tasto sport all’interno della plancia in carbonio le valvole attive dello scarico si aprono regalando un sound pazzesco già da fermi, il servosterzo si appesantisce notevolmente rendendo il volante una lama e la risposta del gas diventa immediata grazie alla turbina che entra in pressione già ai bassi regimi erogando una coppia a dir poco pazzesca.
Le prestazioni non mancano, la macchina scatta da 0 a 100 in appena 6,7 secondi e raggiunge una velocità massima di 225 km/h, un dato impressionante se si pensa che la macchina deriva dalla Fiat 500!
Nel complesso si sente che l’auto nasce da un progetto interamente italiano, dalle linee tipiche della matita di designer italiani come Lorenzo Ramaciotti, allievo di Pininfarina, dallo sviluppo di un motore nato a Torino dagli ingegneri Abarth che grazie allo scarico “record Monza” dona un timbro ed una sonorità tipica delle vecchie Abarth; dall’utilizzo di componentistica di aziende italiane leader nei loro settori come Brembo per gli impianti frenanti e Sabelt per i sedili, anche questa azienda piemontese nota in tutto il mondo del motor-sport.
La macchina è quindi la sintesi perfetta di tutto ciò è che il know-how italiano in materia automobilistica. È un prodotto tutto Made in Italy, e come tale non sono solo le prestazioni estreme e il disegno fatto con metodo dal team costruttori a renderla unica, ma sono soprattutto le emozioni che regala.
Sembra quasi impossibile che una macchina così piccola possa dare emozioni così grandi, eppure il feeling da go-Kart, il rombo arrogante che entra con prepotenza nel veicolo, la dinamica di guida, sono tutti elementi che fanno davvero divertire e fanno scordare di essere su una macchina che deriva da una piccola utilitaria.
È una macchina sfruttabile in ogni situazione, dal track-day del weekend dove le si può tirare il collo fino al caotico traffico cittadino dove le sue dimensioni da city car la fanno sgattaiolare via nelle strade urbane.
Ed è proprio la citta l’habitat naturale della piccola “hot hatch” italiana, con gli sprint alla partenza dei semafori e il rombo dello scarico che fanno dimenticare il caos cittadino rendendo piacevole anche i tragitti nella giungla urbana.
Laureando in giurisprudenza appassionato di giornalismo, di politica e del mondo dei motori.
Eccellente articolo molto puntuale e dettagliato
con esposizione di tutti gli aspetti meccanica componentistica e carrozzeria