L’Italia digitale vista con gli occhi dell’Europa delude ancora.
Il Desi (Digital Economy and Society Index) è l’indice prodotto dalla Ue per valutare in modo oggettivo l’avanzamento digitale dei Paesi, secondo le ultime stime peggio dell’Italia: solo Grecia, Bulgaria e Romania.
Se si fotografa la situazione interna si registra la solita crescita a due velocità dove a guidare è sempre il Nord e a cercare il recupero in modo affannoso è sempre il Sud.
L’ultima novità è ComunicaItalia.It la piattaforma per gli esperti di comunicazione istituzione e pubblica impegnati nella promozione dei servizi digitali pensati per il “Cittadino2020” (il Governo ne ha stilato anche un manifesto ideale). Un Cittadino più smart che alle file in Comune preferisce un’app o scaricare e inviare un modulo con il pc; un Cittadino che dialoga via whatsapp con il funzionario per conoscere le condizioni meteo o per avere informazioni rilevanti urgenti, un Cittadino che paga il suo bollo con lo smartphone.
Insomma, una cassetta degli attrezzi pensata per supportare la gestione del cambiamento che fa della comunicazione istituzionale una leva potente se percorsa in logica switch-off delle modalità tradizionali di fruizione dei servizi al cittadino.
L’Agenzia per l’Italia Digitale ha lanciato in questi giorni la sua terza e ultima consultazione pubblica sul proprio sito istituzionale con le linee guida sul marketing per tutti gli addetti ai lavori di oltre le 40 mila amministrazioni presenti in Italia. A queste nei mesi scorsi sono seguite quelle sulla comunicazione e sulle tecniche di storytelling. Un lavoro complesso nato dopo un’analisi di benchmarking con quanto già sperimentato con successo dai governi di matrice anglosassone sulla base dei c.d. “nudges”, le spinte gentili, teorizzate da Thaler e Sunstein. Queste, esperienze americane ed inglesi, prima di tutte le altre, hanno dimostrato come, tenendo nel giusto conto i fattori sociali e psicologici, sia possibile creare le migliori condizioni per coinvolgere i cittadini nella realizzazione di obiettivi condivisi, senza ricorrere a nuovi obblighi e divieti.
L’obiettivo finale è spronare le pubbliche amministrazioni a mettere in campo nuove strategie di comunicazione, storytelling e marketing per realizzare spot, campagne digitali, ingaggiare influencer, ecc… per ridurre le distanze tra cittadino e Stato, concepito in modo sempre più “human centered oriented”.
I primi passi che dovrebbero compiere i nuovi comunicatori delle pubbliche amministrazioni coinvolte nella sperimentazione per riuscirci dovrebbero essere quello di “alfabetizzazione verso il digitale”: non si può predicare bene e razzolare male; dotarsi di un linguaggio “consumer friendly” e abbandonare il tanto rassicurante burocratese; ma soprattutto diventare tutti più autentici e sinceri, si sa il web e i social media non perdonano!
L’Europa pur apprezzando gli investimenti economici profusi ci contesta il forte gap di digitalizzazione dei servizi della PA che ancora esiste, vedremo nei prossimi mesi come i futuri Comunicatori2020 e, in genere la PA, saprà conquistare la fiducia di tutti quei cittadini che ancora si chiedono cosa mai sia quella diavoleria chiamata SPID e nuove posizioni nella scala del Desi.
Per maggior info e approfondimenti sui contenuti delle linee guida http://comunica.italia.it/. Nel portale sono pubblicate le tre linee guida sopra citate complete suddivise per aree tematiche e i kit grafici per gli esperti di pubblicità e marketing.
Dhebora Mirabelli è un legal project manager oltre che avvocato specializzato in diritto amministrativo e tutela dei diritti umani.
Esperta di pari opportunità, business sociale e responsabilità sociale dell’impresa, ha svolto per oltre quindici anni attività di coordinamento manageriale di progetti europei presso l’Agenzia per l’Italia Digitale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero per la Tutela dell’Ambiente, della Terra e del Mare, la Direzione di Cooperazione e Sviluppo del ministero degli Affari Esteri, ecc. sui temi dell’inclusione sociale, responsabilità sociale, salvaguardia dei diritti umani e ambientali.
Ha conseguito la laurea in giurista di impresa presso la Luiss Guido Carli di Roma, il Master di I livello in Manager delle Politiche di Sviluppo e Coesione presso l’Università di Parma, il Master di II livello in Ingegneria per le Pubbliche Amministrazioni presso l’Università Roma Tor Vergata e il Master di II Livello di Executive Business Administration (MBA) presso la Graduate Business School del MIP- Politecnico di Milano, approfondendo i suoi studi nel percorso internazionale svoltosi presso la Tonjii University School of Management di Shanghai, la Audencia Nantes Ecole de Management e la Coppead UFRJ di Rio de Janeiro.
E’ membro di coordinamento del DESC nazionale sui Diritti Economici Sociali e Culturali di Amnesty International dal 2015. Socio Slow Food. Sostenistrice dei progetti in Africa dell’Associazione “La Terra di Piero” e delle iniziative contro la mafia della Associazione di volontari “Gli Amici di Goel”.
Ha curato diverse sezioni di testate online, tra le più importanti: https://immigrazione.west-info.eu/;http://www.socialchangeschool.org/it/tag/blog-fatto-quotidiano/; http://www.spiritoleader.it/category/csr-mip/
Ha pubblicato un libro di fiabe e fotografie africane “Pole Pole: fiabe e colori della Tanzania” devolvendo il ricavato per costruire una scuola in Tanzania. Nata a Rende, ha vissuto a Sydney è di recente rientrata in Italia.